Mentre i bambini scattano foto e ridono tra loro, lui non si dà pace: “Ci sarà pure qualche statua che non sia stata mai spostata. O forse no! Forse è una specie di regola della città: magari c’è una sorta di obbligo a far circolare gli arredi urbani prima di qua e poi di là…”.
(Il valzer delle statue)
Descrivere una città multietnica e multiculturale come Trieste non è un compito facile per uno scrittore. Le sfaccettature di una città come questa, che ha conosciuto diverse vicissitudini nell’arco della sua storia, sono talmente tante che diventa impegnativo sia riuscire a coglierle tutte che descriverle in modo intelligente e con la giusta dose di ironia.
Corrado Premuda, già autore e curatore di volumi per adulti e bambini che aiutano a riscoprire l’amore per la fiaba e per l’arte – Felici e contente, Murmur, Un pittore di nome Leonor – , ha ora realizzato, per i tipi della Luglio Editore, sei libricini, di formato davvero tascabile, che mettono in evidenza vizi, virtù e tradizioni di Trieste e dei suoi abitanti. La serie, dal titolo Minudaie (Minutaglie), accompagna i lettori in una sorta di viaggio, in sei tappe, all’interno di una città che più peculiare non si può. E se la lettura è resa scorrevole da una scrittura diretta ed efficace, che non scade mai nel semplicistico, il divertimento è garantito anche dalla presenza delle illustrazioni di Anna Negrelli che, con un colpo di pennello, riesce a cogliere l’essenza della narrazione e riprodurla fedelmente.
La struttura dei testi consente all’autore di alternare agilmente lingua italiana e dialetto riportando così, su carta, tutta la vivacità e la spontaneità della parlata tipica triestina. Questa scelta ha lo scopo di mettere in risalto i pensieri dei personaggi permettendo anche di chiamare in causa gli impareggiabili vecchietti, che non esitano a esprimere opinioni o giudizi su questo o quell’avvenimento e a fare sfoggio di una cultura invidiabile.
Tra le storie più curiose narrate nei libretti si può trovare quella del simpatico San Nicolò – vera e propria istituzione in una città come Trieste dove ogni anno, il sei dicembre, i bambini ricevono un regalo per suo tramite – che viene colto da improvvisa amnesia, a causa dell’eccessivo stress, e si vede dunque costretto a farsi aiutare da un’astuta bambina triestina decisa più che mai a riportare la gioia nei cuori dei suoi piccoli amici. Il valzer delle statue assume, invece, un tono più realistico visto che l’argomento principale è il continuo spostamento di cui sono state oggetto, negli ultimi anni, le statue di Trieste. Un povero maestro in viaggio in città con scolaresca al seguito finisce quindi per andare in confusione e iniziare una sorta di “caccia alla statua” per individuare i nuovi luoghi di collocazione dei monumenti che ci tiene tanto a mostrare. Tuttavia, se la situazione gli crea non poche difficoltà, i bambini, in compenso, ne escono entusiasti e contenti e con un arricchimento culturale non da poco.
La serie è integrata dalla storia del gatto randagio che sperimenta la vita in città e che, dopo le classiche tappe obbligate in porto, nelle pescherie o presso qualche gattara, trova finalmente il suo paradiso in terra all’interno del celebre castello di Miramare mettendosi a dormire addirittura sul trono di Massimiliano, dal racconto del bambino che si rifiuta categoricamente di assaggiare la tradizionale jota, dalla storia di un girasole del Carso e dall’insolito dialogo tra due pesci tipici del porto di Trieste, un guato (ghiozzo) e un branzino, che hanno molto da dirsi e da insegnare.
Una lettura piacevolissima che merita di essere scoperta dai bambini e apprezzata dagli adulti.