Giuseppe CamuncoliDa Reggio Emilia agli States Giuseppe Camuncoli è riuscito a realizzare il sogno di tanti aspiranti disegnatori italiani: attualmente è in forza alla Marvel Comics e disegna nientemeno che il personaggio-simbolo della casa editrice, Spider-man.

Nato nel 1975, frequenta il Liceo Scientifico ma ha anche modo di frequentare un corso di fumetto (con la benedizione del padre appassionato di Tex) che gli apre nuovi orizzonti. Esordisce giovanissimo con una fanzine autoprodotta insieme ad altri partecipanti al laboratorio di fumetto di Otto Gabos e Onofrio Catacchio e insieme a Matteo Casali fonda lo studio Innocent Victim con cui produce Bonerest e parte della storia collettiva Quebrada. Bonerest (vincitore del Premio Micheluzzi al Napoli Comicon) sarà il suo biglietto da visita per il mercato statunitense, dove dal 2000 lavora per le più grosse realtà editoriali: DC Comics, Image e Marvel.

La sua attività professionale si estende però anche ad altri mercati e per l’esigente mondo della BéDé francese disegna Maori e nientemeno che un seguito ufficiale della mitica serie Gli Scorpioni del Deserto, sempre in collaborazione con Casali, mentre in Italia gli vengono affidati progetti speciali per mostri sacri del fumetto nostrano come Tex, Diabolik e Dylan Dog.

Approfittando della sua gentilezza e disponibilità lo incontriamo allo stand Radium (già Atomico) dove è presente con la nuova edizione di Quebrada.

Claudio Zuddas (CZ): Sei piuttosto impegnato in quest’ultimo periodo, tra lavori di altissimo livello per gli Stati Uniti, altri progetti e variant cover varie [Giuseppe Camuncoli ha firmato la variant di Morgan Lost disponibile a Lucca per Sergio Bonelli Editore, ndr]; ma come fai a gestire tutto questo lavoro?

Giuseppe Camuncoli (GC): Dormo poco.

CZ: La risposta era più semplice di quel che pensavo!

GC: Per il momento è una cosa che riesco a fare. Certo, mi piace moltissimo dormire ma mi piace molto anche il mio lavoro; anche la variant cover di Morgan Lost è una cosa che si è inserita all’ultimo momento ma era talmente bella come opportunità che non ho potuto dire di no.

Morgan Lost

CZ: Per curiosità, in quanto tempo l’hai fatta?

GC: Non saprei calcolare le ore di preciso. L’ho fatta in un pomeriggio, comunque.

CZ: Pensavo di più, è una wrap-around cover che continua in quarta di copertina e l’immagine è dettagliata.

GC: Certo, ma da questo punto di vista non riesco a quantificare. Quando parto so che devo finire una cosa in quella giornata e non mi accorgo se siano passate quattro ore o cinque o due.

CZ: Può darsi che lavorare anche per gli Stati Uniti coi loro ritmi ti abbia reso più veloce?

GC: Negli anni in realtà ho mantenuto la stessa velocità, aumentando (spero) il livello della qualità.

CZ: Già da Bonerest si vedeva quello che poi sarebbe diventato il tuo stile.

GC: Sì, da lontano ma forse già si vedeva.

CZ: A proposito di stile, hai avuto qualche influenza particolare da qualche autore specifico?

GC: Beh, ho guardato a moltissimi autori. Adesso diciamo che ormai vado “in automatico”.

Les Scorpions du DésertCZ: Se ci fosse bisogno di ulteriore conferma, anche questo è il segno che sei un professionista e lo sei da parecchio visto che quando chiedi agli autori più stagionati quali siano le loro influenze di solito ti rispondo “tutti e nessuno”.

GC: Io all’inizio ho guardato molto a Hugo Pratt, ma ho guardato anche a Jim Lee e a Frank Miller. Però ho guardato molto anche al fumetto d’autore, ad esempio Mattotti, Toppi, Milazzo ma anche ad alcuni americani come Mignola e anche i classici come Kirby, Romita e Ditko. Insomma, mi sono “mangiato” un po’ di tutto, anche i giapponesi: io da piccolo disegnavo i cartoni animati. Spegnevo la televisione dove avevano appena trasmesso Goldrake, prendevo un foglio e disegnavo Goldrake.
Il mio stile direi che è la somma di tante cose, che negli anni mi sono piaciute e ho assorbito, magari a volte anche in maniera inconsapevole. Non è che mi sono mai messo lì a fare una cernita. Di sicuro i tre autori che più mi hanno colpito, anche perché hanno cambiato molte cose nel mondo del fumetto sono Pratt, Jim Lee e Frank Miller.

CZ: Forse Pratt per la sintesi, Jim Lee per lo spirito e Miller per l’atmosfera.

GC: Pratt per la sintesi sicuramente ma anche per gli sguardi perché sin da piccolo sono rimasto folgorato da come con quelle linee riuscisse a fare delle cose incredibili, come appunto la profondità e l’intensità degli sguardi. Ma ovviamente mi colpiva anche per l’eleganza del tratto.
Jim Lee perché quando è arrivato ha proprio fatto una rivoluzione a livello di dettaglio, ma anche a livello di potenza e dinamismo del tratto.
Miller per la sua “cattiveria”, per quella violenza di segno, memore anche di tanti autori della scuola argentina ma anche italiana: Pratt lo conosceva bene, così come si è guardato Toppi, De Luca. Ma c’è anche un po’ di Giappone in Miller.

CZ: C’è anche il caso famoso di quella tavola di Elektra ripresa da un manga.

GC: Ma in Elektra lives again c’è anche la scena, credo che sia una splash-page, in cui Matt Murdock attraversa un appartamento e scende delle scale e lì si vede chiaramente l’influenza di De Luca.

CZ: Attualmente su cosa stai lavorando, c’è ancora Spider-man nei tuoi progetti?

GC: Sono al lavoro sul numero 5 della serie nuova e mi auguro di rimanere sulla testata ancora per un bel po’ di tempo.

CZ: Immagino che sia una soddisfazione lavorare a una delle serie più famose del mondo.

Bonerest - la fine di un mondoGC: Sì, ed è ancora di più una soddisfazione perché sono stato richiesto proprio da Dan Slott e dopo quattro anni mi sto ancora divertendo a lavorare sulla testata.

CZ: Avresti mai detto quando hai cominciato a lavorare con Bonerest e Quebrada che un giorno saresti arrivato a questo livello?

GC: Assolutamente no, io ero già contento così, perché disegnare fumetti mi sembrava già la realizzazione di un sogno. La speranza ovviamente c’era ma sono sempre partito coi piedi per terra, se non avessi avuto successo non ci sarei stato malissimo… Sono già contento così: ho pubblicato la mia firma su fumetti che mi piacciono e vivo ancora oggi con questo spirito.