Secondo te, come mai ci siamo ammalati?
Ti poni la domanda sbagliata, avresti dovuto dire: secondo te, come mai siamo sopravvissuti?(Mario Balsamo, Guido Gabrielli)
Mario e Guido sono due grandi amici che, insieme, hanno saputo affrontare le gioie e i dolori che la vita ha loro riservato. Raggiunta l’età di cinquant’anni, si sono resi conto che è arrivato il momento di tirare un po’ le somme di questa esistenza, confrontando ciò che sarebbe potuto essere con quanto è stato in realtà.
Nel 1985, giovani e pieni di speranze, avevano compiuto un viaggio che si era rivelato determinante per il loro modo di pensare, e che aveva avuto come sottofondo i film di James Bond. Grandi appassionati delle pellicole tratte dai romanzi di Fleming, che andavano per la maggiore in quel periodo, i due erano giunti alla conclusione che il personaggio fosse il modello da imitare e l’ideale da raggiungere: il suo incedere elegante, le numerose donne che gli cadevano ai piedi e quel sapere sempre cosa dire e cosa fare in ogni situazione, lo rendevano praticamente perfetto. La vita, però, come spesso accade, si è rivelata ben diversa dalle aspettative. Mario è stato colpito da un tumore alla coscia, mentre Guido ha sofferto di leucemia. Entrambi sopravvissuti alla drammatica esperienza, che ha lasciato in Mario una brutta cicatrice e un grave problema muscolare, e ha comportato per Guido la perdita di dieci chili di peso e una perenne difficoltà di deglutizione, i due hanno deciso di rifare ora quel viaggio, nei luoghi della loro giovinezza, per comprendere che cosa è cambiato nel loro fisico e nel loro modo di concepire l’esistenza.
Presentato ieri, nell’ambito della 24a edizione del Trieste Film Festival, il film documentario Noi non siamo come James Bond, è un piccolo gioiello che riesce a commuovere e a far ridere con intelligenza. Mario e Guido rappresentano, in fondo, due facce della stessa medaglia, così simili eppure così diverse, che si confrontano e, a volte, anche si scontrano sui veri valori umani.
Mario, single impenitente, quando ha scoperto di essere affetto da una grave patologia ha deciso di non dire nulla ai propri genitori per evitargli qualsiasi sofferenza. Ha affrontato l’operazione da solo e, per i due anni seguenti, si è recato alle visite di controllo mantenendo sempre l’assoluto riserbo con la famiglia. Il problema muscolare, conseguenza dell’asportazione del tumore, gli impedisce di compiere movimenti sotto sforzo, e questo lo fa sentire un po’ inadeguato. La sua incapacità di avere una relazione stabile è legata a un impellente bisogno di esorcizzare la morte: stare con un’unica donna lo renderebbe troppo consapevole della mortalità dell’essere umano.
Guido, felicemente coniugato da anni, a causa della leucemia è rimasto per lungo tempo immobilizzato a letto. Il suo maggior desiderio, in quel periodo, era riuscire ad alzarsi per potersi lavare almeno un po’. I dieci chili che ha perso, dopo il trapianto di midollo, hanno generato in lui un effetto traumatico: ancora oggi fatica a guardarsi allo specchio, e anche in video, perché dentro si sente ancora com’era prima e quindi prova una forte sensazione di estraneità (un giorno, un ragazzo down, vedendo il suo incedere claudicante, lo ha fermato per strada e gli ha chiesto: “Qual è il tuo problema, invece?”. Guido si è allora reso conto che tutto stava in quell’invece). È una persona profondamente riflessiva, e ha scoperto che. per lui, ciò che conta è riuscire ad avere dei progetti, a compiere ancora dei lavori intellettuali e a mantenere un ottimo rapporto con la musica, che ha assunto un ruolo più centrale nella sua esistenza. “Mi piace essere nel tuo documentario”, confessa all’amico Mario, “ma la vita è un’altra cosa, la vita vera è più bella”.
Il viaggio si snoda tra la spiaggia di Sabaudia, Perugia e il bosco degli Spiriti introspettivi di Borgotaro, il tutto intervallato da una piacevole conversazione con Daniela Bianchi, celebre Bond girl di Dalla Russia con amore, che confessa ai due come Sean Connery, a soli trentun anni, già indossasse il parrucchino. Mario Balsamo tenta ripetutamente di contattare l’idolo giovanile, chiamando al telefono segretarie, centraliniste ecc… ma il tanto sospirato dialogo con uno degli attori più acclamati finirà in una bolla di sapone, e Connery si limiterà a rispondere: “non lavoro in questo periodo”, con tanto di chiusura di telefono in faccia.
La pellicola raggiunge momenti di vera poesia nelle scene sulla spiaggia, con Mario e Guido che si infilano in un sacco a pelo per scoprire che è un po’ come sottoporsi a una TAC, e nel loro entrare in acqua abbracciati, in memoria dei bei vecchi tempi.
La morale è che nessuno di noi è come James Bond, e per questo bisogna essere eternamente grati. Perché James Bond è finto, mentre noi siamo veri, e la realtà è sempre migliore della finzione.
Il film è stato insignito del Premio Speciale della Giuria all’ultimo Torino Film Festival, e sarà probabilmente trasmesso da Rai5 a marzo o ad aprile di quest’anno. La pellicola è ancora in cerca di un distributore.