Qual è il suicidio più lento? Nascere e aspettare che tutto finisca.

(Ulli Lust)

Troppo non è mai abbastanza - copertinaNegli anni Ottanta, due adolescenti punk, Ulli ed Edith, carine e molto incoscienti, varcano illegalmente il confine italo-austriaco per compiere un viaggio di due mesi in Italia all’insegna della spensieratezza e della scoperta di un mondo a loro sconosciuto. Senza soldi né documenti, e senza avvertire i loro genitori, le due iniziano così ad avventurarsi per il paese, percorrendolo da nord a sud, con il sogno di raggiungere la Sicilia.

Quello che, in principio, sembra un viaggio tragicomico assumerà pian piano i contorni di una discesa all’inferno, con uomini che cercheranno continuamente di mettergli le mani addosso, mafia, droga e nottate in gattabuia. Dall’esperienza usciranno entrambe segnate, ma salve, con la differenza che Ulli sfrutterà il suo incredibile talento di illustratrice e sceneggiatrice per realizzare il romanzo a fumetti più corposo mai prodotto in Germania: Heute ist der Letzte Tag vom Rest deines Lebens (letteralmente: Oggi è l’ultimo giorno del resto della tua vita, tradotto in Italia con il titolo: Troppo non è mai abbastanza).

Il volume, pubblicato in tedesco nel 2009 e recentemente in italiano per i tipi della Coconino Press-Fandango, è ora al centro di una mostra organizzata dal Goethe-Institut Triest, in collaborazione con il Comune di Trieste – Servizio Biblioteche Civiche e l’Accademia di Fumetto. In esposizione venticinque tavole originali, tratte dalle 460 pagine di cui si compone l’opera, nonché alcune illustrazioni libere e una decina di ritratti realizzati dall’artista durante un recente viaggio a Roma, Napoli e Palermo. I ritratti hanno tutti per protagonisti maschi italiani, il cui sguardo e le cui pose dicono molto di più di quanto potrebbero fare le parole.

Ulli Lust dimostra di conoscere alla perfezione le tecniche illustrative dei grandi fumettisti e, pur essendosi avvicinata tardi a questo mondo, realizza tavole cariche di emozioni che denotano un’estrema cura per i dettagli e straordinarie doti mnemoniche (il modo in cui riesce a riprodurre fedelmente i paesaggi e i monumenti italiani, senza tralasciare nulla, è semplicemente stupefacente).

Ulli Lust

L’autrice non si pone l’obiettivo di giudicare le persone o gli eventi in cui è stata coinvolta, ma lascia che sia il lettore/visitatore a trarre le opportune conclusioni. Anche nel suo rappresentare le scene di violenza (Ulli, all’epoca, fu stuprata) non riversa sulla carta cattiveria o desiderio di vendetta, ma traccia un resoconto delle situazioni in cui la realtà assume contorni onirici (vedesi le mani degli uomini che sembrano continuamente allungarsi verso di lei).

Le tavole originali permettono di apprezzare meglio la complessità del lavoro dell’artista, mettendo in risalto le sue doti e il suo coraggio nell’affrontare un tema di forte impatto sociale, ma soprattutto nel narrare un’esperienza di vita, la sua, che avrebbe anche potuto concludersi tragicamente.

L’introduzione di Mario Cerne, dell’Accademia di Fumetto di Trieste, ha permesso ai visitatori presenti all’inaugurazione di cogliere ogni singola sfumatura di un’opera che ha richiesto quattro anni di gestazione e la cui pubblicazione, dato l’elevato numero di pagine, è stata a dir poco travagliata. Nel 2010 Troppo non è mai abbastanza è valso all’autrice il premio ICOM per il “Miglior fumetto indipendente”. Nel 2011, invece, l’edizione francese è stata insignita del Prix Artémisia de la bande dessinée féminine e del Prix Révélation nell’ambito del Festival del fumetto di Angoulême.

Una tavola del fumettoLa mostra merita di essere vista non solo per il lavoro in sé, ma per il contenuto forte che aiuta a riflettere sulla condizione della nostra società, e per lo stile peculiare con cui Ulli Lust riesce a parlare di avvenimenti brutali mantenendo una leggerezza che non ci si aspetterebbe da chi ha provato tutto questo sulla propria pelle. La società di oggi non è quella degli anni Ottanta, ma confrontando i volti degli uomini ritratti dall’artista in questo 2013 con quelli raffigurati nelle vignette, si acquisisce la consapevolezza che la mentalità, purtroppo, non è molto cambiata.