Immagine articolo Fucine MutePrima di tutto mi chiedo quale denominatore comune si potrebbe attribuire alla giovane scena poetica croata, formatasi a Zagabria, per motivi non letterari, tra i quali la scarsa possibilità delle attività culturali nelle città minori a causa della guerra negli anni ’90. Mi conforta, a questo proposito, sapere che, negli ultimi anni, vi sia in Croazia la tendenza alla decentralizzazione della vita culturale e alla riattivazione dei centri universitari nelle città minori.

Se fino agli anni ‘90 si poteva parlare delle poetiche dominanti che si sviluppavano intorno alle riviste letterarie e culturali, e che incidevano sulla produzione letteraria di tutto il paese — l’ultima simbiosi di quel tipo in Croazia è stata la rivista letteraria “Quorum”, ancora oggi attiva, da cui è derivato il nome Quorumaška generacija per gli autori degli anni ‘80 -, oggi possiamo parlare della pluralità dell’espressione poetica e di una vasta gamma generazionale (si tratta dei poeti nati dopo il ‘68), e ciò che questi poeti hanno in comune è la citta di Zagabria, i suoi punti d’incontro e una grande volontà di riaffermare l’importanza della poesia entro un contesto culturale e sociale in cui domina la prosa (la prosa in tempo della guerra, il romanzo, la narrativa breve). Alla fine degli anni ‘90 la poesia comincia ad uscire dall’ombra e riacquista uno spazio comunicativo con se stessa e con gli altri, e diventa, quindi, discorsiva, esce sulla “scena” accettando metodi non strettamente tradizionali: aprendosi alla realtà urbana, essa diventa fortemente performativa.

Nell’ambito del Centro Studentesco Zagabrese (SC) nasce la rivista letteraria e culturale studentesca “Vrisak” (Grido) e si organizzano i reading poetici che danno visibilità ai giovani poeti non ancora, o poco, conosciuti. La persona che organizza e conduce queste serate, lui stesso poeta, insieme agli altri giovani “di cultura”, anche dopo la cessazione delle attività culturali presso SC per motivi non culturali, è Silvestar Vrljic. Il nuovo spazio poetico, il punto d’incontro e di scambio delle idee si sposta dall’Università all’Art Net Club, in pieno centro urbano. La scena ospita anche i giovani gruppi musicali non affermati — la maggior parte dei migliori musicisti croati, alla fine della guerra, sono costretti ad emigrare e cercare fortuna all’estero, lasciando alle nuove formazioni i luoghi che questi utilizzavano —, musicisti che escono insieme ai “nuovi” poeti e ad alcuni dei nomi importanti della poesia degli ultimi decenni, come Sonja Manojlovic, Krešimir Bagic e altri.

I giovani, alcuni di loro già premiati e segnalati nei due importanti concorsi letterari, come il Goranovo proljece  o il premio poetico Zdravko Pucak, sono: Dorta Jagic, Ana Brnardic, Tihomir Matko Turcinovic, Ivan Herceg, Ivica Prtenjaca, Ivan Šamija.

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Nel momento in cui l’Art Net Club cessa la sua attività, il gruppo poetico zagabrese (anche se non tutti sono di Zagabria, ma vengono dalle varie città croate e dalla Bosnia Erzegovina) è già elemento centrale nella vita culturale urbana, e il tema e i problemi della poesia cominciano ad essere presenti anche nelle riviste non strettamente culturali. Gli incontri poetici continuano a svolgersi al Centro per i giovani Ribnjak, al caffè Kerempuh, nei vari club giovani, tipo KSET, Mocvara — dove si organizzano maratone poetiche, performance, slam.

Tranne la rivista “Quorum”, la prima a dedicare un intero numero alla (più) giovane poesia croata definendo la scena anche dal punto di vista filologico e teoretico e teorico, la poesia è ancora poco presente sui media scritti. Poco tempo fa, però, è nata la rivista riservata per la poesia e per i linguaggi espressivi attigui, di nome, appunto, “Poesija”. È altresì importante, secondo me, menzionare anche un’antologia visiva idealizzata e realizzata da una giovane regista e poetessa “non invasiva” croata, Martina Globocnik, e trasmessa alla Tv nazionale HRT nel programma “Dobro jutro, Hrvatska!”.

Immagine articolo Fucine MuteLe questioni legate alla problematica delle scarse pubblicazioni poetiche, della traduzione e intraducibilità della poesia, della comunicazione e del rapporto tra le diverse realtà culturali, sono ancora aperte.
Innanzitutto si sono riaperti canali comunicativi, poco usati, tra la scena poetica italiana e zagabrese, e si inizierà un viaggio interessante, necessario per la crescita e per la autocoscienza, più “cosciente” delle stesse.