È sembrato quasi provocatorio, per i promotori, dedicare l’edizione 2011 del FestivalFilosofia al tema della Natura. Certo, quella con la lettera maiuscola. Tanto si parla, infatti (sui giornali, nei talk-show e ad alti livelli) di ambiente, di salvaguardia degli ecosistemi, del problema dell’inquinamento atmosferico. Mai, invece, si parla di Natura intesa come bellezza, valore estetico e oggetto di speculazione filosofica.
“La vediamo ovunque, dall’alimentazione, dalla scelta delle vacanze, nei contenziosi: è la Natura, il più antico concetto filosofico. Negli ultimi due secoli c’è però qualcosa di nuovo in questa insistenza sulla Natura, ed è la spinta delle scienze e della tecnologia che produce questioni nuove per l’umanità. Così la natura non è più solo una dote che ci viene affidata, ma un compito per rendere più abitabile il nostro Pianeta”. Con queste parole Michelina Borsari, direttore scientifico del Consorzio per il FestivalFilosofia, ha aperto questa undicesima edizione che ha animato le città di Modena, Carpi e Sassuolo per tre giorni, dal 16 al 18 settembre scorsi.
Il festival, dal 2000 appuntamento immancabile di settembre, ha ospitato più di 240 eventi, divisi tra 45 mostre d’arte e fotografia, 50 lezioni magistrali in piazza e tanti spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Gli ospiti di questa edizione, come è nella tradizione del festival, sono stati i più eminenti intellettuali, filosofi e pensatori provenienti da ogni parte del mondo, dagli Stati Uniti all’India, passando dalla Germania e dall’Italia.
Ha aperto la kermesse venerdì pomeriggio, in una assolata quanto calda Piazza Grande, a Modena, Salvatore Settis con la lectio magistralis Paesaggio come bene comune, nel corso della quale il professore si è soffermato sulla circolarità tra paesaggio, territorio e ambiente, mostrando al pubblico come l’ambiente e la natura siano un bene da tutelare e proteggere da ruspe e cemento. Lo ha seguito Remo Bodei, con l’intervento Natura e artificio, dove il filosofo ha sottolineato come l’uomo abbia cercato e ottenuto il controllo e sottomissione della natura alle sue leggi. Infine, ha chiuso la prima giornata Tom Regan, capofila del movimento per la salvaguardia degli animali negli Stati Uniti, con Diritti degli animali, esponendo al nutrito pubblico la sua teoria filosofica sugli animali come esseri viventi pensanti che provano emozioni e sensazioni.
Sabato 17 è stata la giornata clou del festival, con la lectio del sociologo Zygmunt Bauman, a Sassuolo, titolata Cos’è accaduto alla natura?. Bauman ha tracciato un bilancio di quel controllo sulla natura già anticipato da Bodei, mostrando l’urgenza delle questioni ambientali e la necessità di assumersi la responsabilità nel salvare la Terra dal disastro futuro.
Domenica mattina, al festival si è parlato di diritti nell’era delle biotecnologie con Stefano Rodotà, che ha tenuto l’incontro denominato Biodiritto: parlare di questa disciplina è sempre più necessario di questi tempi, nei quali l’uomo ha deciso di regolare la natura grazie alla scienza e alla tecnologia.
Questi sono stati solo alcuni dei protagonisti, da affiancare ad altri importanti nomi, solo per citarne alcuni, come Salvatore Natoli, Marc Augè, Emanuele Severino, Carlo Galli, Umberto Galimberti, Massimo Cacciari e Vandana Shiva.
Ormai, con le centosettantamila presenze di quest’ultima edizione, l’appuntamento emiliano con la filosofia è diventato un vero e proprio evento. Ancora la direttrice Borsari: “Il FestivalFilosofia si conferma in continua crescita, ed è apprezzato e seguito particolarmente dai giovani, che hanno riempito le nostre piazze”. Infatti, i veri protagonisti di quest’edizione sono stati proprio studenti delle scuole giunti da ogni parte d’Italia, i quali, con la loro vivace ma sempre attenta presenza, hanno “occupato” le piazze. Tutti a seguire ciò che i maestri dicevano dal palco, pronti a prendere appunti sui bloc-notes sui quali studiare una volta a casa. Secondo i dati, la loro presenza quest’anno corrisponderebbe addirittura al 40% del pubblico totale.
Infatti, si sono visti i ragazzi per le vie di Modena, con le borsette rosse, simbolo del festival, e le caratteristiche magliette vendute negli stand promozionali con i più classici aforismi filosofici: “So di non sapere” (Socrate), “Tutto ciò che è vivo è intelligente” (Epicarmo). Non solo giovani, però: anche insegnanti, ingegneri, dottori, semplici curiosi di filosofia e tante arzille vecchiette che nutrivano ancora, nonostante gli anni, il desiderio del sapere filosofico.
In ogni caso, la filosofia si fa in tanti modi. A partire dalle mostre, importanti ed immancabili eventi collaterali che hanno attirato un gran numero di persone. Ognuna di esse era suddivisa in base al tema trattato: potenza della natura, conoscere la natura, natura umana, nature animali, ambienti, ecologie e paesaggi. Tutte riflesso in arte delle lezioni tenute dai filosofi in piazza.
L’installazione più visitata, con cinquemila visitatori in un solo giorno, è stata Nature is My Kingdom di Ansel Adams, presso l’ex ospedale Sant’Agostino. Adams è scomparso nel 1984, ma è ancora oggi uno dei massimi artisti del paesaggio negli Stati Uniti. Inserite nel gruppo “paesaggi”, appunto, le sue fotografie riprendono i picchi e le vallate dello Yosemite e le forme maestose dei canyon dell’Arizona: tutto su stampe in bianco e nero, che, oltre a mostrare al pubblico italiano il volto di un’America incontaminata e selvaggia, ripercorrono anche la carriera del fotografo e l’intenso rapporto con la natura che ha caratterizzato tutta la sua vita.
La mostra che, invece, ha sicuramente colpito di più per visibilità e stravaganza è stata Mortar and Pestle, curata da Tony Cragg, resa possibile grazie alla collaborazione della Collezione Maramotti di Reggio Emilia, facente parte del tema potenza della natura.
L’autore di Liverpool dal 1977 vive e lavora a Wuppertal, in Germania, e insegna all’Accademia d’arte di Dusseldorf. Gode di una fama internazionale notevole, tanto da avere alcune opere esposte al Louvre di Parigi. La scultura vuole mostrarsi proprio per quello che è: un grande mortaio dipinto di grigio metallizzato con un pestello. Essa è inserita in un ciclo di opere che Cragg sviluppa in modo orizzontale. Le forme delle sue sculture, Cragg le trae dagli oggetti più comuni, come bottiglie, lattine e vasi.
Non è inoltre passato inosservato, il grande parallelepipedo di cartoni Pak Pak, per il tema ecologie, realizzato da Steven Siegel, noto scultore americano sempre attento nell’unire l’arte all’ecologia, realizzando opere con materiale riciclato come giornali, lattine e plastica. Esposta sul piazzale antistante il Palazzo dei Musei di Modena, la scultura di Siegel è fatta interamente di contenitori bric Tetra Pak, mai tanto usato com ai giorni nostri. L’artista mira a reinventare la scultura, esponendola all’usura del tempo e intengrando i processi di decomposizione organica nell’arte.
Come dimenticare, poi, l’appuntamento più divertente e anticonvenzionale del festival? Parliamo dello spettacolo di Elio, nella vita Stefano Belisari, Figaro il barbiere, sabato sera in Piazza Grande a Modena, con l’accompagnemento dei musicisti Fabio Battistelli, Massimliano Damerini e Roberto Fabbricani. Un curioso e irresistibile omaggio alla città e alla filosofia, con una stravagante rivisitazione dell’opera di Gioacchino Rossini, dove il Figaro, alias Elio, canta le lodi del suo grande ideatore e maestro tra le classiche sedie girevoli della sua bottega, dove gli stessi musicisti fungono da improbabili clienti da servire.
Tra mostre, rassegne cinematografiche, forum, concerti, gli appuntamenti collaterali del FestivalFilosofia sono stati moltissimi: purtroppo, non basterebbero tre giorni per vederli e viverli pienamente.
L’edizione 2011 si chiude già pensando a quella del 2012, il cui tema è già stato annunciato: si parlerà infatti di «cose», ponendo l’attenzione sull’attività produttiva dell’uomo, da quella lavorativa a quella artistica.
Non resta che ritrovarci a Modena il prossimo anno, allora, ricordando di tenere sempre acceso il lume dell’intelletto.