Copertina di Stato di paura
Titolo: Stato di paura
Autore: Michael Crichton
Traduzione: Barbara Bagliano
Titolo originale: State of fear
Anno di pubblicazione: 2008
Prima ed. italiana: 2005
Editore: Garzanti Libri, Milano
Collana: Narratori moderni
Pagine: 687
Prezzo: 18,60 Euro
ISBN: 9788811678564

Negli anni Settanta tutti gli studiosi del clima credevano che l’era glaciale fosse imminente. Pensavano che il mondo stesse diventando sempre più freddo. Ma una volta che è stato tirato in ballo il concetto di surriscaldamento globale, hanno subito capito i vantaggi che potevano trarne. Il surriscaldamento globale crea un’emergenza. E un’emergenza va studiata, va dimostrata, ha bisogno di strutture politiche e burocratiche in tutto il mondo.”

Dopotutto, la maggioranza degli americani crede che la criminalità nel loro paese stia aumentando, quando in realtà sta diminuendo da dodici anni. L’incidenza degli omicidi negli Stati Uniti è pari a quella degli anni Settanta, ma gli americani sono più spaventati che mai, perché sono sempre di più i programmi televisivi che si occupano di criminalità, e la gente dà per scontato che ce ne sia di più anche nella vita reale.”

Credo che la gente sia benintenzionata. Ma ho in grande considerazione l’influenza corrosiva del condizionamento, della distorsione sistematica del pensiero, del potere della razionalizzazione, delle maschere dell’interesse personale, e dell’inevitabilità delle conseguenze non intenzionali.”

Un complotto eco-terroristico di dimensioni mondiali con omicidi, sparizioni, inseguimenti in esotiche locations; tra un decollo ed un atterraggio — l’aereo è sempre caldo — , tra improbabili disavventure a ritmo di action movie c’è tempo anche per l’amore. Stato di paura di Micheal Crichton è un romanzo che si legge tutto d’un fiato: un po’ perché lo stile elementare non richiede alcuno sforzo di comprensione; un po’ perché la frenesia degli inverosimili accadimenti sollecita l’immaginazione più grossolana del lettore portandolo di peso, a spinte di colpi di scena, sino all’ultima pagina; un po’ perché si vorrebbe finirlo al più presto e passare ad altro esasperati dalla semplicità poco stimolante della stesura linguistica e dall’informe, sbrigativa costruzione dei personaggi.

Michael CrichtonSettecento pagine — con le scritte in grande perché questo dovrebbe agevolare il lettore privo di occhiali, immagino — che potremmo dimenticare in fretta se non fosse che Micheal Crichton si rivela, come in altri suoi precedenti romanzi, un ottimo divulgatore scientifico. La sterminata bibliografia a fine libro testimonia una vasta e appassionata preparazione sui temi ambientali intorno ai quali ruota la trama di Stato di paura. Il surriscaldamento terrestre determinato dal cosiddetto Effetto Serra e l’aumento dei fenomeni estremi sono fatti che diamo per scontati, ma i dati a nostra disposizione non sono del tutto coerenti e le nostre previsioni sull’evoluzione futura del clima assomigliano ad un azzardo; la conoscenza dei fenomeni atmosferici è tutt’altro che completa e le simulazioni computerizzate si sono rivelate ben poco precise. Micheal Crichton non nega la tendenza globale ad un aumento della temperatura ma sottolinea che la nostra comprensione dei sistemi complessi — in questo caso l’atmosfera — è soltanto approssimativa; la loro trasformazione è imprevedibile (ricordiamo sul medesimo tema l’improvvisa deflagrazione di eventi incontrollabili nel sistema Jurassic Park).

Qualche briciola di dubbio si fa strada tra le nostre superficiali certezze. La perplessità aumenta quando Crichton accenna, nel romanzo e poi in modo più argomentato nell’appendice, alla mancanza di libertà nella ricerca scientifica: il lavoro di scienziati e ricercatori oggi dipende economicamente da gruppi di potere che influenzano l’obiettivo degli studi e l’interpretazione dei dati raccolti ( “Gli scienziati sanno che la continuità dei finanziamenti dipende dal raggiungimento dei risultati che auspicano i finanziatori ” ). Tra questi gruppi di potere possiamo facilmente annoverare gli industriali, che desiderano minimizzare gli effetti dell’emissione di gas nocivi sulla temperatura, ma Crichton ci ricorda che anche le associazioni ambientaliste hanno interesse a manipolare a proprio vantaggio gli esiti delle ricerche.

I risultati di una ricerca non neutrale, che potremmo definire “sospetti” , vengono poi utilizzati per avviare campagne di (dis)informazione presso l’opinione pubblica. Dopo le perplessità, ci sentiamo ora presi da una sensazione di impotente smarrimento immaginando le falsità, le mezze-verità, le verità non accertate che non abbiamo riconosciuto perché ci erano state presentate come certezze o dati di fatto. Micheal Crichton fa intravedere scenari inquietanti, orizzonti di non-verità in cui la scienza è strumento funzionale ai giochi di potere. Siamo alla mercé di dati contraffatti o aggiustati, in balia di informazioni manipolate. Anonime pedine di misteriose lotte di potere e, assoggettati a nuovi terrori artefatti, viviamo dunque in uno Stato di paura.

Il libro non appaga le nostre pretese estetiche ma sollecita la nostra curiosità: trascinati dalla forza emancipatrice del dubbio a vertiginose incertezze, torniamo ad essere animali dotati di razionalità e non acritiche marionette. Per questo invito ad una più dignitosa consapevolezza del nostro stare al mondo ringraziamo Micheal Crichton.

Michael Crichton