Nicola Genzianella è uno dei disegnatori di Dampyr, testata di Sergio Bonelli Editore con già sedici anni alle spalle. Prima di approdare a quei lidi si è fatto le ossa sulle pagine delle riviste Il Giornalino e L’Intrepido in un’epoca in cui esistevano ancora “palestre” per i giovani autori. Una di queste può essere considerata anche la testata Zona X della Bonelli per cui Genzianella disegnò un episodio.
Lo incontriamo nel Caffè degli Artisti dove insieme ad altri disegnatori vende originali, esegue sketch e prende commissions.
Claudio Zuddas (CZ): Eccoci qui con Nicola Genzianella al Caffè degli Artisti che contrariamente alle polemiche che ci sono state a me sembra proprio un bel posto. Qual è la tua opinione in merito?
Nicola Genzianella (NG): È una posizione nuova, aspetto la fine della fiera [questa intervista è stata realizzata il primo giorno di Lucca Comics & Games, nda] per dare un giudizio e sentire anche le impressioni degli altri. Sicuramente per me è sempre una bella esperienza, credo che sia migliorato come posizione e anche come aspetto estetico. L’anno scorso non c’ero stato, quest’anno speravo di vedere una maggiore adesione da parte degli autori e spero che si cresca ancora di più.
CZ: Attualmente a cosa stai lavorando?
NG: Sono ormai quasi vent’anni che lavoro a Dampyr e continuo a lavorarci, ho preparato il numero 201 che uscirà a dicembre.
CZ: Dampyr è una testata ancora molto solida nel parco Bonelli, vero?
NG: Ha un suo zoccolo duro e ha il suo pubblico; chiaramente ha subito come un po’ tutti il periodo che stiamo vivendo, in cui sappiamo che le vendite non possono toccare i livelli di una volta. Però è una serie che va avanti, ne sono contento, abbiamo già programmi per il futuro: sto preparando una storia per l’anno prossimo che uscirà nell’autunno del 2017.
Non so quali saranno i progetti per il futuro, anche perché sono cose che non vengono mai dette a un disegnatore [sorride, nda] ma dal mio canto sono molto contento di continuare perché è una serie che mi piace molto.
CZ: Stai lavorando anche per altri mercati oltre a quello italiano?
NG: Sono ormai dieci anni che lavoro anche per il mercato francese, ho finito una serie di due libri di cui il primo uscirà a gennaio per la Casterman (quindi verrà presentato in tempo per Angoulême [il più importante festival del fumetto francese, nda]) e poi un altro progetto che uscirà sempre il prossimo anno ma per Dupuis: anche questa è una serie di due libri.
E anche lì continua questa esperienza che comunque voglio mantenere perché il fumetto d’Autore (o graphic novel come si dice oggi) è una cosa che mi piace molto; quindi cerco di fare entrambe le cose: sia albi Bonelli che volumi per la Francia, e fino ad adesso ci sono riuscito.
CZ: Preferisci la tranquillità del fumetto Bonelli che ti dà del lavoro sicuro o la libertà creativa che ti dà il mercato franco-belga? O è meglio, come fai tu, avere entrambe queste valvole di sfogo?
NG: Bella domanda! Probabilmente è l’ultima opzione che hai detto: io voglio tenermi entrambe le cose, con i loro pregi e i loro difetti specifici. Entrambe presentano dei punti dei forza e delle difficoltà, ma a me piacciono entrambe. Da un lato Bonelli ti permette una esecuzione più veloce e ti dà determinate cose ma non ti permette di prenderti certe libertà espressive, ma a questo compenso con i libri che faccio per il mercato franco-belga.
CZ: A vedere le tavole di Dampyr che hai qui in vendita non si direbbe.
NG: È vero che Dampyr ha sempre permesso una certa libertà, ma stiamo sempre parlando di una gabbia predefinita e certe cose non si possono ancora fare.
Luca Lorenzon (LL): Scusa, Nicola, forse si tratta solo di un’omonimia… eri tu quel Genzianella che aveva collaborato alle illustrazioni del gioco di ruolo I Figli dell’Olocausto?
NG: Sì, ero io! È una cosa che risale a tantissimi anni fa, io facevo ancora la scuola di fumetto e quindi doveva essere la fine degli anni Ottanta. È stata una bella esperienza giovanile.
LL: Avevate anche fondato uno studio o qualcosa del genere all’epoca, giusto?
NG: Non avevamo uno studio ma eravamo solo un gruppo di lavoro. Tra l’altro adesso uno degli autori originali del gioco di ruolo voleva riproporlo con un’altra veste grafica.
LL: Ci hai dato un primizia, quindi.
NG: Sì, so che ha questa intenzione. È probabile che su FaceBook si trovi qualcosa, perché so che ha ripreso a mettere mano su I Signori del Caos che era il primo lavoro per l’editore che ci aveva pubblicato, BlackOut. Sta lavorando su quel gioco e sicuramente rilancerà anche I Figli dell’Olocausto aggiornando ovviamente le regole tenendo conto del panorama dei giochi di ruolo moderno.