Fucsia: un colore di moda negli ultimi tempi. Amato dai grafici più intraprendenti, quelli dei siti web d’assalto e degli eventi di richiamo internazionale, immancabile compagno di pop star e trendsetter, i creativi che fanno tendenza. Un colore che non lascia vie di mezzo: lo si ama o lo di detesta, perché colpisce, buca lo schermo, dà uno scossone al campo sempre affollato della comunicazione visiva. Il fucsia è il colore-simbolo che Eros Renzetti ha scelto per i suoi più recenti lavori. Fucsia è il colore dominante della sua opera “Ammaestrati”, quadro ad olio scelto da Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia della Biennale d’Arte all’Arsenale di Venezia nel 2011, e della copertina del suo libro monografico “Eros Renzetti. Mi è capitato un giorno” (Damiani Editore, pag. 112, euro 20) che riproduce un altro suo lavoro, il dipinto “Archi-Star”.
Il fatto che incuriosisce, e che rende originale il percorso di Renzetti, è l’uso che l’artista fa di questo colore che sa di plastica e di caramelle: le due opere sopraccitate sono infatti pitture ad olio realizzate nel più tradizionale dei modi, figlie di una scuola d’arte dove a contare sono ancora il talento e la pratica, il certosino esercizio nell’impostare lo spazio e nel distribuire il colore. “Ammaestrati” presenta dei guerrieri dall’elmo di robot che il fucsia dominante rende astratti e inaspettati ma la posa di questi eroi da favola, che si accovacciano in riva a uno specchio d’acqua, li accomuna ai fenicotteri che si abbeverano con grazia nella stessa scena: così regalmente proposti, uomini e uccelli diventano l’emblema di un significato simbolico senza tempo, della necessità di equilibrare la spiritualità con la consapevolezza del momento presente. “Archi-Star” mostra un personaggio a metà strada tra il cyborg e l’extraterrestre, figura nuda ricoperta da una pelle-tessuto che sembra formata da globuli rossi di diversa grandezza e con due grandi occhi verdi da gatto, seduto su una sorta di gigantesco uovo nero, in attesa, conscio di essere al centro dell’attenzione come i famosi architetti di grido capaci di far discutere per i loro progetti, visione surreale di un protagonista dei giorni nostri.
L’aggettivo surreale, per parlare di Eros Renzetti, non arriva a caso. Le sue opere mescolano consapevolmente temi e ispirazioni del mito legati all’uomo e alla sua storia con intuizioni contemporanee che si inseriscono nel tempo presente. Il libro appena uscito si apre con un intervento di Vincenzo Consolo, grande scrittore dalla straordinaria capacità linguistica scomparso di recente, sul lavoro di Renzetti: “Le sue figure di uomini con elmo, simile a quello del guerriero di Dodona, visti di profilo, le sue “presenze” di faccia, i suoi nudi, i suoi “tattoo” e soprattutto i suoi colori mi hanno ricordato la grande pittura surrealista di Leonor Fini, di Fabrizio Clerici o di Alberto Savinio.” Renzetti, ancora adolescente, diventa allievo e poi assistente di Fabrizio Clerici – artista visionario e colto per eccellenza – e il libro testimonia questo incontro importante attraverso quadri dei due artisti e fotografie (tra cui una scattata e ritoccata da Clerici in cui Renzetti impersona un San Sebastiano trafitto). L’amicizia con Leonor Fini è ricordata nella sezione del volume in cui compaiono le maschere di pietre Swarovski (indossate da una modella d’eccezione, Naike Rivelli) e le sculture in plexiglass realizzate da Renzetti (attivo anche in teatro per scenografie e costumi): come in uno scrigno delle meraviglie, vengono abbinate alcune delle opere più famose della pittrice triestina con i fotogrammi tratti dal videoclip “Bedtime Story” della pop star Madonna che cita magnificamente quei quadri. Suggestive anche le foto d’arte di Eddy Brofferio, Giovanni Cozzi e Riccardo de Antonis che, accanto al celeberrimo scatto di Wanda Wulz “Io + gatto”, raccontano il mondo di Renzetti, le sue ispirazioni e l’affascinante e poliedrico percorso di questo artista.
Le parole nel libro sono affidate alla visionarietà creativa di Vincenzo Mazzarella mentre la biografia dell’artista è redatta da Ines Millesimi. Nell’antologia critica figurano tanti nomi eccellenti tra cui Angelo Capasso, Laura Gavioli e Carmine Siniscalco. Il volume viene presentato al pubblico l’8 maggio 2012 alla libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni a Roma da Fabio Benzi e Ines Millesimi insieme con l’attore Massimo Napoli. Un libro dalla veste grafica molto curata, ricco e accattivante, che ha il pregio di documentare la storia e l’attività di un protagonista dell’arte italiana di oggi.