Immagine articolo Fucine MuteGiorgia Gelsi (GG): Incontriamo Piera Degli Esposti in una libreria nel centro di Trieste, la libreria “Minerva”, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, scritto con Dacia Maraini, che ripropone un sodalizio che dura da molto tempo… Il titolo, Piera e gli assassini, lascia presagire qualcosa di truculento, ma in realtà è un libro anche molto divertente…

Piera Degli Esposti (PDE): Sì, è anche un libro pieno di racconti comici e umoristici, come l’incontro con Robert Mitchum, il lavoro con Marco Ferreri, la conoscenza con Mastroianni, che interpretava il ruolo di mio padre nel film Storia di Piera tratto dal libro omonimo… Tutte storie d’avventura, insomma, che di solito non vengono legate a un’attrice come me, impegnata spesso in ruoli drammatici.

GG: Prima ha detto che le interessa molto la linea che separa un assassino da un non-assassino: una questione che l’ha affascinata per tutta la vita…

PDE: Mi piacerebbe essere un commissario. Ho sempre amato moltissimo l’indagine, mi piace seguire i casi e ho la fortuna di avere anche una grande scrittrice come mia amica, Dacia Maraini che, insieme a me, si lascia andare e segue alcuni miei percorsi. In questo libro ci sono però anche i suoi percorsi, perché vengono raccontati dei pensieri, delle speranze, dei dubbi e dei giochi delle donne. Questo libro riguarda soprattutto le donne, anche se poi inevitabilmente riguarda anche gli uomini.

GG: In questa veste d’autrice l’avevamo già conosciuta con il libro precedente, Storia di Piera che, in confronto a questo, più leggero, ha anche sconvolto più di qualcuno. Ma è un libro che lei ama profondamente…

PDE: Storia di Piera è un libro molto legato alla figura di mia madre, una figura per me indimenticata e indimenticabile. Storia di Piera è un libro che è ancora in libreria in edizione BUR e ha venticinque anni di vita; non so se per questo sarà lo stesso… In quel libro c’è dentro una grande forza, legata proprio a mia madre, a cui penso anche quando faccio i miei personaggi. Mia madre mi ha ispirato nei personaggi di Cleopatra, Medea…

GG: In questi giorni è qui a Trieste con lo spettacolo I Persiani diretto da Antonio Calenda. Un altro sodalizio importante, se pensiamo che avete iniziato in un certo senso insieme, col Teatro dei Centouno, anche con Gigi Proietti. Che ricordi ha di quegli inizi, si faceva un teatro tanto diverso da quello attuale?

PDE: Era un teatro che aveva i suoi spazi nei garage e nelle cantine. Infatti noi siamo figli delle cantine, poi ognuno ha preso la sua strada, ma eravamo molto appassionati, io ad esempio verniciavo le sedie, Tonino (Calenda, ndr) andava a cercare i soldi al Ministero, Gigi (Proietti, ndr) arrotondava andando a volte a suonare la chitarra nei ristoranti… Negli anni Settanta era poi di moda avere dei teatri con dei pittori e degli artisti che stavano su panche scomode… Infatti il teatro del Centouno non era un teatro, era un garage con cento posti più uno… il bagno!

GG: Ha citato prima Marco Ferreri, ma oltre a lui, noto e apprezzato regista, ne ha conosciuti tanti altri, Pasolini tanto per citarne uno. Ci racconta un episodio, un aneddoto, legato a questi due personaggi?

Immagine articolo Fucine MutePDE: Su Pasolini ho raccontato che ero molto contenta di essere stata scelta da lui perché non mi sceglieva nessuno… I miei inizi sono stati molto faticosi, cosicché quando mi ha scelto saltavo dalla gioia. Poi però, quando l’ho incontrato, mi ha detto che mi aveva scelto perché gli piaceva la mia faccia, “Tu non hai la faccia d’attrice”, mi disse. Quindi pensai che non avrei mai fatto l’attrice, invece poi seppi che per lui era  un complimento, voleva dire che avevo una faccia autentica.

Per quanto riguarda Ferreri, la cosa che ho più impressa è come rimproverava me e Dacia Maraini. Ci chiamava le “Sorelle Bandiera”, perché diceva che avevamo delle “bandierine” in testa, delle utopie, delle illusioni. In ogni caso, ho un grande ricordo e anche una grande riconoscenza per Ferreri.

GG: Che, ricordiamo, è stato anche regista di Storia di Piera…  Allora in bocca al lupo e… al prossimo libro: a proposito, ci sarà una continuazione?

PDE: Io spero che non ci sia due senza tre, e che questo libro abbia buona fortuna!