Il Premio Montale ha voluto celebrare Mario Luzi, la sua grande opera poetica, l’umanità che lo contraddistingue. Rievocando la passione che Luzi nutre per la figura di Gesù Cristo, la banda delle scuole elementari e medie di Gubbio ha suonato alla chiusura dell’evento Jesus Christ Superstar; il presentatore Melo Freni ha ricordato i suoi incontri con il poeta, i consigli e le parole gentili; Maria Luisa Spaziani ha voluto sottolineare l’amicizia con Eugenio Montale. Io l’ho catturato a conclusione della giornata di sabato: la sua voce era bassa, ma pescava nell’animo. Poche parole bastano per illuminare la consapevolezza di un uomo e i poeti dicono la verità. Allora ascoltiamo…

Christian Sinicco: Una rapida battuta con Mario Luzi, poeta sommo. Hai dichiarato un giorno una cosa molto bella. Il poeta è quasi il cavaliere della fede che porta avanti le idee per la società…

Mario Luzi: La fede è piena di dubbi per tutti. Il poeta quando ne è toccato, quando ne è investito bussa anche delle porte che non sono aperte; interroga il mistero in un modo nuovo, un modo suo, non ancora scontato, non ancora codificato. Quindi porta avanti la fede, anche con molto squilibrio, perché questa non gli è di consolazione. Però deve farlo e lo fa. è un po’ un’avventura anche quella, come quella della vita che si cerca di rendere sempre più consapevole sempre più conscia ma che resta enigmatica. La fede… Ce ne son tante di fedi e in sostanza è una dimensione dell’animo. Se la materia della fede può oscurarsi, oscillare, confondersi, come un po’ in tutti, è però una richiesta inesauribile dell’anima, che ce l’ha come dono.