Ivan Bormann (IB): Per iniziare potresti definire cos’è Stripburger, come e quando è nata e di cosa si occupa

Igor Prassel (IP): Stripburger resta fino ad oggi l’unica rivista di fumetti Slovena. Al fianco dei fumetti pubblichiamo anche testi sul fumetto (teoria, informazioni e due testi sulla scena in Croazia e in Serbia) e recensioni di fumetti. Proprio quest’anno celebriamo un decennio dell’avventura editoriale di Stripburger, con il prossimo numero 32, che esce a fine Marzo.
Stripburger pubblica fumetti di autori contemporanei da tutto il mondo. All’inizio eravamo orientati più sugli autori e le autrici dal territorio ex-jugoslavo, e piano piano abbiamo incominciato a presentare opere fumettistiche contemporanee di diversi paesi (attraverso degli special sulla Francia e il Belgio (SB#19), la Svezia (SB#21), l’Italia (SB#25), la Finlandia (SB#27), Montreal (SB#29)…
La rivista esce tre volte all’anno, con due numeri regolari multilingue (con traduzione addizionale in Inglese) e un numero speciale completamente in Inglese (calendario Anti-nazi, set di cartoline sul tema dei diritti umani, HandyBurger sul tema dell’handicap, XXXStripburger sul tema del sesso e due numeri col titolo Stripburek dove mettiamo in mostra gli autori e le autrici provenienti dai paesi dell’ex patto di Varsavia).

IB: Che tipo di diffusione e popolarità aveva il fumetto in Jugoslavia prima e ora in Slovenia e nelle vicine repubbliche?

IP: Dopo la seconda guerra, con l’inizio del “socialismo dal volto umano” come lo chiamavano i politici, e fino alla metà degli anni ’50, il fumetto viene trattato come propaganda imperialista e non era ritenuto opportuno pubblicarlo, realizzarlo o leggerlo… Grazie al lavoro di alcuni pionieri — in Slovenia il più conosciuto è stato Miki Muster, che con un stile tra Disney e Walt Kelly ha inventato un avventura di quattro animali antropomorfici — e soprattutto a seguito della costituzione di un pubblico che voleva leggere i fumetti, lentamente sono incominciate a fiorire riviste specializzate, strisce nei giornali e fumetti in riviste. Le attività fumettistiche erano in continua evoluzione soprattutto in Serbia e in Croazia, mentre la Slovenia per ragioni di mercato (con una popolazione di soltanto due milioni di persone) riproponeva le pubblicazioni in lingua serbo-croata…
Oggi la situazione è cambiata radicalmente, dato che i giovani sloveni non capiscono più né il Serbo né il Croato, e leggono (se leggono) in Sloveno o in inglese. Il fumetto in Slovenia dall’indipendenza (1991) ha dovuto cominciare da zero. In questo decennio sono stati pubblicati circa 10/15 albi di autori sloveni (la maggior parte senza un editore, samizdat). Però il problema più grosso è che non ci sono librerie specializzate, e nelle edicole si trovano soltanto fumetti trash (Bonelli in lingua Croata, Disney, Alan Ford…).

IB: La vostra sede è all’interno del Metelkova; quanto ha inciso sulla vostra attività la nascita e crescita di questo polo culturale? Vuoi ripercorrere brevemente la storia di questo spazio? Che rapporto ha instaurato Stripburger con le istituzioni culturali, le autorità politiche e quant’altro?

Immagine articolo Fucine MuteIP: Rispondo prima alla parte finale della domanda… Dall’inizio Stripburger sopravviveva soltanto per via delle donazioni finanziarie del Open Society Institute Slovenia (rete di associazioni che finanziano la cultura alternativa, fondata dal miliardario George Soros), che però ha chiuso il suo ufficio in Slovenia due anni fa.
Noi forse siamo fortunati, essendo l’unica rivista di fumetti slovena con una reputazione internazionale, e tre anni fa siamo riusciti ad avere un finanziamento dal Ministero della Cultura, tramite un budget appositamente stanziato. Ovviamente per la gente che lavora al Ministero contano soltanto gli anni di esistenza e i press cliping internazionali, perché fino ad ora nessuno ci ha mai chiesto niente riguardo al contenuto dei fumetti che pubblichiamo…
In quanto alle istituzioni culturali, negli ultimi due anni in molti ci hanno chiesto di organizzare laboratori sul fumetto all’interno dei loro programmi, una delle più grandi biblioteche di Lubijana, ci ha richiesto collaborazione per aprire un reparto specializzato per il fumetto… In un certo senso Stripburger sta diventando un’istituzione per il fumetto in Slovenia.

Lavorare dentro il Metelkova, è sicuramente positivo. Si tratta di un ex caserma militare abbandonata alla fine degli anni ’80 dall’armata jugoslava. Mentre era stata annunciata una trasformazione in centro culturale, i politici cittadini hanno portato avanti un progetto di demolizione. Però la gente si è accorta di questo in tempo e Metelkova è stata occupato per tre anni; ora il Centro ha raggiunto un accordo per la legalizzazione con il Comune e il Ministero della Cultura, che sono i proprietari degli edifici. Ci sono sempre artisti da tutto il mondo che arrivano e partono… in un certo senso siamo “fuori dal mondo comune” e così possiamo dare vita alle idee più bizzarre che ci vengono in mente… Anche se il collegamento tra la gente che lavora dentro al Metelkova non è sempre collaborativo al cento per cento. Però sono certo che, che se i politici vorranno fare qualcosa senza chiedercelo, tutti si uniranno nella lotta…

IB: Con Stripburek, si arriva ad una panoramica del fumetto di tutto l’est Europa. E stato difficile recuperare tutto il materiale, è stato difficile stabilire dei rapporti di collaborazione negli ultimi anni, talvolta tra nazioni che si combattono o che hanno combattuto e dove la Cultura è stata spesso adoperata per manipolare, fomentare odi e divisioni?

IP: Stripburger non ha mai tagliato i rapporti con gli autori della ex-jugoslavia. Con tutti ci tenevamo in contatto (anche personale), e se era possibile facevamo anche dei viaggi con mostre di fumetti (Sarajevo, Belgrado, Pancevo, Podgorica…). Specialmente gli autori dalla Serbia hanno capito che per loro essere pubblicati in Stripburger voleva dire essere visti dal mondo! L’unico rapporto problematico era con la rivista Macedone Lift, che ha preso delle storie da Stripburger e le ha pubblicate nella loro rivista senza chiedere l’autorizzazione a noi o agli autori…
Per quanto riguarda il lavoro preparativo per il Stripburek, non sapevamo cosa ne sarebbe stato prodotto. I paesi come la Romania, Bulgaria, Estonia, Ungeria, Albania e pure la Repubblica Ceca sono tagliati fuori dal circuito internazionale del fumetto, mentre per esempio in Polonia, la tradizione è veramente vecchia, sono chiusi dentro i loro confini… Noi abbiamo mandato un appello attraverso lettere, fax, e-mail a diversi indirizzi (accademie, centri Soros, ambasciate, centri culturali indipendenti…) e alla fine siamo abbastanza soddisfatti del risultato. Però, a dire la verità non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori…
Adesso abbiamo preparato una mostra con tavole originali dal Stripburek, e vogliamo girare il più possibile nell’est Europa (in febbraio siamo stati a Budapest, e c’era tanta gente interessata, per la prima volta hanno avuto l’occasione di vedere il fumetto contemporaneo d’autore!).
State attenti, perché ci stiamo mettendo d’accordo anche per una mostra a Ravenna e a Roma.

Immagine articolo Fucine MuteIB: A livello artistico ci sono delle similitudini, delle vicinanze, delle costanti nel fumetto dell’est Europa?
Ci sono dei collegamenti con le tradizioni culturali dei paesi d’origine, dal cinema, alla letteratura…?

IP: Non direi proprio. Se guardi attentamente l’ultimo Stripburek puoi vedere che l’espressione grafica degli autori è molto diversa da opera in opera. Il fumetto sta sempre di più diventando un media completamente autosufficiente e indipendente, e così i collegamenti con il cinema, la letteratura, la poesia non sono più tanto in evidenza come negli anni ’70 e ’80.
Tuttavia se vuoi cercare i collegamenti con le tradizioni culturali dei paesi d’origine sicuramente trovi qualche linea evolutiva tra il cinema d’animazione e il fumetto polacco, oppure il teatro delle marionette e il fumetto ceco…

IB: Il caso più famoso è forse quello di Zograf, che abbiamo già intervistato nel numero 36 di Fucine Mute Webmagazine. Il suo modo particolarissimo e molto efficace di raccontare la realtà sociale che lo circonda, sono presenti anche in altri autori oppure ciò resta un caso isolato?

IP: Zograf è sicuramente il più grande critico sociale tra gli autori del Est… Specialmente i più giovani sono più poetici e meno politici… Proprio per questo con i numeri speciali di Stripburger vogliamo provocare gli autori e dargli la possibilità di giocare con i taboo politici o sociali che esistono nella società globale (americanizzata, consumista…).
Il nostro prossimo progetto sarà intitolato MadBurger e per la fine dell’ intervista voglio usare questo spazio per lanciare il nostro invito a tutti i potenziali autori italiani, che visitano il vostro sito che è fatto veramente bene (sia graficamente, che come contenuto!).

Immagine articolo Fucine Mute