È appena finito Splendid’s in una delle camere dell’Hotel Astoria di Udine, e subito all’interno di questo spazio reale e teatrale intervistiamo Sandra Angelini, una dei responsabili dell’organizzazione e dell’ufficio stampa dei Motus.

Immagine articolo Fucine Mute

Fabrizio Maurel (FM): Origine, morti e nascite varie; evoluzioni di Motus…

Motus (M): La compagnia nasce nel 1991 ed è fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che lavorano insieme appunto dal 1991. Nel corso del tempo la compagnia ha avuto un’evoluzione, e attualmente è composta da circa sedici persone tra organizzatori, due registi e attori che provengono da diversi paesi, infatti, in compagnia ci sono due attori serbi e due francesi.
La compagnia lavora nell’ambito del teatro di ricerca, ed è diventata famosa soprattutto per il suo modo di essere contaminazione fra teatro, arti visive, musica e cinema.

FM: Come vive e si organizza in maniera pratica l’esperienza Motus, e quali sono i prossimi progetti…

M: La compagnia ha sede a Rimini, abbiamo un capannone industriale in una zona di grandi magazzini all’ingrosso, qui c’è la sala prove e gli uffici dove fino ad ora abbiamo creato i nostri progetti. È un po’ la nostra factory, lì sono nate le scenografie degli ultimi lavori dal 2000 ad oggi, lì si fanno le prove e da lì parte anche l’organizzazione.
La compagnia sta lavorando molto in Europa, soprattutto in Francia; dalla prossima produzione però spostiamo un po’ il baricentro, nel senso che i produttori del nuovo lavoro sono dei teatri francesi, ma senza abbandonare mai i “compagni di viaggio” come il festival di Sant’Arcangelo di Romagna. Andremo per due mesi a lavorare in Francia a Rennes, e lì produrremo il nuovo lavoro che si intitola L’Ospite, liberamente tratto dal romanzo Teorema di Pasolini, che debutterà il 20 aprile a Rennes, in un centro teatrale molto importante, attrezzatissimo, nel quale staremo due mesi; lo spettacolo poi verrà portato in Italia al festival di Sant’Arcangelo.

FM: La scelta di spazi extrateatrali… e qualche informazione sul vostro ultimo lavoro.

M: La compagnia mette in scena Splendid’s all’interno degli alberghi, possono essere delle suite o delle hall. Lo spettacolo è tratto da un testo di Jean Genet, che appunto parla di un albergo, Splendid. La compagnia che in questi ultimi anni sta portando avanti un progetto sulle stanze d’albergo, ha deciso di giocare con lo spettatore portandolo all’interno di un lavoro teatrale adoperando uno spazio reale, interagendo nei corridoi, con il pubblico dell’hotel, con i camerieri, interrompendo così la routine di questo ambiente. Come dicevo questo lavoro fa parte di un progetto più ampio sulle stanze d’albergo; infatti, il secondo lavoro che gira parallelamente a Splendid’s si chiama Twin rooms ed è invece un lavoro che parte da testi letterari, il principale di questi è Rumore bianco di Don Delillo, poi Pinter, Ellis. I due registi, Enrico e Daniela, hanno voluto ricreare in maniera quasi maniacale una stanza d’albergo, grazie al nostro amico e scenografo Fabio Ferrini, e a fianco di questa stanza reale dove gli attori lavorano, vivono, ci sono due schermi che riproducono per dimensioni e linea la camera d’albergo e il bagno.

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Su questi schermi vengono proiettate delle immagini in ripresa diretta o comunque dei flash back che arricchiscono la narrazione. È uno spettacolo in cui, grazie anche alla scenografia, teatro e cinema si incontrano con la letteratura di questi autori americani che amiamo molto. La scenografia per Motus è sempre stata considerata come un attore, c’è una troupe cinematografica che sta girando un film, ci sono gli attori che recitano nel film, insomma un intreccio di storie dove lo sguardo dello spettatore diventa punto di vista per creare una storia. In Motus non c’è linearità drammaturgica, si lavora piuttosto per montaggio come accade nel cinema.