Simone Delladio è uno dei disegnatori del nuovo corso del gioco di ruolo Sine Requie, ovvero Sine Requie anno XIII uscito nel 2008. Rispetto ai suoi colleghi si è fatto notare per le tecniche utilizzate, in cui il computer è ancora quasi del tutto assente.
Oltre agli acquerelli e agli oli con cui ha illustrato i manuali di Sine Requie e di alcuni giochi da tavola, si è dedicato con successo al fumetto (suo primo amore) realizzando tavole per varie case editrici italiane. “Successo”, ovviamente, riferito al desolante panorama nazionale degli ultimi anni, ché se Delladio avesse avuto qualche anno in più e si fosse affacciato prima alla professione oggi sarebbe in forza presso realtà più grosse con cui comunque ha avuto qualche contatto.
Da un po’ di tempo lo seguo alle varie fiere a cui partecipa (segnatamente, Lucca Comics & Games e ModenaPlay) e posso vantare diverse dédicaces sui miei manuali. Come da programma, lo incontro il primo giorno dell’edizione 2014 della kermesse lucchese, quando lo stand di Asterion Press, editore di Sine Requie, è già preso d’assedio dai fan.
Luca Lorenzon (LL): Se vuoi presentarti…
Simone Delladio (SD): Mi chiamo Simone Delladio e sono un disegnatore, sono un illustratore di Sine Requie e disegno anche fumetti.
LL: Dinne qualcuno.
SD: Allora: Legion 75 della Star Comics, N.O.X., sempre della Star Comics; ho lavorato per Nicola Pesce Editore per un po’ di tempo, e sono illustratore da sempre di Sine Requie; posso dire in anteprima che da pochi giorni è uscito anche un mio fumetto di tre pagine su Creepy per il cinquantesimo anno.
LL: Quale edizione di Creepy?
SD: Quella americana. In Italia è conosciuto come Zio Tibia, era un bel fumetto, un po’ datato, anni Sessanta.
LL: La tua storia comparirà anche in Italia?
SD: Non lo so, non me l’hanno ancora detto. In teoria sì, perché è il cinquantesimo anniversario della testata e dovrebbe arrivare anche in Italia.
LL: Creepy aveva avuto una versione spagnola con Toutain di grande successo, mi pare che fossero oltre 200 numeri, tra gli anni Settanta e Ottanta, forse in Italia non è tanto conosciuto ma comunque lo conoscono anche qua.
SD: In Italia era già arrivato in alcune ristampe, in alcune raccolte. Non so dirti di più, perché il volume a cui ho collaborato – io non l’ho ancora visto: è stato editato, alcuni americani mi hanno anche fatto i complimenti, ma il volume ancora non l’ho visto.
LL: Vedo che qui stai disegnando [Simone Delladio sta facendo delle dédicaces sui volumi del gioco di ruolo Sine Requie, nda] con la penna biro, come Manara e Gibrat.
SD: Mi imbarazzi se mi paragoni così ai Maestri… io sto usando la penna biro perché qui bisogna soprattutto unire la velocità alla realizzazione di un qualcosa di “scenografico”. Diciamo che di solito io pitturo con una tecnica particolare.
LL: Esatto, posso testimoniarlo, mi hai fatto parecchi acquerelli.
SD: Sì, di solito uso degli acquerelli o degli ecoline, ma con un additivo che li fa seccare e crea una patina. È molto carino, come effetto.
LL: Mi pare che anche Juan Gimenz utilizzi ogni tanto una tecnica simile, però con gli acrilici. Ci sono alcuni quadri che ha fatto che sembrano spezzarsi, sono pieni di crepe (volute, ovviamente).
SD: Io pensavo che utilizzasse delle tempere, all’inizio, ma in effetti mi sono accorto che utilizza degli acquerelli.
LL: Acquerelli e acrilici, a seconda del lavoro. Dei tuoi progetti futuri cosa ci puoi dire?
SD: Come progetti futuri in teoria stiamo guardando fuori dall’Italia. Però nel frattempo continuiamo con i soliti lavori e se ci saranno novità te le farò sapere al più presto.
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