Lucca Comics & Games non è solo la kermesse di quanti seguono i giochi e il cosplay (e in minor misura i fumetti) ma può trasformarsi anche nel panorama ideale in cui fare una proposta di matrimonio. È quello che è successo a Chiara Bautista con James O’Barr, il celebre autore de Il Corvo da cui sono stati tratti vari prodotti multimediali tra cui l’iconico film “maledetto” con Brandon Lee.
Entrambi fumettisti avversi alle logiche mainstream, ed entrambi reduci da esperienze traumatiche che li hanno privati degli affetti più cari, sono stati indivisibili sia allo stand delle Edizioni BD, allestito in onore de Il Corvo, che alla conferenza stampa che hanno affrontato insieme.
Claudio Zuddas (CZ): Lei quest’anno è presente, seppure indirettamente, anche con il nuovo progetto del Corvo made in Italy.
James O’Barr (JO): È un progetto che è nato grazie al tramite di Micol Beltramini, ci siamo conosciuti in una precedente edizione di Lucca.
CZ: Certo che fa uno strano effetto vedere Il Corvo a colori, ripensando alla vecchia versione in bianco e nero.
JO: Il risultato è buono, molto espressivo. Io immagino in bianco e nero i miei fumetti anche per l’influenza che hanno avuto su di me i vari media in bianco e nero di cui ho fruito, soprattutto i film. I vecchi noir, per capirci.
CZ: Non sarebbe male fare un remake del Corvo, intendo il film, in bianco e nero.
Chiara Bautista (CB): Sarebbe fantastico!
JO: Questo in parte è già stato fatto: nel film originale le scene d’amore sono filmate a colori secondo un metodo normale di ripresa, mentre quelle violente sono sgranate. Ma chissà che non si riesca a fare una nuova versione.
CZ: Il fulcro attorno al quale ruota Il Corvo è il concetto di vendetta…
JO: Quello è solo il punto di partenza, e nel corso degli anni ho rimaneggiato varie volte il fumetto. C’è sicuramente la vendetta come tema forte, ma c’è uno spazio molto importante anche per la redenzione. E ovviamente anche per l’amore.
CZ: Di certo Il Corvo è un fumetto diverso da quelli che escono negli Stati Uniti. Il protagonista ha dei poteri soprannaturali, ma non è certo un supereroe classico.
JO: I supereroi non mi interessano, sono un genere molto standardizzato. Io cerco di fare più che posso per migliorare la scena dei comics americani.
CZ: Sente la forza iconica de Il Corvo?
JO: Intendi se ho avuto successo e ho fatto i soldi? Ma no, sono lo stesso di vent’anni fa, ho ancora una Honda Civic… Se ti riferisci all’impatto che ha avuto sul pubblico, sono rimasto commosso nel vedere l’accoglienza che ho avuto a Lucca e mi commuove anche il fatto che abbia dato vita al progetto Memento Mori.
CZ: Chiara Bautista, lei è appena alla sua terza apparizione in pubblico, e la fa oltretutto fuori dai confini statunitensi: come si è trovata in questa sua prima uscita italiana?
CB: Sono entusiasta, è tutto molto bello, meraviglioso… tanto più che James mi ha comprato un anello l’altro giorno qui a Lucca e mi ha chiesto di sposarlo!
CZ: Lei è l’autrice di Bunny Girl, un fumetto molto particolare che a sua volta è diverso dalle proposte tipiche del mercato statunitense: quanto c’è di messicano in Bunny Girl?
CB: È un fumetto molto legato alla cultura messicana, si basa su una leggenda messicana secondo cui il Sole e la Luna sono entità umanizzate.
CZ: Com’è la scena del fumetto in Messico?
CB: Non ci sono molti fumetti di supereroi in Messico, se non quelli importati dagli Stati Uniti, è una scena più simile a quella europea. Ci sono fumetti basati su cose più ispirate alla nostra realtà, come potrebbero essere le telenovelas.
CZ: Ci sono fumetti sui Luchadores?
CB: Sono rimasta sorpresa nel vedere Quebrada [fumetto scritto da Matteo Casali per vari disegnatori, ndr], non sapevo che i luchadores fossero famosi fuori dai confini messicani. Mentre da noi non ci sono fumetti sull’argomento, almeno non che io sappia.
JO: Ormai è un mondo globalizzato.