Lo speciale poesia è il risultato di un anno di lavoro, di scelta di materiali audio e video, di articoli e di interviste – solo nell’ultimo mese abbiamo lavorato ogni giorno, cercando di non sottovalutare alcun dettaglio, dall’impaginazione alle immagini
contemporaneamente implementavamo le strutture, predisponevamo spazi: come nei migliori film di fantascienza, le nostre macchine non sono mai state così potenti.
Nel 1999, quando nasceva il magazine, la quantità di informazione utilizzata per la costruzione di quelli che dovevano essere i “numeri” di FM non superava l’ordine di grandezza di 2 megabyte; oggi, prendendo in considerazione tutte le strutture multimediali impiegate, siamo in grado di esplodere in rete una piccola supernova di 2 gigabyte, mille volte tanto a distanza di sette anni.
Ricordo le parole di Giuseppe O. Longo su FM 03 a proposito di Gregory Bateson e della sua Creatura, cioè “l’attività conoscitiva e linguistica che crea questo mondo. Nella Creatura, dominio dell’informazione, non vi sono leggi di conservazione: se il numero dei partecipanti al gioco comunicativo aumenta, l’informazione, anziché dividersi, si moltiplica”; e se dal 1999 al 2006 siamo riusciti a moltiplicare di mille volte la quantità di informazioni trasmesse, 120.000 utenti mensili rappresentano un ulteriore fattore, una grandezza di moltiplicazione che rende letteralmente “giga” o “gigante” l’avventura fuciniera.
Come non intendiamo rappresentare le possibilità interpretative dei lettori – poiché esse si moltiplicano sui blog, e prima o poi lo faranno sui vlog (video weblog) creando ponti tra artisti di sfere diverse -, non sacrifichiamo la libertà di un qualsiasi osservatorio del contemporaneo e dell’arte. La nostra sperimentazione si colloca nell’universo in espansione nella rete; la nostra critica sonda gli accadimenti senza presunzione di assolutezza, ma con risolutezza è la stessa che auguriamo anche alle creature della poesia, soprattutto dove i gruppetti evidenziano modalità di retroguardia, in grado sì di utilizzare i nostri stessi strumenti – desidero rimarcare alcune problematiche linkando l’articolo “La nuova poesia in Italia?” -, ma per la propaganda e il replay di schemi statici, già osservati, codificati, trascrivibili, ricopiabili, il cui procedimento non è nemmeno definitorio, non essendo il risultato di un processo.
Senza comprendere i comportamenti di questo trend, che è crescita costante, autonoma, di contenuti e di condivisione, di scontri e incontri, e senza cogliere, come accade all’uomo a sua volta, i risvolti delle individuazioni successive e delle scoperte, molta poesia si sta scavando l’ennesima nicchia, impaurita di sporcarsi nel dibattito – lo testimoniano i vari Comments Off o no comment dei blog.
A questa poesia auguriamo un viaggio sereno e una ricerca fintamente – nel senso della sua finzione – oggettiva e “piacevole”.
L’area della poesia, nel suo habitat esteso al territorio, è parzialmente consapevole o inconsapevole delle implicazioni o applicazioni di internet – per una disquisizione un po’ più approfondita, “Otium et negotium”… ci informano di questo i contents usciti di recente sui giornali nazionali
una risposta data da Balestrini a Fusco su Liberazione ha scatenato una serie di interviste a Magrelli, Conte, Vigini sul Corriere della Sera, un articolo di Giovenale su Il Manifesto – ne dà notizia Flux con i link ad alcuni siti – ed Eco su L’Espresso si è lanciato nell’ultima lapidazione
sulla promozione della poesia (e dei poeti) in rete si generalizza, e non si considera la dignità di molti operatori; della trasmissione della conoscenza, del back up stesso del sistema letterario e della possibilità di coglierne gli umori, quasi in presa diretta, per poi elaborarli, non si fa cenno.
Se fior fior di intellettuali, per la brevità dello spazio sui giornali o per ignoranza, non sono riusciti a fornire un quadro minimo di discussione, ma solo a fare la galleria di qualche sito, la critica, quella militante, è colpevolmente assente da tutto, o quasi probabilmente pensa che il non trovarsi nei pressi degli affari dei poeti (anche su internet) possa dare al suo gioco credibilità, ma noi tutti possediamo in linea di massima un cellulare, e l’autorità si fonda semmai sull’epistemologia e sulle nozioni estetiche da donare al dibattito – il critico allora si apposti nelle sue vicinanze per improvvise incursioni, invece di credere di esserne minato!
Queste prese di distanza hanno creato un’ulteriore critica? Se sì, chi sono questi nuovi? Si oppongono alle riviste cartacee, sono poeti?
Sono dettagli, questi, che non rivestono importanza, vuoi perché i mezzi tendono a sovrapporsi, vuoi perché, appurata la scissione schizofrenica tra le attività letterarie, tra l’essere critico o poeta o performer, non ci dovrebbe essere pericolo di disonestà almeno in rete, poiché il suo essere vetrina evidenzia contraddizioni ed ipocrisie; fondamentale qui è il lavoro di mappatura, la selezione delle opere: i blog permettono un approccio straordinariamente interessante se calibrato tra critica, etica ed epistemologia e, citando Italo Testa, tutto ciò è “centrale per sottrarre l’opera d’arte all’estetizzazione e la critica alla cecità sociale”.
Attraverso il web, una società sempre più ampia (gli stessi addetti ai lavori e i fruitori di poesia; si veda l’articolo di Luigi Nacci “Facciamo un patto? Per un pubblico della poesia non privato ma pubblico”) ha cominciato ad attribuire ad alcuni operatori professionalità, a seguirne il lavoro: la rete non è un grande marasma, è un linguaggio; basta conoscere minimamente il funzionamento dei motori di ricerca, esplorare i link, e moltissimi individui lo sanno fare, come sanno parlare, scrivere.
Ultimamente, le mancate vendite dei libri di critica, e delle antologie, fondano il proprio insuccesso nel non essere i prodotti di un processo di selezione collegato alla realtà, dai grandi festival al web?
Pur dovendo separare, per un attimo, internet dal resto, la sensazione, motivata da più di qualche probabilità, è che sia proprio così: le attività del critico, le sue ideologie, le modalità nell’impostazione del lavoro di selezione e di promozione degli autori, sul web sono osservabili; non essendoci particolari filtri, la fiducia, quella che manca al pubblico, è di nuovo possibile a patto che non si valuti il mezzo esclusivamente come un grande strumento promozionale – e lo è -, ma si affini la ricerca, se ne velocizzi i processi la raccolta di punti di vista “altri” è alla base, proprio dove le ridondanze del dibattito si palesano (scrittura/esecuzione, mancanza di immaginario nei più giovani, la rilevanza sociale del testo, la codifica della sociologia dell’ambiente, la tradizione, i manifesti poetici dei gruppi) immediatamente in tutta la loro problematicità.
Tuttavia l’urgenza di aggiungere conoscenze, risultati di una ricerca, è oramai in larghissima parte un obiettivo condiviso.
Si può affermare che il 2005 ha salutato definitivamente la poesia rilegata sulle riviste cartacee?
La situazione è stabile, se guardiamo i numeri delle riviste più importanti: Poesia, edita da Crocetti, ha una tiratura di 25000 copie e all’incirca 1500 abbonati; Nuovi Argomenti, rivista edita da Mondadori, ha una tiratura di 6000 copie e conta 1000 abbonamenti
la nostra indagine non ha scoperto nient’altro che abbia tirature simili.
Ma qualche saluto si è dato anche online, perché la staticità di un sito può essere compensata solamente dalla multimedialità, dalla qualità di una critica aperta a diverse istanze formative e da tanta sincerità, quella che può far male in assenza di intelligenza; e clienti sono stati persi per il travaso dai blog individuali a quelli collettivi, di cui comunque si potrà osservare l’andamento già l’anno prossimo tutto pare essersi quadruplicato tra il 2005 e il 2006, e la sovrapposizione sulle riviste cartacee è un fatto: non siamo noi, giornalisti, critici, poeti, impegnati a tramare dietro le schermate, ad affermarlo, ma numeri che si fanno “pesanti” giorno dopo giorno per fare degli esempi, riguardo i blog collettivi che si occupano di poesia nati un anno fa, si pensi ai 6000-7000 utenti mensili di Absolute Poetry e di LiberInVersi.
Non si occuperanno esclusivamente di poesia, ma tra gli spazi antichi che ospitano critica, recensioni, e dibattiti, Dissidenze conta, di media, 9000 visitatori; e più di 30000 ne ha Booksblog.it, mentre oltre i 40000 naviga Nazione Indiana… oppure si pensi ai 9000 contatti a cui viene spedita la mail magazine FuoriCasa.Poesia (un anno fa, nelle parole di Stefano Massari, erano 5000 gli indirizzi e-mail) e ai 3500 utenti del suo blog.
Sorprendenti anche i dati delle visite medie mensili degli spazi gestiti da una o, al massimo, due persone: Poesia da fare, 700; Microcritica, 800; Vocativo, 1500; Erodiade e La costruzione del verso, 2500; Blanc de ta nuque, La poesia e lo spirito e Vertigine, 3000; Universo Poesia, 5000; Lellovoce.it, 10000. Chissà quanti altri blog hanno numeri simili, ma soprattutto saranno presenti professionalità?
Tre anni fa su FM 57, molte delle attuali implicazioni tra internet e poesia venivano discusse da me, da Fabio Bonetti, all’epoca Direttore Editoriale, e da Enrico Baravoglia, attuale Direttore Responsabile (che, a dire il vero, mi costrinse a revisionare tre volte l’articolo “La poesia e la giovane poesia nell’età del web”). Ma già su FM 30, su FM 41 e su FM 45, testimoniavamo il nostro interesse a conoscere i pareri dei poeti sulla fruizione poetica in rete, in generale commenti non entusiasti: come si sa, si crea molta passione nel temporeggiare, ma è questa la poesia, guardarsi i pollici?
Voglio ricordare, di questi anni, i contributi di Ambra Zorat, Tiziana Carpinelli, Sarah Gherbitz e Matteo Danieli (che ha collaborato fortemente al presente numero; sue le numerose interviste e sbobinature), su FM 65, su FM 66, su FM 69 e su FM 71, ma tantissimi altri articoli di vario genere sono disseminati tra i numeri del magazine e non dimentico gli speciali, preziosi, a cura di Umberto Mangani su FM 08 e su FM 18, in collaborazione con Casa della Poesia di Salerno, e tutto il lavoro svolto, prima che diventassi redattore e responsabile della sezione poesia, su FM 06, su FM 09 e FM 10.
Se c’è qualcosa che la rete non dimentica facilmente è il lavoro di chi precede: citino questo i quotidiani, qui non ci sono squali che inghiottono i motori di ricerca e nella speranza che i Comments Off inabissino, grazie ad un dibattito sempre meno sommerso si elabora il passato, soprattutto quello recentissimo del Novecento, e senza possibilità di falsificazioni o di utilizzo di contenuti a fini programmatici: le professionalità tentano di tessere la storia della poesia a partire dai contesti originari, è una questione di conoscenza.
Mi preme elogiare Luigi Nacci, che si è sobbarcato la faticosa traversata per la costruzione dello speciale, Enrico Baravoglia e Serena Smeragliuolo, Caporedattrice, per il giga-labor che l’operazione ha reso necessario e per l’entusiasmo di essere giunti in finale; ringrazio tutti gli autori degli articoli, dei saggi, delle recensioni, delle performance, delle interviste, dei video e delle traduzioni, e tutte le mareggiate che hanno abbandonato sulle sponde di questo mare splendenti, bianche, conchiglie; nonché il Comune di Monfalcone, che ci ha forwardato tutto il materiale multimediale della prima edizione di Absolute Poetry, e l’Associazione Culturale Periferia Nordest per le riprese del festival; la casa editrice Mesogea, per la straordinaria intervista a Moncef Ghachem e per la concessione delle registrazioni del gruppo Dounia; le manifestazioni Parco Poesia e Pordenonelegge; l’Associazione Culturale Gli Ammutinati, il Centro di Poesia Cultura e Arte di Reggio Emilia e ib_project for the arts; le riviste FuoriCasa.Poesia, Reception, Pagina Zero, La gru e La clessidra, per altrettante interviste, saggi, recensioni e contenuti multimediali.
Resto di un opinione, la cui astrazione si deve alla prima intervista che ho realizzato e di cui Franco Loi è stato protagonista: la poesia si fa, si libra nell’aria e va dove vuole ora canta e danza sugli invisibili codici di internet.
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