Ciò che non assolve la posta è compito del rilevatore, che deve sopperire ai trasferimenti di residenza e andar di casa in casa con i nuovi indirizzi.
Soprattutto gli anziani chiamano in Comune per farsi aiutare nella compilazione, non sono quasi mai soli ma sempre assistiti da parenti o badanti, le loro case hanno l’odore degli anni che si accumulano nelle tende, il centrino d’uncinetto è la costante degli ornamenti, assieme a pacchianerie più o meno ricorrenti, rimasugli da cerimonia altrimenti detti bomboniere.
La lucidità e la memoria degli anziani stupisce per la versatilità ai tempi, viene spontaneo portare rispetto verso la loro tempra nascosta dalle rughe di chi alla mia età, nell’altro secolo, aveva ben altro carisma: senso del sacrificio e volontà collettiva per costruire famiglia, paese e futuro.
Peccato che a fini statistici siano oramai esclusi dalla popolazione attiva. Che siano gli unici ad aver avuto la capacità preventiva dell’accumulo in caso di emergenza, ora non ha alcun peso ne “l’Italia che verrà” perché per ragioni anagrafiche saranno i primi ad andarsene invece che a venire. Sopravvivono solo gli stolti che si arrampicano sulle poltrone. Ma che per fortuna non abitano la mia zona di rilevamento.
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