Oggi ho conosciuto una persona speciale. Una di quelle che non si ha tutti i giorni la fortuna d’incontrare. Si tratta di Sergio Vuskovic Rojo, nato a Illapel (Cile) nel 1930, professore di Filosofia all’Università di Valparaiso e di Playa Ancha, presso la quale egli tuttora ricopre il ruolo di direttore del Centro di Studi del Pensiero Latinoamericano (CEPLA) e della rivista “Quaderni del Pensiero Latinoamericano”.
Sergio Vuskovic Rojo fu sindaco di Valparaiso durante il governo del presidente cileno Salvador Allende, protrattosi dal 3 novembre del 1970 fino al fatidico 11 settembre del 1973, giorno del colpo di Stato e di sua morte. Lo stesso giorno Sergio Vuskovic Rojo venne arrestato, imprigionato e torturato nella nave scuola Esmeralda. Da lì venne poi trasferito nel campo di prigionia di Isla Dawson, dove fu detenuto per otto mesi. Rimase prigioniero per un totale di tre anni, compresi i periodi trascorsi nei campi di concentramento di Puchuncavi y Ritoque.
La città cilena di Valparaiso ha recentemente reso onore al suo illustre concittadino, assegnandogli nel 2003 il premio municipale di letteratura per la sua opera saggistica filosofica, anticipando di un anno una ricorrenza davvero speciale: il centenario della nascita di Pablo Neruda (2004), che a sua volta, come oggi Don Sergio, abitò a Valparaiso.
Vuskovic, Allende, Neruda
il filosofo, il politico, il poeta. Tre amici e tre re. Uniti in un tempo che fu quello in cui si forgiò il periodo più luminoso del Cile. Oggi, dei tre, soltanto Sergio può testimoniare la storia di questo nido marittimo, e del paese cui appartiene. E lo fa continuando a seminare tra i giovani quella preziosa saggezza socratica che condivise con Allende e Neruda nei momenti felici, come in quelli terribili.
Nei giorni immediatamente precedenti all’uscita di questo numero di Fucine Mute, Vuskovic è stato nostro ospite a Trieste per rendere omaggio, grazie al suo ultimo lavoro letterario, ad un amico ancora ben vivo nei sentimenti di molti. Il titolo del libro? Allende nel mondo. La versione italiana è curata dall’encomiabile Maurizio Nocera, amico di Vuskovic sin dai tempi dell’esilio italiano.
Dopo la tappa triestina egli ha proseguito per Udine e Pordenone, incrociando infine la Bologna del collega Umberto Eco, presso la cui Università egli insegnò, durante gli undici anni di esilio, Storia della Filosofia. Lecce sarà l’ultima tappa del suo viaggio, il ponente di una Magna Grecia a lui così cara.
Il documentario che in questo numero trasmettiamo in videostreaming codificato ad altissima qualità, è l’omaggio alla storia di una città che ‘sta volta sarà proprio Vuskovic a raccontare in prima persona a tutti i lettori di Fucine Mute. Così scrisse di Valparaiso il poeta Pablo Neruda:
Valparaíso mi usurpò, mi sottomise al suo dominio, alle sue assurdità. Valparaíso è tanto, è un grappolo di case pazze, è un passero che ti cade sopra la testa, è un bambino povero tra i ferri vecchi, è una donna curva, è una distanza
Così, invece ha scritto Claudio Magris nella sua lettera che è stata letta all’inizio della serata dedicata a Vuskovic, presso il Teatro Miela di Trieste, peraltro nel giorno in cui questa importante istituzione culturale triestina festeggiava i suoi sedici anni di attività:
Cari amici,
mi dispiace non poter essere con voi a festeggiare, o meglio a ringraziare Sergio Vuskovic Rojo, che arriva da un paese le cui vicende sono state al centro della coscienza civile del mondo, un paese che ho recentemente appreso a conoscere e ad amare direttamente. Dico ringraziare Sergio Vuskovic Rojo, perché quando un uomo affronta con tanto coraggio, dignità, semplicità e serenità esperienze terribili che negano l’umanità, combatte per tutti, anche per chi in quel momento non è minacciato direttamente dalla violenza che si sta abbattendo su di lui e sul suo paese, e dunque ci rende tutti più liberi, più forti, più capaci di vivere bene e di godere la vita. Quando poi un uomo che ha vissuto la tortura, il cui solo pensiero fa tremare noi piccoli ometti – quaquaraqua come diceva Sciascia – ha conservato una tale serenità, amabilità, dolcezza che lo fanno parlare con semplicità e understatement di quelle cose terribili senza nessun pathos eroico e anzi quasi non sapendo del proprio eroismo, questa è una lezione ancora più grande. Grazie Sergio.
Altri ringraziamenti son dovuti. E si tratta di quelli che io stesso in prima persona rivolgo a Paolo Ghiotto Marin, nostro pluriennale e storico collaboratore, grazie al quale è stata possibile la presenza di Sergio Vuskovic a Trieste. Di Paolo Ghiotto Marin potrete leggere in questo stesso numero anche la notevole intervista ad egli rilasciata in esclusiva da Sergio. Un’ora di video dal quale tutti i lettori di Fucine Mute potranno conoscere un uomo che come pochi altri sa spalancare le atmosfere nerudiane con amore di fanciullo e guizzi intellettuali. Un uomo che ricorda, con questo video, chi è ancora vivo senza esserlo di fatto.