Autore: AA.VV.
Curatori: Filomena Cecere e Alfonso Zarbo
Editore: Edizioni della Sera
Pagine: 150
Formato: 14x21cm
Prezzo: € 12,00
ISBN-13: 9788897139003
Se ne avete abbastanza dei vampiri di Twilight e del suo epigono ad alto contenuto erotico True Blood, nei quindici racconti di Stirpe angelica troverete di che divertirvi. Non tanto per la tematica trattata, quanto per l’originalità nell’affrontarla.
Gli angeli, si sa, sono un argomento ampiamente sfruttato e abusato da cinema e letteratura, che hanno quasi sempre cercato di fornire una visione idilliaca del soggetto. Come non ricordare La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra, dove peraltro l’angelo Clarence compare solo nell’ultimo quarto d’ora di film, quando ormai James Stewart ha perso la speranza? Si tratta quindi di un film più realistico che fantastico, il cui scopo è insegnare che la vita vale sempre la pena di essere vissuta e che i cattivi, purtroppo, non la pagano quasi mai. Passando dal serio al faceto, vale la pena citare il divertente Il paradiso può attendere (1978), dove Warren Beatty resta vittima di un angelo pasticcione che lo lascia morire e si vede quindi costretto a reincarnarsi nel corpo di un miliardario in procinto di essere assassinato; o il più surreale Michael (1996), che assume comportamenti tutt’altro che angelici e fa da novello cupido a William Hurt e Andie MacDowell, anche se forse Nora Ephron avrebbe fatto meglio a risparmiarci il John Travolta all’odor di biscottino.
Sul fronte dell’originalità, va un po’ meglio ne Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, dove la fine della Seconda guerra mondiale fa da sfondo alla storia d’amore tra un angelo e una mortale; e nel poetico Così lontano così vicino (1993), dello stesso regista, in cui due angeli si devono confrontare con la fragilità della natura umana che ha ormai smarrito il senso del bene e del male.
In ambito letterario, o per meglio dire fumettistico, una voce fuori dal coro è rappresentata dal racconto Impossibile realtà, comparso negli anni Novanta nell’albo n. 5 di Zona X, in cui Martin Mystère impedisce il suicidio di un povero “diavolo”, dai piedi caprini, e questo lo induce a ripercorrere la storia dell’Angelo caduto Lucifero, tra credenze vere e false che da sempre hanno accompagnato tale figura.
Stirpe Angelica non ha quindi lo scopo di parlare di qualcosa di nuovo, ma piuttosto di farlo in modo nuovo. Il lato positivo di questa scelta consiste nella possibilità, per il lettore, di apprezzare quindici diversi punti di vista che non scadono mai nel banale. L’angelo assume di volta in volta le fattezze di un essere alla ricerca di un corpo di cui impossessarsi, di una creatura vendicativa frutto dell’amore proibito tra un angelo e un essere umano, di un audace guerriero, di una donna sexy con tanto di spada fiammeggiante o addirittura di una bimbetta vestita Hello Kitty discesa sulla Terra per punire coloro che commettono atti impuri (praticamente tutti!).
Agli autori viene lasciata piena libertà di esprimersi e di optare per il genere letterario che prediligono, tra horror, azione, urban fantasy, avventura, comicità e un pizzico di sentimentalismo.
Qualcuno potrebbe obiettare che non si tratta di alta letteratura, ma sbaglierebbe. I quindici scrittori, malgrado la giovane età, dimostrano di possedere una notevole proprietà di linguaggio e di saper gestire bene la suspense avvalendosi di riferimenti culturali da non sottovalutare. Tutti hanno già maturato qualche esperienza in ambito fantasy, e la passione profusa traspare da ogni racconto. Ognuno ha già un proprio stile ben definito, quindi il rischio di trovare due racconti di identica impostazione è praticamente nullo. L’idea di focalizzare la propria attenzione su un’unica tematica dalle molteplici interpretazioni forse non è nuova – è già stato fatto con altre figure più celebri come Alice nel paese delle meraviglie – ma mantiene un suo interesse appunto per le diverse sfaccettature che assume.
Per gli amanti del genere sarà una piacevole lettura, per chi non lo ama sarà un’occasione per iniziare a scoprirlo. L’introduzione suggerisce di leggere il libro anche sui mezzi pubblici, ma io lo sconsiglierei: si rischia di ritrovarsi a due chilometri dalla propria fermata senza riuscire più a ritrovare la strada di casa.
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