I libri, ammettiamolo, sono meglio di qualunque altra cosa. Se organizzassimo un campionato di fantabox culturale, schierando sul ring i libri contro il meglio che qualunque altra forma d’arte abbia da offrire, sulla distanza di quindici riprese beh, i libri vincerebbero praticamente sempre. Su, dai, proviamo. Il flauto magico contro Middlemarch? Middlemarch in sei riprese. L’ultima cena contro Delitto e Castigo? Fëdor ai punti. Capito? Voglio dire, non so quanto sia scientifico tutto ciò, ma sembra proprio che i romanzi vadano sul velluto. Si può trovare un’eccezione ogni tanto – Blonde on Blonde, per esempio, potrebbe far polpette della Bottega dell’antiquario, e non scommetterei granché su Fuoco pallido contro Quarto potere. E magari occasionalmente trovi la clamorosa sorpresa, perché questa è la legge dello sport, per cui Ritorno al futuro III riesce ad assestare un colpo fortunato a Corri, Coniglio; ma nove volte su dieci punto sulla letteratura. Anche se si amano i film e la musica quanto i libri, in un qualunque periodo stabilito di quattro settimane, è sempre molto, ma molto più probabile trovare un grande libro che non si era mai letto che un grande film che non si era mai visto, o un grande disco che non si era mai ascoltato: e un assiduo consumatore di film e musica, finirà per esaurire il repertorio. D’accordo, resteranno sempre buchi e zone morte, ma, dopo una lunga carriera di ascoltatore e spettatore, non avrò mai più la sensazione che tutti provano di fronte alla letteratura, di non farcela a leggere tutti i buoni romanzi pubblicati negli ultimi sei mesi, figurarsi tutti quelli pubblicati dagli inizi dell’editoria.
Nick Hornby, Vita da Lettore
Tempo fa mi è capitato di cercare il libro di un’autrice orientale che volevo regalare. Qualche anno prima, quando l’avevo letto, mi si era impigliato con forza da qualche parte e lì era rimasto, come a ognuno credo succeda con i propri libri. All’epoca il libro tirava e ne avevano fatto addirittura un’edizione economica molto più strillata rispetto a quella d’esordio.
Non si trattava del tipico classico né di uno di quei testi che lasciano un’impronta indelebile nella storia della letteratura. Più banalmente, era una parte di me, incontrata per caso su uno scaffale e poi perduta dentro una valigia rubata su un treno Milano-Roma. Ricordo chiaramente che, scoperto il furto, mi aveva addolorato di più la perdita del mio libro piuttosto che l’intera valigia con il resto del suo contenuto. Pur dispiaciuta, sentivo quelle pagine troppo intime e tristi per accettare di ricomprarle nella nuova veste economic-sgargiante. Ho pensato che tanto avrei potuto ricompralo in seguito, quando fosse stato riammesso nelle edizioni più dignitosamente serie. E invece, a distanza di qualche anno, è stata un’impresa ritrovarlo.
Perché succede? È difficile non chiederselo e non sentirsi in qualche modo derubati. La vita media di un libro è di tre mesi, dopodiché viene rispedito alla casa editrice, per non dire direttamente al macero (poveri alberi…) – anche se in Italia possiamo dirci fortunati perché qualche libreria residuale esiste ancora, chissà però per quanto, prima che arrivi il prossimo megastore di turno, più colorato e accattivante, a portarsela via.
Un libro, che non appartiene alla famiglia fortunata dei bestsellers, non fa in tempo a coprirsi di un velo di polvere, non del tutto uniforme – qualche eccentrico ha lasciato le tracce digitali di un’indagine furtiva – , che è già sostituito da una più recente novità.
Non è compito nostro, in questo momento per lo meno, addentrarci in questo tipo di discussioni. Timidamente e con tanta passione, però, abbiamo deciso di assumerci un’altra piccola responsabilità per rimediare alle vittime innocenti dell’oblio.
Certo è necessario fare un distinguo e chiarire subito che, onestamente, di vittime innocenti non sempre si tratta. Molti volumi meritano una rapida dimenticanza, e in aggiunta l’onta del macero, ma il nostro libro, come già detto, lo crediamo destinato ad esistere.
Dunque cercheremo, selezioneremo, leggeremo e quel che troveremo, lo riporremo nell’apposito scaffale virtuale della nostra biblioteca: Chartacea. Tentare d’Intercettare il nostro libro tra gli infiniti, solo in apparenza, suoi simili, intercettarlo nella sua breve parabola tra lancio commerciale e dimenticanza, è il compito che ci prefiggiamo in questa rubrica.
Ci auguriamo, dunque, di lasciare una traccia in questo magico luogo astratto che è Fucine Mute, dove la memoria viene preservata in un archivio che compie oggi dieci anni. Ci auguriamo che anche voi, imbattendovi nelle pagine poco cartacee di Chartacea, vi innamoriate/incuriosiate/invaghiate di un libro, magari già scaduto, e vi venga la voglia di andarlo a cercare, di salvarlo, di farlo vivere, per poi permettergli di invecchiare a casa vostra, nelle vostre librerie, nei vostri scaffali. E proprio lì, grazie alla gloria della polvere, uscirà dal limbo adolescenziale e indistinto delle novità.
L’incessante ritmo delle nuove pubblicazioni rende la nostra ricerca tutt’altro che agevole. Molti saranno i libri che sfuggiranno al nostro piccolo setaccio, ma confidiamo in un certo istinto, assecondato da una pratica amorosa e costante della lettura. Nell’impresa molta parte avrà il Caso, non potrebbe essere diversamente, data la quantità immensa di materiale da selezionare, ma confidiamo che l’entusiasmo possa piegare l’aleatorio al nobile scopo del nostro tentativo.
Diversa potrà essere la natura del nostro abbandonarci, così come diversi sono gli umori momentanei e le soggettive attitudini, e, se oggi abbiamo voglia di leggerezza, domani potremmo aver voglia di appassionarci ad un romanzo per la vita e il giorno dopo ancora di trovare spunti di riflessione sul nostro tempo. Di conseguenza agiremo, prenderemo via via in considerazione testi – prevalentemente romanzi e saggi – ed editori a seconda della necessità, senza preclusioni di sorta. Per aiutarvi a capirci, dunque, e per meglio esplicitare i presupposti di ciascun viaggio chartaceo che verrà qui riportato, abbiamo ritenuto doveroso pensare ad alcune divisioni di sorta.
Le nostre Chartacea Recensioni saranno etichettate nelle sottorubriche:
Neo Chartacea, una sorta di contenitore generico, poco connotativo, dove troverete semplicemente valide novità di narrativa fresche di stampa, senza particolari distinzioni di sorta.
Chartacea Cogito, dedicata a testi che si prefiggono in qualche modo e forma di sistematizzare il sapere, o, più genericamente, di stimolare la riflessione.
Magna Chartacea, riservata ai quei libri, proprio a quelli che stiamo cercando, a quelli ritenuti davvero fondamentali e immancabili in una ipotetica libreria. Cercheremo di riservare gli spazi di Magna a quelle nuove uscite nelle quali speriamo vivamente di incappare. Ci riserviamo tuttavia la possibilità di farvi comparire qualche vecchia conoscenza…
Chartacea Pop, regno popolato de testi leggeri e/o più facilmente fruibili, con qualche pretesa in meno insomma.
Chartacea Segnali abbraccerà i tentativi trasversali, gli outsider, sia in senso formale che contenutistico.
Dalle semplici recensioni, quando ne avremo la possibilità, ci spingeremo più in là, com’è buona abitudine di Fucine Mute, fino ad addentrarci nell’interazione con gli autori, ve ne daremo conto in Chartacea Interviste, o ad ampliare lo sguardo in profondità, avventurandoci in Chartacea Saggi.
Tanto per iniziare, qualche buono spunto – anche in quanto a stile – ce l’ha dato Nick Hornby con Vita da Lettore (Ugo Guanda Editore, Parma, 2006), dove l’autore raccoglie i suoi personalissimi resoconti senza pretese accademiche. Magari nei prossimi numeri qualche sua orma la seguiremo… Un ringraziamento lo dobbiamo anche a Tzvetan Todorov, saggista e autore, tra gli altri, de La letteratura è in pericolo, per averci ricordato con semplicità il senso più profondo del nostro cercare. Infine, ringrazio personalmente Carlo Federico Deste, co-autore di questo editoriale e colonna portante di questo nuovo progetto.