Locandina della quarta edizione di Catodica, rassegna di videoarte organizzata da Fucine Mute e dal Gruppo 78 in collaborazione con Trieste Film FestivalAnche quest’anno vogliamo raccontare cosa fa quando è off-line il gruppo dietro a Fucine Mute Webmagazine. I molti lettori triestini presenti il 22 gennaio 2009 al Teatro Miela già lo sanno. Quelli che seguono fucine.com, però, sono sparsi per il mondo e numerosi quanto gli elettori persi dal PD nel 2008: a loro un breve resoconto è dovuto.

Il video qui pubblicato si intitola Kanku Raga: un suo still è stato scelto come immagine della quarta edizione di Catodica, rassegna internazionale di videoarte a cura di Maria Campitelli e organizzata dall’associazione culturale Fucine Mute. L’autore, l’inglese di origini indiane Hetain Patel, recupera e rielabora i rituali Hindu: in Kanku Raga troviamo Occidente e Oriente, body-art, video-art e ricerca sui suoni (la ritmica è quella delle tabla, strumento a percussione parte della tradizione musicale indiana). Nulla di più multimediale, quindi nulla di più coerente con la nostra attività on line.

Tal Enrico Baravoglia – che per voi, nostri lettori, non ha bisogno di presentazioni, tutt’al più di un link – ha già scritto nell’editoriale di Fucine Mute numero 80 che ci interessa la commistione tra diversi linguaggi: videoarte può significare cinema, musica, fumetto o teatro. Quest’anno, ad esempio, abbiamo assistito a tre performance distinte di persone in carne e ossa, parte integrante o accompagnamento di tre delle opere in programma.

Performance della quarta edizione di Catodica, rassegna di videoarte organizzata da Fucine Mute e dal Gruppo 78 in collaborazione con Trieste Film FestivalNello specifico abbiamo visto un’attrice, un ballerino e addirittura l’autore stesso del video. L’artista Angelo Pretolani, infatti, vestito come il personaggio che in quel momento osservavamo sullo schermo, è apparso sul palco durante la proiezione del suo lavoro, nel tentativo di causare un cortocircuito tra realtà e rappresentazione (non male per un evento realizzato da chi col virtuale ha a che farci ogni giorno). Paradossalmente, quando un altro degli autori presenti, il genovese Francesco Arena, ha cominciato a fotografare Pretolani in azione, il dubbio che anche quello fosse “spettacolo” deve essere venuto a molti, il che è un buon segno della riuscita del tutto.

Per quanto riguarda la musica e il suo legame con la videoarte, ci viene in aiuto proprio Francesco Arena, che ha presentato uno degli esiti del suo progetto Respiri/Breaths: ogni video è abbinato a una precisa sonorizzazione, creata ad hoc da musicisti coinvolti in quest’avventura (tra gli altri: Gianluca Becuzzi/Kinetix, Andrea Chimenti, Adriano Canzian, i giapponesi Cirqular…). Un rapporto che può essere strettissimo, dunque. Ecco perché, a partire da Catodica 2008, grazie alla presenza di Murcof, abbiamo voluto provare a scoprire cosa succede quando – cambiando il punto di partenza – sono i suoni ad essere accompagnati dalle immagini. La rassegna, infatti, si è chiusa con il concerto dei port-royal, band che si muove tra generi come elettronica, ambient e shoegaze e che ospita nella sua line-up una persona che si occupa solo della parte visiva, ritenuta importante quanto la musica.

Performance dei port-royal a concludere la quarta edizione di Catodica, rassegna di videoarte organizzata da Fucine Mute e dal Gruppo 78 in collaborazione con Trieste Film Festival

I port-royal, in tre sul palco, hanno proposto una versione leggermente diversa del loro repertorio, più “upbeat”, perché dal vivo intendono guadagnare in immediatezza. I video realizzati da Sieva Diamantakos esprimono quella malinconia e – talvolta – quell’alienazione che trasmette il sound del gruppo: notevole al riguardo Putin vs Valery, che ci mostra una coppia fare l’amore (?) senza mai guardarsi negli occhi (a turno uno dei due guarda in camera), con il ragazzo che a un certo punto ascolta musica con gli auricolari, apparendo ancora più distaccato durante il rapporto. Salutare tutti con un concerto, inutile nasconderlo, è anche un modo per abbassare l’età media del pubblico, attirando anche chi magari non si interessa specificatamente alla videoarte. Nell’epoca di MTV, dei videoclip e di YouTube il desiderio di incuriosire è legittimo.

Non spetta forse a noi dirlo, ma la cosa sembra funzionare. Si possono davvero raggiungere tante persone anche con le avanguardie creative, ne è convinta in primis la curatrice di Catodica Maria Campitelli, che proprio di recente ha criticato la scelta da parte delle istituzioni del Friuli Venezia Giulia di chiudere il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin (villa veneta in provincia di Udine convertita a spazio museale), preferendo riutilizzarlo per eventi ritenuti di maggior richiamo.

È un peccato, inoltre, non poter ancora unire attività on line e off line di Fucine Mute nei fatti e non solo nell’impostazione ideale. Oggi YouTube – col suo motto “broadcast yourself” – ci esorta tutti ad andare in onda: noi, pionieri dell’implementazione di video in una webzine, vorremmo che catodica.it fosse il luogo virtuale dove condividere col mondo quanto ogni anno selezioniamo per la nostra città. “Broadcast Catodica”, perciò, ma sarebbe sempre ora che qualcuno scommettesse assieme a noi.

Performance dei port-royal a concludere la quarta edizione di Catodica, rassegna di videoarte organizzata da Fucine Mute e dal Gruppo 78 in collaborazione con Trieste Film Festival