L’angelo della morte fa incontrare tre “spiriti”, tre figure di artista
emblematiche del nostro tempo: Andy Warhol, l’artista androgino padre della Pop
art americana, William Forsythe, il coreografo innovatore del Frankfurt Ballett
e lo stesso Jan Fabre. Filtrando le tre personalità secondo il suo
personalissimo punto di vista, Fabre si fa immancabilmente guidare dalla
sue fascinazioni. A dominare, in questocaso, è il tema della mutazione, della
bellezza dei corpi che sembrano possedere un’aura, un marchio di immortalità che
li trasforma in icone dell’immaginario collettivo. L’angelo della morte è
uno spettacolo dove si fondono in un dialogo incessante le principali arti:
musica, performance dal vivo, immagini, video scioccanti, danza e recitazione.
La creatura del titolo ha le sembianze di una fanciulla, serpente che spunta da
un piccolo palco rialzato al centro dello spazio scenico, lingua bifida che
inonda di parole la platea seduta su cuscini blu in una sala cubica e nera alle
cui pareti campeggiano quattro grandi installazioni video. Fabre ci mette
al centro come spettatori di una performance interattiva, in un susseguirsi di
molteplici citazioni, frasi celebri e momenti inediti di tre specialissime e
curiose biografie d’artista.

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Per visionare il video è necessario installare un controllo ActiveX ed è altresì necessario poter disporre di connessione xDSL da 450Kbps almeno. Riprese video e montaggio digitale a cura di Michela Cristofoli.

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Ringraziamo Jan Fabre per la gentile concessione
© 2005 Jan Fabre. Tutti i diritti riservati