Copertina Il caso Collini
Titolo: Il caso Collini
Autore: Ferdinand von Schirach
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Traduzione: Irene Abigail Piccinini
Pagine: 176
Anno: 03/2012
Prezzo: 14,00 Euro

Il Caso Collini è stato un caso letterario e politico in Germania. Si tratta di un romanzo, potremmo definirlo un legal thriller se lo giudicassimo solo dalla struttura. In realtà è molto di più. È uno sguardo su come il popolo tedesco si rapporta con il suo passato nazista. Il dissidio tra la colpa personale e quella giudiziaria, tra la Legge e la Giustizia sono i temi di questo romanzo. L’autore è un avvocato penalista, Ferdinand von Schirach, alla sua seconda prova letteraria dopo il libro di racconti intitolato Un colpo di vento.

La trama è molto semplice. Un ricco e potente imprenditore tedesco ottantenne, Hans Meyer, viene brutalmente assassinato da un immigrato italiano, Fabrizio Collini, che, dopo aver compiuto l’efferato omicidio, si consegna spontaneamente alla polizia. Il caso è fin troppo chiaro e la difesa del reo confesso viene affidata ad un giovane avvocato d’ufficio, Caspar Leinen. Questi, solo dopo aver accettato l’incarico, scopre che l’imprenditore è il nonno del suo migliore amico d’infanzia, morto in giovane età, e della sorella di questi, che l’omicida non ha mai smesso di amare. Proprio per questo decide di essere ancor più scrupoloso nel suo lavoro di difensore e si adopera al massimo per cercare di capire il movente che l’assassino si rifiuta di rivelare.

Lo stile asciutto di von Schirach ben si adatta a questa storia processuale che vede crescere la tensione del lettore durante le ricerche di Caspar fino alla scoperta dei fatti e delle motivazioni nascoste di Collini. Allora, colui che era stato additato dal circo mediatico e accusato di essere un feroce assassino si scopre essere un uomo da comprendere nelle sue azioni. In fondo il giovane avvocato ha perseguito il suo scopo: ha portato al centro del processo penale l’uomo. Von Schirach, in poco più di centosettanta pagine, riesce a trasformare un semplice legal thriller in un libro di denuncia, mostrando come la legge, seppur di uno stato democratico, non garantisca sempre giustizia a chi le si rivolge. Per di più, l’ambito cui la legge si riferisce è molto delicato: il passato nazista, tema pesante per il popolo tedesco e per lo stesso von Schirach in particolare, visto che il nonno, Baldur von Schirach, fu uno dei fondatori della Gioventù hitleriana. Accusato al processo di Norimberga di essere il responabile della deportazione di 185.000 ebrei austriaci, se la cavò con vent’anni di carcere, li scontò e trascorse gli ultimi anni della sua vita come uomo libero.

Ferdinand von Schirach

Il romanzo diventa così un atto di memoria, di richiamo all’assunzione di responsabilità per ciascun tedesco: esercizio intellettuale e presa di coscienza in cui von Schirach crede fermamente. Leggendo il libro mi è venuto alla mente il testo La questione della colpa del filosofo tedesco Karl Jaspers, in cui, subito dopo la seconda guerra mondiale, il pensatore affrontò con lucidità il tema della colpa del popolo tedesco, spronando ciascun suo concittadino ad un onesto e aperto esame di coscienza. Von Schirach in fondo produce lo stesso effetto e lo ottiene anche con la forza del suo linguaggio asettico: non servono giudizi e opinioni espresse direttamente dai protagonisti, a parlare sono i fatti scoperti da Caspar, nulla di più. E su quei fatti, sul perno della ricerca del giovane avvocato, ovvero la legge del 1968 che provocò la prescrizione di molti crimini nazisti, il Ministro della Giustizia tedesco ha istituito, all’inizio di quest’anno, una commissione d’inchiesta. Un atto importante e concreto di esercizio della memoria attraverso la comprensione delle cause e il riconoscimento delle responsabilità: l’unico modo per evitare che ciò che è già accaduto si possa ripetere.