Giancarlo BigazziParlare oggi di Giancarlo Bigazzi è come cercare tracce di memoria, spesso svanite, spesso nascoste. Bigazzi fu un artista di grande classe, esperto della melodia, sintetico nel creare testi da hit parade. Fu grazie a lui che cantanti come Marcella, Massimo Ranieri, Umberto Tozzi e tanti altri, vissero stagioni di grande successo; fu lui che portò la musica leggera a livelli di qualità, soprattutto grazie alla complicità dell’immancabile Totò Savio. Compagno d’avventure, Savio contribuì notevolmente a nobilitare l’orchestrazione leggera, in un’epoca, quella degli anni 70, ricca di fermenti, proiettata già verso la sintesi degli strumenti elettronici. Bigazzi, Totò Savio, Daniele Pace e Alfredo Cerruti formarono un quartetto insolito, gli Squallor. Il loro lavoro consisteva nel mettere in piedi una perfetta pantomima, recuperando la tradizione napoletana dell’opera buffa prima e della sceneggiata dopo, con il fine di regalare agli ascoltatori una serie di canzoni cariche di doppi sensi e di parole senza censure. Bigazzi fu il produttore, il grosso lavoro lo faceva Savio che creava le basi musicali sulle quali Cerruti raccontava le strampalate storie, un misto fra sesso e non sense.

Gli Squallor in breve divennero un fenomeno; vendettero dischi creando un precedente: senza nessuna pubblicità, ottennero un consenso ineguagliato per tempi in cui non esisteva la rete. Era assolutamente impossibile conoscere chi componeva il gruppo; i nostri tre seppero tenere il silenzio per lunghissimo tempo. Incisero prima per la Cgd e poi per la Ricordi. Giancarlo Bigazzi ebbe una grande intuizione: creare un gruppo dal nulla, quasi per scherzo, mettendo alla berlina proprio quel repertorio melodico che li aveva resi importanti. Probabilmente erano in pochi a sapere le identità dei componenti del gruppo; sicuramente Renzo Arbore fu complice, tanto che per il suo programma televisivo “Indietro tutta”, chiamò Cerruti nel ruolo del professore, ovviamente nascosto: ma la voce era quella degli Squallor. L’arcano era forse svelato? Non ancora. Nel 1992 gli Squallor incisero l’ultimo disco “Cambia Mento” (quasi un segno del destino). Daniele Pace, il cantante con la “r” arrotondata, era morto e di lì a poco anche Totò Savio sarebbe scomparso.

La dipartita di Giancarlo Bigazzi, che nel frattempo aveva lanciato Marco Masini, chiude un’era fatta da un gruppo di contro eroi, unici sicuramente. Bigazzi ne fu l’anima, irriverente e malinconico; sarebbe probabilmente piaciuto a Monicelli per una di quelle sue storie con una musica dolce, sincera, ironica ma molto triste, così come fu la vita del conte Mascetti.

Gli Squallor