WarningWarning, di Agata Alexander, nota soprattutto come regista di videoclip e fotografa di Marilyn Manson, è un film distopico che esplora il rapporto tra uomo e nuove tecnologie e che, come suggerisce il titolo, vuole fungere da avvertimento contro il progressivo scivolare verso un futuro che non ha più nulla di umano.

Presentato al Trieste Science + Fiction Festival 2021, e vincitore del Premio Méliès d’argent e della menzione speciale Méliès d’argent assegnata all’attore Rupert Everett, il lungometraggio racconta diverse storie utilizzando come punto di riferimento l’incidente di cui è vittima un astronauta impegnato in un lavoro di manutenzione, che si converte involontariamente nell’osservatore esterno del pianeta Terra e resta sempre ignaro di quello che in essa sta avvenendo. Le sue preghiere rivolte a un Dio che risponderà troppo tardi, i dialoghi con l’assistente vocale Eve che fraintende continuamente le sue richieste e i pensieri rivolti a una figlia piccola non voluta, che però lo ama di un amore disinteressato, accompagneranno lo spettatore per tutto il film alternandosi alla visione di vicende spesso drammatiche, ma a volte anche tristemente ironiche, che non si intrecciano ma piuttosto si sfiorano.

Una ragazza non è capace di vivere la sua vita senza ascoltare quotidianamente la voce di un Dio formato soprammobile che la sveglia con aforismi triti e ritriti, tiene il conto dei suoi peccati e delle calorie che consuma e la rimprovera se tampona una macchina senza lasciare un bigliettino di scuse. Quando l’aggeggio diventerà inutilizzabile in seguito a un aggiornamento non andato a buon fine, la giovane, dopo aver tentato invano di “pregare manualmente”, si ritroverà costretta a cambiarlo con un modello più moderno dotato di visore, impossibile da spegnere, con batterie inesauribili, pieno di pubblicità assillante e troppo invadente.
Un ragazzo ossessionato da una storia d’amore ormai finita, sceglie di rivivere in continuazione, attraverso un casco da realtà virtuale, i ricordi di quell’amore rinunciando alla possibilità di trovare un futuro sereno con qualcun altro e distruggendo così anche i ricordi piacevoli che di quella storia serbava la ragazza.
Una giovane mortale di bassa estrazione sociale viene presentata alla famiglia del suo fidanzato composta tutta da persone, lui compreso, destinate a vivere in eterno. Di fronte alla decisione del ragazzo di rinunciare alla sua eternità per vivere al fianco della donna amata per il tempo concesso, la madre si opporrà cancellandogli la memoria.
Un robot maggiordomo ormai antiquato (un Rupert Everett praticamente irriconoscibile) viene sempre rifiutato da nuovi clienti pur essendo molto bravo nel suo lavoro. Di fronte alle sue domande sul perché non riesca più a farsi accettare, il responsabile del magazzino, da lui considerato un amico, gli praticherà l’eutanasia.
Un riccone che desidera vivere nel corpo di una ragazzina per quarantotto ore, trova, grazie a una società specializzata, un’adolescente con madre alcolista disposta a sottoporsi all’esperimento per soldi. La giovane riceve dalla società garanzie sul fatto che il suo corpo non subirà danni, ma tra masturbazioni e stupri l’uomo perderà completamente il controllo della situazione.
La figlia dell’astronauta passa le giornate sul balcone a guardare il cielo pensando al padre, mentre in casa si vede solo la TV sempre accesa su stupidi programmi e si suppone che la madre sia incollata lì davanti.

Rupert Everett

La regista racconta una serie di storie parallele mantenendo ben saldi i fili della narrazione e riportando lo spettatore al punto in cui si trovava all’inizio ma con la situazione capovolta: prima, l’astronauta perduto nello spazio pregava per non morire nella consapevolezza di avere poche possibilità di salvezza; ora, scopre di essere l’unico, rispetto agli abitanti della Terra, ad avere ancora una pur breve speranza di vita.

Il mondo descritto nella pellicola, in cui si parla anche di una nuova ondata di Covid nelle Isole Vergini, è quello in cui ci troveremo a vivere in futuro se continueremo a permettere alle tecnologie di prendere il controllo totale delle nostre esistenze senza più ricorrere all’uso di quel cervello di cui la natura ci ha dotato.

Qui è possibile vedere il trailer: