Nata nel 1978, Laura Spianelli ha nel suo curriculum molti lavori e molte collaborazioni con svariate realtà editoriali fumettistiche e non. E pensare che si è diplomata presso l’Istituto Agrario della sua città.
Terminati gli studi alla Scuola del Fumetto di Milano ha lavorato per realtà operanti nel settore del fumetto come Eura Editoriale (storie autoconclusive su Lanciostory e Skorpio), Star Comics (NOX), Nicola Pesce Editore (Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini), Coniglio Editore (storie brevi su X Comics) ma anche per progetti più particolari come illustrazioni per la riviste Focus, Max e il libro Saghe Mentali di Caparezza edito da Rizzoli. Ha lavorato anche nel campo dell’editoria scolastica ed è una delle illustratrici del gioco di ruolo di grande successo Sine Requie.
Realizza progetti e commissioni di vario genere (grafica, loghi, illustrazioni, caricature, ecc.) tramite lo Studio Mostarda fondato insieme al compagno Simone Delladio.
“Folgorata” da Dylan Dog all’età di quattordici anni, ha degli interessi e delle passioni fumettistiche che vanno dai Maestri della scuola argentina al manga, dagli autori statunitensi più autoriali alla BéDé. Forse anche a causa di questa eterogeneità di interessi il suo stile che parte da una solida matrice realistica lascia affiorare spesso elementi caricaturali e grotteschi.
Luca Lorenzon (LL): Se vuoi presentarti…
Laura Spianelli (LS): Ciao Luca e ciao a tutti/e, mi chiamo Laura Spianelli, disegno fumetti e illustrazioni da quando sono uscita dalla Scuola del Fumetto di Milano e ci tengo a dire che ormai sono più di quindici anni di amore per il mezzo fumetto!
LL: Mi confondo con qualcun altro o eri tu che mi dicevi di aver avuto Angelo Stano come insegnante alla Scuola del Fumetto?
LS: Mi dispiace ma non ero io! (sorride). E pensa che negli anni non sono mai riuscita a conoscerlo benché mi abbiano detto abiti vicino a dove sto io! Alla SdF a Milano ho avuto Alessandro Baggi come insegnante di fumetto, Diego Cajelli per sceneggiatura, Mauro Muroni come insegnante di tecnica del colore e infine Civardi per quanto riguarda lo studio dell’anatomia. È stata una bellissima esperienza durata tre anni in cui ho avuto l’occasione di immergermi completamente in questo linguaggio che trovo straordinario, sempre giovane e al passo coi tempi.
LL: Nel tuo orizzonte al momento cosa c’è, oltre ovviamente a Sine Requie di cui sei una delle illustratrici stabili?
LS: Adesso sto portando avanti due progetti personali. Stirpe di Pesce, in inglese Fish’s Descent, e dall’altra parte una piattaforma di divulgazione per il fumetto indipendente. Quest’ultimo progetto, per il momento, è solo in fase di test ma stiamo lavorando affinché diventi qualcosa di più.
Stirpe di Pesce è la mia prima storia a fumetti autoprodotta e a lungo respiro, una fiaba nera di una figlia delle onde nata in un mare inquinato e sporco di scarti industriali… e ti ringrazio dello spazio che mi dai di poterne parlare, perché non ho mai fatto una presentazione ufficiale.
Mi sto occupando della scrittura della storia anche grazie all’aiuto di Simone Delladio (supervisore finale e spietato), poi realizzo le matite, chine e infine colori e lettering. La pubblicazione al momento è online al seguente indirizzo: www.stirpedipesce.com.
Il mio desiderio è che si trasformi in un volume cartaceo, ma al momento è troppo presto per questo e mi godo il periodo di creazione!
C’è anche un’altra cosa che mi sta divertendo portare avanti e che a maggio è arrivata al suo terzo incontro, ovvero: Il Caffè del Fumetto. Il nome l’ho scelto perché mi sono sempre appassionata ai Caffè letterari e filosofici, dei momenti in cui discutere liberamente e confrontarsi con la speranza di uscirne arricchiti. Ecco, questa è l’intenzione dei nostri incontri che avvengono fisicamente presso un caffè di Voghera gestito da un’amica.
LL: Con Simone Delladio avete anche in piedi lo Studio Mostarda che si occupa di grafica, pubblicità, ecc.
LS: Più che altro portiamo avanti i nostri lavori come illustratori e come fumettisti. Al momento Simone ha molti progetti in corso [e infatti sarebbe arrivato a Lucca solo la sera di venerdì 30 ottobre a causa di impegni di lavoro, ndr], ad esempio le Edizioni Inkiostro gli hanno affidato il secondo lavoro: aveva iniziato con Paranoid Boyd, lo hanno spostato su Cannibal Family e adesso è al lavoro su Torture Garden, storia horror a puntate scritta dalla brava e misteriosa Barbara Baraldi.
LL: Ma torniamo a te: quali sono gli stili e i maestri che ti sono serviti da ispirazione?
LS: Alessandro Baggi per primo, sono stata fortunata ad averlo come insegnante, quindi è stato veramente il mio “maestro” col fumetto, inoltre mi piace moltissimo la sua istintività, il suo modo unico di trattare le pagine a fumetto, la sua tecnica precisa e infarcita di incubi nello stendere la china. Altri disegnatori e disegnatrici che non possono mancare sulla mia scrivania quando disegno sono: Breccia, Carlos Gomez con le meravigliose storie di Dago, la Wendling e infine Mathieu Lauffray, la sua freschezza nel comporre le vignette mi lascia sempre senza parole.
LL: Intendi Breccia padre o figlio (o figlie, perché Enrique Breccia ha anche due sorelle, Cristina e Patricia, che fanno o hanno fatto fumetti)?
LS: Alberto Breccia. Il suo stile ha influenzato molto anche Simone.
LL: Francamente non ho ravvisato molte influenze di Alberto Breccia nel vostro stile.
LS: Forse perché lo teniamo presente ma non lo copiamo selvaggiamente. A me serve tenere un volume di Alberto Breccia sulla scrivania mentre disegno perché mi ispira, mi arricchisce, mi ricorda che su un foglio si possono tracciare tante linee e mi stimola a cercare sempre soluzioni nuove e migliori. Carlos Gomez invece ha la caratteristica unica di tracciare protagonisti ogni volta nuovi e caratteristici. Non ho idea di come faccia, ma cerco sempre anch’io di variare i personaggi e caratterizzarli come fa lui, digerendo il tutto nel mio stile.