Il 2012 è un anno di importanti novità nella casa editrice Sergio Bonelli Editore. Dopo molti anni, infatti, è stata inaugurata una nuova serie “a tempo indeterminato”: Saguaro. Accanto a miniserie di successo, l’ultima delle quali in ordine di tempo, Shanghai Devil, ancora in corso, dal mese di giugno le edicole italiane propongono mensilmente le vicende di Thorn Kitcheyan, il vero nome di Saguaro, uscito dalla fantasia di Bruno Enna. L’autore sardo, già noto agli amanti di fumetti per aver firmato diverse storie di W.I.T.C.H., Paperino Paperotto e PKNA per la Disney e di Dylan Dog per la SBE, si cimenta questa volta con una serie tutta sua. A dir la verità le intenzioni iniziali erano del tutto diverse. Enna aveva infatti proposto in casa editrice una miniserie ma Sergio Bonelli decise che Saguaro era un soggetto abbastanza robusto da poter affrontare l’avventura editoriale di una serie senza scadenze temporali a priori.
I lettori decideranno quindi il successo di questa ennesima scommessa di casa Bonelli, aprendo o meno il loro cuore a questo nuovo eroe. Sì, perché di eroe si tratta anche in questo caso: un nuovo protagonista che si schiera accanto a tutti gli altri personaggi che a partire da Tex Willer hanno popolato l’immaginario collettivo dei lettori italiani (e non) di fumetti. Un eroe le cui caratteristiche sottostanno alle regole non scritte che, in casa Bonelli, governano la nascita e l’evoluzione di ogni character. La prima è quella di essere un eroe positivo, il cui comportamento è ineccepibile, il che non significa che non possa sbagliare ma che, se lo fa, capisce dai propri errori e si redime. La seconda regola cui anche Saguaro non si sottrae è che l’avventura è il genere al quale le sue storie appartengono. La terza è che anche lui, come tutti i suoi predecessori, avrà una particolare attenzione alle ragioni degli altri, dei diversi, delle minoranze. Il tutto sarà presentato divertendo il lettore e proponendogli delle novità, così come ogni nuova testata di casa Bonelli ha sempre fatto.
La novità principale di questa serie è il soggetto del tutto particolare. Enna ha avuto l’idea per Saguaro leggendo un articolo di giornale che affrontava il caso di un gruppo di agenti federali nativi, fondato nel 1972 e operante tuttora al confine tra Arizona e Messico. Ha elaborato così le linee guida di un nuovo personaggio, Thorn Kitcheyan, un navajo della riserva che, al ritorno dalla guerra del Vietnam, viene scelto per reclutare una squadra federale che indaghi in quei casi ove la polizia tribale non ha le competenze o la giurisdizione. Ecco che viene offerta un’ambientazione avventurosa del tutto nuova per una serie Bonelli: il mondo dei pellerossa nell’epoca contemporanea. Anche in questo scelta, però, l’esperienza di Sergio Bonelli ha giocato un ruolo importante. Bruno Enna infatti, sulle prime, aveva pensato di ambientare le vicende di Saguaro ai giorni nostri ma Sergio Bonelli suggerì all’autore di spostarle proprio al 1972. Questa felice intuizione consente alla serie di ottenere due obiettivi in un colpo solo. Da una parte infatti colloca le storie in una dimensione che ha ancora lo spazio della fantasia: un passato senza cellulari, gps e tecnologia spinta come oggi offre all’autore la possibilità di evocare con più facilità emozioni quali nostalgia, mistero e senso del tempo perduto. D’altra parte ci fa conoscere una problematica storica semisconosciuta ai lettori quale il movimento di protesta e ribellione dei nativi americani che, proprio nei primi anni Settanta, scosse la società americana attraverso azioni dimostrative eclatanti e anche violente. E questo tema molto caldo è subito affrontato negli albi di settembre (Fratelli di Sangue) e ottobre (Il Prezzo del Tradimento), offrendo la possibilità all’autore di proporre diverse sfaccettature dell’eroe Saguaro.
Entra qui in gioco l’evoluzione che hanno avuto gli eroi Bonelli lungo la storia pluridecennale della casa editrice. Dall’eroe tutto d’un pezzo, raddrizzatore di torti, capace di discernere senza errore dove sta il bene da dove sta il male, rappresentato dal primo Tex Willer, si è arrivati all’eroe più dubbioso, più realistico, che sbaglia e ha dei vizi, rappresentato da Mister No, Ken Parker fino a Dylan Dog. È la stessa evoluzione che hanno avuto i lettori, bisognosi nel dopoguerra di solide certezze e poi, col passare degli anni, di qualcuno che assomigli di più a loro stessi. I distinguo ovviamente sono vari e necessari: ad esempio Tex non è più quello delle origini, ha acquisito col tempo, e proprio grazie all’apporto di Sergio Bonelli, degli aspetti più moderni di una maggiore umanità.
Saguaro si presenta sulle prime come un eroe tutto d’un pezzo. Lo stesso soprannome (il saguaro è un cactus del sud-ovest americano) evoca il suo carattere spigoloso e l’aspetto grafico, creato dal disegnatore Alessandro Poli che si è ispirato alle fattezze dell’attore Tom Berenger, ne sottolinea l’apparenza rocciosa attraverso i tratti fieri, la pelle un po’ bruciata e l’imponenza atletica. Nel primo numero lo vediamo protagonista di una scazzottata alla Tex, nella quale a farne le spese sono degli sbruffoni fatti volare fuori dalla finestra. Questo carattere da duro è rimarcato anche dalla risolutezza e dall’assenza di incertezze con cui risolve i primi casi in cui si imbatte. Il dubbio però si insinua presto, nel quarto albo in edicola a settembre, la cui storia è ambientata durante la ribellione di giovani nativi nell’anniversario del massacro di Wounded Knee e che si conclude nell’albo di ottobre. Il nostro, intervenuto per ripristinare l’ordine, ha una crisi di coscienza, si trova diviso tra il dovere e la solidarietà con i manifestanti. Ecco che emerge quindi il lato più moderno dell’eroe bonelliano, quello che lo rende più umano e più vicino a noi. Come ha detto lo stesso Enna: «Saguaro è un eroe, ma non sa di esserlo: si tratta di un uomo che ha smarrito tutti i suoi punti di riferimento e che torna a casa proprio per tentare di ritrovarli. Per tornare a essere davvero se stesso, per recuperare la propria umanità, questo tipo di eroe deve intraprendere un cammino avventuroso e interiore, deve soffrire e poi rinascere».
C’è un ulteriore elemento che sottolinea la continuità di Saguaro con gli altri eroi bonelliani: come Tex, ranger e capo dei Navajos con il nome di Aquila della Notte e Zagor, conosciuto e stimato dalle tribù della foresta di Darkwood come Spirito con la Scure, Thorn si pone quale mediatore fra due mondi, quello dei bianchi e quello dei nativi americani. Oltre all’episodio della ribellione dei nativi di cui abbiamo parlato sopra, il centro delle avventure di Saguaro è infatti la citta di Window Rock, capitale della Nazione Navajo, in cui si trovano i suoi organi governativi e politici, il Consiglio Tribale e l’Ufficio per gli Affari Indiani. Da qui il nostro si muoverà in tutto il sud-ovest americano, percorrendo quel lungo percorso interiore cui accennano le parole di Enna, necessario affinché un nativo che ha abbandonato la riserva da molti anni andando poi in Vietnam a combattere una guerra non sua, possa recuperare il contatto con la propria terra.
Il dualismo è quindi la natura di Saguaro: il cactus cui deve il soprannome è sì pungente, ma è anche fonte di vita preziosa; ha l’aspetto di un fiero pellerossa ma veste un vistoso giubbotto yankee da baseball; le sue avventure spazieranno nei canoni narrativi classici del genere avventuroso-poliziesco ma, nello stesso tempo, contribuiranno a far conoscere la situazione dei nativi; la narrazione avrà una componente “orizzontale” attraverso lo svolgimento delle storie ma al contempo anche una stratificazione “verticale” che andrà a fondo nel suo passato. E in tutto questo Saguaro non sarà un eroe solitario. Così come Tex è accompagnato dai suoi tre pards e Zagor dall’inseparabile Cico, Thorn avrà al suo fianco una sorta di famiglia e una donna, Kay Walken, poliziotta meticcia che abbandonerà la divisa della polizia tribale. Non è un caso, poiché la famiglia e la donna sono elementi importanti della cultura Navajo: la divinità primaria di questo popolo è infatti Donna-Che-Cambia, simbolo cangiante di saggezza e di quell’equilibro che Saguaro sembra aver smarrito allontanandosi troppo presto dalla riserva.
La sfida della Sergio Bonelli Editore è quindi dichiarata: vedremo se questo personaggio forte, ben caratterizzato, che odia i prepotenti e cerca di far giustizia in nome dei propri fratelli in un rinnovato scenario western dove, al posto di frecce letali e cavalli al galoppo, ci sono automobili e moto rombanti e moderne armi da fuoco, riuscirà a fare breccia nel cuore dei lettori.
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