I Faun sono un’emergente realtà tedesca nell’ambito della scena gotica, più precisamente in quel sottogenere etnico e folk ispirato dai lavori dei Dead Can Dance. Come si evince da alcune roboanti affermazioni qui sotto pubblicate, i ragazzi hanno atteggiamenti e si presentano visivamente come dei mistici usciti da qualche film fantasy, ma fortunatamente dal punto di vista musicale riescono a evitare pacchianerie e ri-creano — senza pretese filologiche — atmosfere medievali e romantiche e non disdegnano né l’utilizzo della tecnologia né l’aggiunta di ritmiche più moderne e dance. L’occasione di quest’intervista con Oliver Pade (voce maschile del gruppo e polistrumentista), nasce in occasione dell’uscita del DVD “Lichtbilder”, un prodotto tecnicamente ineccepibile e ricco di contenuti che aiutano a prendere confindenza non solo con la musica del gruppo, ma anche col loro “mondo”. Da poco è uscito anche il nuovo album “Renaissance”, che prosegue il cammino dei primi due.
Fabrizio Garau (FG): Per favore presenta la band ai nostri lettori.
Oliver Pade (OP): Noi fondiamo antichi strumenti medievali con la moderna musica elettronica. L’elettronica è basata su sample dei nostri strumenti, così sembra che ci sia un’orchestra a suonare tamburi e percussioni e altri strumenti in maniera ipnotica e minimale. Su questo paesaggio sonoro due voci femminili e una maschile cantano principalmente di vecchie storie medievali o di nostri testi che spesso hanno a che fare con il paganesimo e la natura.
FG: Il vostro stile musicale particolare richiede strumenti particolari: ne puoi menzionare (e descrivere) qualcuno?
OP: Per esempio Nyckelharpa (violino svedese), Hurdy-gurdy, Selje floit (flauto svedese ipertono), cornamuse, arpa celtica.
FG: Qual è il vostro background musicale? Come siete entrati in contatto con il folk e la musica tradizionale?
OP: Attraverso una più profonda conoscenza di noi stessi. La musica vuole parlare attraverso noi.
FG: Percepite alcune band come vicine al vostro stile? Le band che ritengo simili a voi spesso nelle loro interviste menzionano i Dead Can Dance, non proprio come una loro influenza, ma più come una sorta di pionieri del genere.
OP: Sì, siamo spesso paragonati ai Dead Can Dance. Li apprezziamo molto, ma noi stiamo seguendo il nostro stile. Come abbiamo sempre fatto. Anche nella scena medievale tedesca siamo molto speciali, perché abbiamo questo suono mistico e l’influenza “heavenly voices” e non solo cornamuse o tamburi come un sacco di altre band.
FG: Se pensiamo ai Faun, pensiamo alla musica medievale, ma si può parlare di musica “medievale”? Ha un senso? Cosa ne sappiamo realmente?
OP: È impossibile creare veramente musica medievale al giorno d’oggi, perché gli ascoltatori non hanno più orecchie medievali. Proprio per questo noi utilizziamo sonorità medievali senza voler essere autenticamente medievali, ma solo per ricreare antichi paesaggi.
FG: Il DVD è grandioso, pieno di contenuti e i live shows sono splendidamente documentati. Cosa puoi raccontarmi a proposito di questa uscita?
OP: I Faun non sono solo musica, abbiamo qualcosa da dire e vogliamo che la gente condivida i nostri sentimenti e i nostri messaggi. Per questo è fantastico permettere alle persone di avere uno sguardo più ravvicinato su ciò che facciamo e sul perché lo facciamo. Per ottenere questo il DVD è il metodo migliore.
FG: Sembrate molto sicuri di voi stessi quando vi esibite. Quanto è importante per voi suonare dal vivo?
OP: Molto, perché bisogna fare musica insieme a chi ti ascolta. Anche coi migliori stereo e impianti hi-fi ci saranno sempre concerti, perché questa musica è decisamente da condividere con gli ascoltatori.
FG: Possiamo anche vedere due video-clip (Isis e Egil Saga): ci sono semplicemente i Faun e la natura. Qual è il vostro rapporto con la natura? I paesaggi urbani sono qualcosa di alienante per voi?
OP: La natura è noi. Col punto di vista giusto non ci sono paesaggi urbani. Solo alcune rocce con la natura intorno.
FG: Perché avete deciso di rappresentare attraverso immagini Isis e Egil Saga? Puoi raccontare qualcosa di queste due canzoni?
OP: Ci piace raccontare alle persone che il mondo è pieno di magia. Nella vita di ogni giorno, specie nelle foreste o, come in Isis, nella neve sugli alberi si può trovare quella magia che incanta la tua vita. Bisogna solo tenere gli occhi aperti. Raccontare tutto questo è parte del nostro destino.
FG: La vostra popolarità sta aumentando. Vi interessa? Quali sono i vostri traguardi?
OP: Ci piace raggiungere più persone, perché ci piace diffondere il messaggio che ci è stato consegnato. Speriamo di suonare di più all’estero, perché tutti noi amiamo viaggiare ed entrare in contatto con culture differenti.