13 anni di storia, 2200 articoli, fino ad oggi fruiti da quasi 10.000.000 di lettori sparsi in ogni parte del mondo.
508 redattori, 841 interviste, 361 saggi, 246 recensioni, 728 contributi cinema, 155 per arte, 202 per fumetto, 256 per musica, 187 per teatro, 402 per una più generica scrittura che richiami tutti all’attenzione del nostro motto: “non social, non network e scrittura“.
40.000 immagini, 670 risorse video, 974 risorse audio, per qualcosa come 60 GB di informazione, che in 13 anni è stata trasmessa generando un traffico complessivo di oltre 25 TB (25mila-miliardi di caratteri).
Se la Biblioteca reale di Alessandria non fosse stata distrutta nel quarto secolo dopo Cristo, e se potesse ancora far dono all’umanità tutta dei suoi 40.000 volumi allora essa rappresenterebbe un contenuto informativo equivalente a 84.000.000 di caratteri e ci vorrebbero, dopo 16 secoli di storia, 300.000 biblioteche come quella per rappresentare oggi l’informazione che Fucine Mute ha finora veicolato in soli 13 anni di presenza sulla rete.
A queste cifre, in vero piuttosto impressionanti, si aggiunge in questo mese una ulteriore: 150. Come i numeri a periodicità mensile che Fucine Mute è stata in grado di produrre fin qui. 150 uscite, come i 150 anni della nostra Unità nazionale, quasi a voler collocare il primo editoriale del 01.01.1999 (Spazio 111999) nello stesso giorno (17 marzo 1861) in cui Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di re d’Italia, proclamando per legge il Regno d’Italia e quindi come quasi a forzare un parallelo tra le due rispettive rivoluzioni (perché di questo trattasi, anche nel nostro piccolo caso).
Per questo 150esimo numero di Fucine Mute rivoluzioneremo quindi le modalità di pubblicazione, attuando un rilascio programmato di tre articoli in blocco ogni tre giorni, anche e soprattutto per fornire ai nostri lettori una risposta che sia maggiormente in grado di accogliere le loro istanze di aggiornamento sempre più in tempo reale, pur consapevoli del fatto – noi e loro – che sempre periodico rimaniamo e che ogni numero rimane costruito e di fatto chiuso nel corso di un intero mese di lavoro.
Ai lettori tutti ma soprattutto al gruppo di produzione di Fucine Mute (come scriveva Massimiliano Spanu ai primordi: un gruppuscolo di agguerriti paria dell’ambiente culturale – non solo cinematografico, intervengo io – triestino), i miei più sentiti ringraziamenti per esser noi tutti riusciti a giungere fino a questo traguardo, con la certezza che, se queste sono state le basi per esser riusciti a giunger fin qui, qui ci ritroveremo tra 150 ulteriori numeri a scrivere – chiunque sarà allora il direttore – che il futuro della testata sarà ancora tutto da percorrere, con rinnovati stimoli e mai sopite speranze.
