Copertina de I banchetti dei Vedovi Neri
Titolo: I banchetti dei Vedovi Neri
Autore: Isaac Asimov
Traduzione: Giuseppe Lippi
Titolo originale: Banquets of the Black Widowers
Anno di pubblicazione: 2008
Editore: Minimun Fax, Roma
Collana: Sotterranei
Pagine: 268
Prezzo: 14,00 Euro
ISBN: 9788875211769

Signor Smith, c’è stata qualche occasione, ultimamente, in cui non è riuscito a dimostrare chi era?”
Intervenne Trumbull: “Mi butto a indovinare e dico che è proprio così, vero? La sua ansia nel trovare un sistema infallibile per provare l’identità testimonia a favore della mia ipotesi”.
Smith si guardò intorno, stupefatto. “Buon Dio, è così evidente?”
No, John”, lo rassicurò Halsted, “ma il nostro gruppetto ha sviluppato una specie di sesto senso per i misteri. Quando ti ho invitato qui, stasera, ti ho avvertito che se tenevi uno scheletro nascosto nell’armadio te l’avremmo tirato fuori”.

Il banchetto mensile dei Vedovi Neri era nel pieno del suo svolgimento. Emmanuel Rubin, sollevando la forchetta e agitandola minacciosamente in aria, trascurò per un momento la sua porzione di agnello e disse: “Edgar Allan Poe è stato il primo importante scrittore di gialli. E anche di fantascienza. Glielo riconosco.

Foto AsimovDurante gli anni Settanta, dopo aver dato un assetto definitivo alla letteratura di fantascienza con Io, Robot e la Trilogia della fondazione, il grande Asimov si svaga dilettandosi nell’altro genere letterario capace di ridarci una lettura moderna della realtà e del futuro: il ‘giallo’, per nulla snobbato, come usa fare gran parte degli intellettuali contemporanei, ma, anzi, considerato a tutti gli effetti letteratura. Si inventa, così, sei personaggi indimenticabili, newyorkesi che hanno passato la mezza età, burberi, colti, snob, maschilisti e ingegnosi, che amano riunirsi una volta al mese al piano di sopra di un club. Dopo cena e brandy in mano, torchiano l’ospite di turno che gli di volta in volta espone loro un caso strano, un rompicapo, un busillis apparentemente irrisolvibile, per ottenerne un chiarimento.

Sono i Vedovi Neri, un sodalizio votato alla Scienza, al ragionamento deduttivo e all’intelligenza razionale, in grado di dare una soluzione al caso più complesso (“I miei personaggi conducono una specie di vita propria e di solito fanno le cose senza che io li autorizzi consciamente”). Democraticamente, colui che viene a capo della maggior parte delle situazioni è, però, il fidato cameriere Henry, forse meno colto ma più immerso nella realtà di ogni giorno. Sempre presente alle riunioni, in disparte, ascolta attentamente i casi e i ragionamenti che ne derivano per poi trarre le sue sorprendenti conclusioni.

Asimov si diverte a far uscire il metodo scientifico dal laboratorio per calarlo a New York, già riscritta come un perfetto set per la fantascienza, quasi a contestualizzare l’attualità dei suoi più famosi romanzi. Il ragionamento scientifico diventa, quindi, fondamento della vita stessa, che risulta meno incomprensibile se così affrontata piuttosto che vissuta in balia di passioni e umori irrazionali.

La lingua che lo scrittore utilizza per far parlare i suoi personaggi — di certo anche grazie all’ottima traduzione dello staff Minimum fax — è un americano moderno ma sempre preciso e variegato, raffinato ma di immediata comprensibilità, che ‘tradisce’ l’essenza del grande narratore che sarebbe divenuto senza disturbare l’agilità del racconto. Come asserisce l’autore stesso, scrivere dei Vedovi costituiva un “divertissement che, per di più, gli veniva pagato! (“…quattro anni fa una rivista mi commissionò un racconto giallo al mese, il che vuol dire dodici all’anno. La lunghezza richiesta era di sei-sette cartelle per racconto, e quindi mi sentivo perfettamente sicuro di farcela: sarebbe bastata mezza giornata di lavoro al mese. Era il genere di sfida che a me piace ”).

Le storie sono sempre identiche per struttura (come una serie di Ai confini della realtà, per intenderci), data da un prologo sull’umore dei Vedovi, dall’introduzione dell’ospite che espone il caso, dai ragionamenti, fino alla soluzione, che, ogni volta, sorprende il lettore per la sua ovvietà, impossibile da scoprire prima di leggerla nero su bianco (anche per i numerosi riferimenti alla lingua originaria e alla storia, al folklore, alla società americana e alla letteratura europea).

Le donne sono tassativamente escluse dal club… probabilmente perché i quesiti sono assolutamente maschili, poco pratici e non così interessanti, fuori dalla sospensione dell’incredulità letteraria! Ogni ospite viene accolto da un’interessante domanda, a cui è obbligato a rispondere: “Come giustifica la propria esistenza, signore?”. Una curiosità bizzarra, probabilmente, ma estremamente seria, quasi una bandiera dell’atteggiamento scientifico verso il mondo, della serietà necessaria all’uomo per competere con la grandezza della natura, che ci mostra, contemporaneamente, mete impossibili e la strada giusta per raggiungerle — basterebbe saperla vedere! Tra le righe dei suoi scritti giovanili, la Weltanschaung di uno dei più grandi autori contemporanei.

Foto AsimovAsimov adora scrivere, anche questi racconti, e ce lo dice egli stesso nelle favolose note a margine di ogni racconto, forse la vera ragione per leggere le vicende dei vedovi, a meno che non si sia dei veri fans di Asimov, della letteratura fantascientifica o del giallo intellettuale. L’autore si piace molto (Mario Gonzalo […] ordinò l’aperitivo ad Henry con un piccolo gesto e disse: “Asimov? Non è l’amico di Manny, quello con tanta prosopopea da far impallidire Manny stesso, se è possibile? ”), si diverte e, di conseguenza, diverte il lettore attento, che, così, può scoprire delle chicche sulla biografia del padre della fantascienza moderna, e conoscerlo anche per le sue manie, i suoi simpatici tic, il bisogno di riconoscimento, un raro senso dell’umorismo che si potrebbe definire alleniano (“…era ad Eleanor Sullivan che portavo le storie, ed è con lei che ho intrecciato un’assidua e platonica relazione. Non che io la volessi platonica, ma lei insisteva ”) e l’amore, sconfinato, per la scrittura e per i suoi personaggi.