Immagine articolo Fucine MuteParco Poesia, festival della giovane poesia italiana, si è svolto a Parco delle Magnolie di Riccione il 12 e il 13 settembre. La manifestazione è stata ideata e diretta da Isabella Leardini, ma sono stati coinvolti nell’organizzazione anche i poeti Davide Brullo, Massimo Gezzi, Stefano Maldini e Andrea Ponso; hanno contribuito alla manifestazione enti pubblici e privati quali l’Assessorato alla Cultura e alla Pace del Comune di Riccione, l’Università di Bologna, l’editore Guaraldi, l’AEFFE S.p.A., la Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
Ma perché un festival di “giovani poeti”?
Il discorso generazionale nasce dalla volontà di diversi poeti, critici, operatori culturali, che da qualche anno spingono questo concetto. Posso citare a questo proposito Maurizio Cucchi, sempre attento quando si tratta di parlare di nuove proposte sullo Specchio, ma anche Mario Santagostini e Giuliano Ladolfi, rispettivamente con le antologie i Poeti di Vent’anni e Opera Comune; oppure a cura di Cristina Benussi l’antologia Gli Ammutinati e grazie a Davide Rondoni I cercatori d’oro. Soprattutto nel Nord Italia si sono effettuate operazioni antologiche sui “giovani” poeti.
Sul discorso generazionale, più o meno consciamente, investono un po’ tutti, ma sarebbe interessante capire cosa ne pensano i “giovani”. C’è l’entusiasmo e la voglia di conoscersi e, in generale, il collegamento a livello nazionale motiva i “giovani” poeti a proseguire su questa strada, fatta di eventi, di reading e di dibattiti.
Il discorso generazionale è giusto? è sbagliato?
Direi che, visto l’impegno che parte dal basso e osservata la situazione dell’editoria (in crisi) e dell’ambiente letterario (poco organizzato a partire dal territorio), i “giovani” poeti che oggi relazionano tra di loro e con il pubblico fanno bene. Questo fare, che non dimentica il presente della poesia e il recente passato di grande poesia italiana e straniera, si costruisce in un rapporto diverso con il pubblico soprattutto grazie allo strumento del reading e del dibattito culturale.
“Nulla di nuovo” taluni potrebbero obiettare, ma quando c’è emozione e partecipazione in un contesto per lo più performativo, e con una buona presenza di pubblico giovane come a Riccione, vuol dire che qualcosa a livello sociale si sta muovendo.
La poesia trova spazi, e voci.

Maurizio Cucchi a Parco Poesia

Non è vero allora che i giovani non leggono, non si interessano di letteratura, e chi costruisce ad hoc le riflessioni sulla società ne dovrebbe tenere conto — alludo ai molti addetti ai lavori e ai poeti che si beano delle loro grandi qualità osservando un uditorio provinciale, facili all’invettiva ed incapaci di autocritica, boriosi e sciocchi nel dispensare e nel dispensarsi opinioni, quando l’atto dell’aprirsi all’altro, altro non è che una via che ricerca anche la poesia.
Quindi attribuisco a “Parco poesia” e a questi giovani il giusto valore, anche perché saranno i passi futuri a sciogliere il destino sulla loro strada. Chi disquisisce sull’arroganza di questi poeti, fa leva sull’invidia e sulla propria frustrazione.
Da un’analisi degli aspetti formali di alcune letture dal vivo, confrontando i testi scritti, ho potuto notare — e in questo ci troviamo di fronte ad un miglioramento comunicativo che nulla ha a che fare con gli aspetti negativi sopra citati — come il rendere più efficace la performance vocale della poesia sia divenuto parte determinante della scrittura di molti giovani. Sebbene partano da modelli letterari affatto diversi, all’atto pratico del reading c’è in comune la ricerca di comunicatività nei testi. Analogia banale quanto fondamentale a partire dalle differenze.
L’organizzazione per ben comunicare ha movimentato nei reading e nei dibattiti all’incirca cinquanta persone tra poeti, critici, editori, e lo ha fatto in due giorni; presenti anche le riviste Atelier, Clandestino, Graphie, Il Foglio Clandestino, La biblioteca di Babele, Istmi, La Clessidra, Manifatturae, Pelagos, Poesia, Semicerchio, Fluorence, Nabanassar, La biblioteca di Riccardo, Fucine Mute;il settimanale Il Domenicale e gli editori Archinto, Ares, Guaraldi, Fara Editore, Lietocolle, Raffaelli, L’albatro, Niebo, Edizioni della Meridiana, Le lettere, Stampa, Book Editore, Joker, Ass Cult Press, Smylife.

Immagine articolo Fucine MutePer ciò che concerne i poeti abbiamo assistito ad un incontro piacevolissimo, intrecci di arte e vitalità. Riccardo Ielmini, Giovanna Frene, Martino Baldi, Andrea Gibellini, Tiziano Fratus, Laura Pugno, Davide Brullo, Gian Maria Annovi, Federico Italiano, Valentino Fossati, Massimo Gezzi, Andrea Ponso, Andrea De Alberti, Enrico Piergallini, Annalisa Teodorani, Alessandro Rivali, Daniele Mencarelli, Igor De Marchi, Roberta Castoldi, Stefano Maldini, Matteo Veronesi, Tiziana Cera Rosco, Giovanni Tuzet, Francesco Camerini, Federico Batini, Isabella Leardini, Gabriel Del Sarto, Christian Sinicco, Maurizio Cucchi, Andrea Gibellini, Milo De Angelis, Umberto Piersanti, Roberto Carifi, Davide Rondoni,  hanno dato vita ai reading serali.
Lo spazio invece accordato alle riviste è stato limitato dal fattore tempo, ma l’augurio è che ampliando la cornice dell’evento a partire da altri aspetti vitali, quali le presentazioni delle case editrici e delle riviste, la manifestazione possa crescere, anche perché i poeti hanno già dimostrato di saper formare la voce della propria creazione.