Mentre tutti attendiamo che questa interminabile estate volga finalmente al termine, e dopo aver visto Marte in una limpidissima nottata di fine agosto, ci apprestiamo a fare due conti e, in un attimo di pausa, a trarre le dovute conclusioni da un periodo, se non di bilanci (d’altronde l’ho già detto più di una volta), quantomeno di opportune considerazioni.

E, riflettendo, siamo più che mai convinti che il lavoro redazionale di questi quasi cinque anni abbia raggiunto un valore tale per cui è giusto – lo abbiamo fatto in questi mesi, lo faremo ancora – chiedere e (se anche chi sarà preposto ad una decisione in tal senso sarà dello stesso avviso) ottenere un sostegno per un’attività che fino ad oggi è stata completamente supportata da chi ha operato sotto il profilo sia tecnico che contenutistico della rivista.

Garantire ai nostri lettori una continuità è impresa non da poco, credetemi: e questo non è certo uno sfogo dettato da disamore improvviso, quanto l’esternazione della volontà di continuare a proporre contenuti assicurandone, e se possibile accrescendone, la qualità.

Oggi un numero di Fucine Mute, senza che per questo ci si sia mai sottratti ad oneri di sorta, è una responsabilità: perché molte sono le richieste di collaborazione anche di un certo rilievo, perché più di una persona crede in noi, perché oggi ci conoscono in tanti, perché le progettualità che dalla nostra rivista si dipartono sono molte e di ampio respiro, cresciuti come siamo dal punto di vista tecnico e professionale tout court preminentemente sulla base di un’attività autofinanziata.

Non avete mai visto banner pubblicitari (a parte, a suo tempo, quello del nostro provider, ma non si trattava del corrispettivo di un’elargizione in denaro, quanto di una sponsorizzazione tecnica che, tuttavia, si è da tempo tradotta in una spesa ormai interamente sostenuta da Fucine Mute), né inserzioni promozionali di vario tipo; abbiamo rifiutato le (poche) richieste di articoli redazionali, e la collaborazione con realtà commerciali si è sempre palesata in una forma di impegno reciproco volto, in primo luogo, ad una promozione che fosse di tipo culturale, ossia che rivelasse i contrassegni dell’avanguardia, del prodotto di frangia, del coraggio. E qui si collocano le nostre escursioni discografiche, o, di recente, le inserzioni della sezione “comunicati”.

Dico tutto questo per ribadire una volta per tutte come abbiamo lavorato, e per essere il più limpidi possibili nei confronti di chi ci legge e, magari, si interroga circa le fonti del nostro sostentamento; e perché, da alcuni mesi a questa parte, trovate in home page i segni di un riconoscimento che si esprime nella forma a noi più consona, per vocazione e per la nostra esplicita operatività sul territorio, ossia quella istituzionale.

Il Comune di Trieste contribuisce nella forma della convenzione triennale, mentre la Provincia di Trieste ha concesso a Fucine Mute ONLUS il proprio patrocinio: entrambi i riconoscimenti, afferenti ai rispettivi assessorati ai Beni e alle Attività culturali, segnano il passo della nuova strada che vogliamo percorrere, affinché Fucine Mute e le sue iniziative possano proseguire e consolidare la propria inclinazione nel fornire risorse di pubblica utilità e fruibilità.

Ed è per questo motivo che, se rivolgo un primo ringraziamento agli Enti che per primi ci hanno accordato il proprio sostegno, non mi nascondo dicendovi che spero di poter ringraziare di nuovo, al più presto, chi dovesse a sua volta credere nelle nostre iniziative.

Il ringraziamento più esplicito lo vedete on line ogni mese, e si esprimerà a breve con un numero di settembre a cui stiamo lavorando da tempo, e di cui possiamo (potremo) andare orgogliosi; nel frattempo, la nostra riconoscenza per questo numero di agosto va a Luciano Troisio e alla casa editrice Marsilio, per aver acconsentito alla pubblicazione dei due titoli di apertura del sommario.

E se siamo decisamente soddisfatti delle collaborazioni instaurate sul versante discografico, non posso però non concludere la mia breve esposizione sui contenuti di FM55 con una lieve nota di rammarico. Ci abbandona, infatti, Luca Lorenzon, colonna portante di cinque anni di ricerca e saggistica sul fumetto e redattore della prima ora; ci asteniamo in questa sede da ogni considerazione sulle motivazioni, in parte personali, in parte più genericamente legate ai modi nostrani di parlare di fumetti (quanto è ancora attuale quel saggio di Umberto Eco!) che attanagliano la professionalizzazione di chi se ne intende davvero. E credimi, Luca, tu rientri certo nel novero: qualora dovessi ripensarci, sai che le porte sono sempre aperte.

Alla prossima, tra poche settimane.