Un buon quadro
cerca sempre una buona parete
(Alessandro Fullin)

Andrea Guerzoni è tornato ad abitare le stanze di Trieste. E lo ha fatto con la sua nuova mostra, Kinderstube (la stanza dei bambini ma anche buona creanza, buona educazione), incentrata su quel mondo spensierato, e talvolta spaventoso, che è l’infanzia.

Kinderstube - un'immagine

Le tre pareti dello spazio espositivo dello Studio Tommaseo, in via del Monte 2/1, si sono trasformate nel luogo ideale per accogliere quei disegni che mettono a nudo, con un pizzico di ironia e una giusta dose di ferocia, quell’animo bambino che giace assopito in ognuno di noi e che, prima o poi, è destinato a svegliarsi di soprassalto anche in età adulta.

I disegni di Guerzoni escono dai canoni estetici tradizionali per andare a collocarsi nelle profondità dell’essere umano e stanare da tutti noi quell’episodio traumatico che pensavamo di aver rimosso. La leggerezza che, tuttavia, accompagna sempre queste opere, le rende allo stesso tempo divertenti e sbarazzine, e smorza immediatamente la tensione iniziale. La scelta, molto azzeccata, di sistemare i disegni alle pareti senza alcun supporto od ornamento, rende più istantanea la ricezione degli stessi e permette al visitatore, che entra in punta di piedi in quel mondo, di soffermarsi con maggior attenzione sui dettagli e sulle sfumature di significato e di accogliere lo stile guerzoniano con la medesima innocenza e stupefazione del bambino che acquisisce, finalmente, la consapevolezza di aver trovato qualcuno in grado di capirlo.

Kinderstube - un'immagine

La parete centrale della mostra è interamente dedicata ai disegni che l’artista ha realizzato in occasione della pubblicazione del volumetto Un pittore di nome Leonor (Editoriale Scienza 2015), a cura di Corrado Premuda, in cui si narra, con un linguaggio semplice e diretto in grado di coinvolgere anche i bambini più riluttanti, la gioventù di Leonor Fini (1907-1996), talentuosa pittrice e non solo, il cui compleanno era proprio il 30 agosto. Questa sezione di disegni, nati per uno scopo specifico, viene presentata al pubblico in apposite cornici, selezionate per mettere in risalto le singole opere e valorizzarne il contenuto, in modo che il visitatore possa apprezzare meglio il tratto dell’artista e operare un confronto tra un lavoro quasi definitivo e un lavoro in itinere come quello dei bozzetti citati in precedenza.

Ancora una volta, come già avvenuto in occasione dell’esposizione del 2012, Domestic Drama, dedicata all’Ulisse di James Joyce, Andrea Guerzoni riesce a stupire e a coinvolgere, dimostrando che il pregio fondamentale di un artista non è quello di seguire le convenzioni ma di aiutare chi osserva le sue opere a identificarsi nelle stesse e a riscoprire il proprio io bambino.

La mostra offre anche la possibilità di assistere alla proiezione del film documentario Mais où est Leonor?, realizzato nel 2009 da Giampaolo Penco con la collaborazione di Corrado Premuda (Trieste Contemporanea / Videoest).