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Immagine articolo Fucine MuteUn album di contemporary music al sapore di funky. Si può sintetizzare così, a cominciare dal titolo, il progetto musicale di Reiff jr. “Funky Flavas” (DaRoof Records, 2003 — 14 tracce per complessivi 58 minuti e 30 secondi di ottima musica d’ascolto) dove Reiff suona la chitarra in tutti i brani, di cui è anche autore e arrangiatore assieme alla sua band, i Funky Flavas appunto. Lui nella lettera di presentazione lo definisce un album groovy e contemporary. E lo è davvero, il suono di Reiff Jr., al secolo Søren Reiff: musicista, compositore di jingles, sigle e colonne sonore per la televisione e produttore — ma anche patron dell’etichetta DaRoof, nata nel 1997 — intriso di groove e molto, molto contemporaneo. Il danese Reiff, che nel CD unisce il suo nome a quello di mostri sacri come Mike Stern, presente nella traccia Swedish Spring, e l’americano Michael Ruff, che collabora alla bella ed eterea Relaxin’ apre nuove prospettive alla fusion. Artista a tutto tondo, è infatti autore anche del logo della propria etichetta, quello di Søren — che tra gli altri, ha lavorato con personaggi del calibro di Chaka Khan, Randy Crawford, Robert Palmer, Michael Brecker, David Sanborn, Al Jarreau, Paul Young, Mark King dei Level 42, Leo Sayer, Toots Thielemans, Precious Wilson, Bonnie Tyler, Tina Charles, Mungo Jerry, Maggie Reilly e Boney M — è un jazz molto ambient, che spazia tra la classicità e il lirismo. Non è solo fusion, non è solo jazz, ma è molto di più. Tanto per fare un esempio concreto, l’album presenta una amalgama sonora sullo stile di quella sapientemente dosata dal James Taylor Quartet. Nelle 14 tracce, dolci note jazzy trasportano l’ascoltatore in un viaggio fantastico nella musica contemporanea, senza soluzione di continuità, che offre l’opportunità di sorvolare tanti stili diversi senza scendere per una sosta. Ma è una trasvolata compiuta senza fretta, con la possibilità di scattare tante istantanee e godersi pienamente il panorama dall’alto. Insomma, Reiff jr. nonostante l’anagrafe lo leghi a una particolare latitudine, si può a ragion veduta considerare un freddo dal cuore morbido. Si parte con Move on Closer, un intro Seventies con la bella voce di Nabiha Bensouda a condurre l’astronave di Reiff verso un tuffo nel Mare della Tranquillità. Tra le tracce del cd, si segnala un omaggio all’Italia — dove Reiff ha soggiornato a lungo nel 2002 e dove l’idea è nata — nella particolare Italian Thoughts, cantata o meglio recitata  dalla Signorina Forti (così scrive nei credits Reiff), all’anagrafe Mariane Forti, che sfocia in Thoughts, pensieri italiani ispirati dal Bel Paese, poetici e soffusi come le corde della chitarra del simpatico Søren e un pensiero alla Russia in Russian Thoughts. Swedish Spring è invece una cartolina dalla Scandinavia, che scorre nelle vene del musicista e ne riempie il pentagramma, ma è una Polaroid dove il ghiaccio si scioglie, scaldato dal calore dei suoni funk in un rigoglio di note fiorenti. Una fonduta al cioccolato da assaporare nell’intimità della propria casa, davanti a un caminetto acceso.

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Particolarmente intensa è Growing Love, forse il momento migliore in assoluto dell’album, con l’ottima voce di Rikke Mølgaard a incastonare di perle black/soul una base electro/trip hop dal vago sapore Smoke City. Da segnalare anche Forrest, un’ipnosi di chitarra e basso per un’escursione in una foresta incantata e You, dove l’ottima vocalità della Bensouda si materializza in un respiro in musica. Funky Flavas è un sogno ad occhi aperti da cui risvegliarsi dolcemente, sorseggiando una fumante tazza di tea al “funky flavour”.