Corrado Premuda (CP): Riccardo Pedrini e Roberto Bui sono rispettivamente Wu Ming 5 e Wu Ming 1, due dei componenti del progetto editoriale denominato Wu Ming. L’ultimo libro che presentano al pubblico è Havana Glam edito da Fanucci, frutto — come i precedenti — di approfondite ricerche, di una letteratura collettiva con tanto di editing in tempo reale: in pratica una rarità nel difficile universo dell’editoria italiana. è una responsabilità essere outsider in questo contesto?
Roberto Bui (RB): Sì, lo è. Vogliamo essere un esempio per gli altri autori per quanto riguarda il copyright e combattere lo strapotere degli editori. Lavoriamo comunque molto ai nostri progetti e cerchiamo di mettere il luce l’editoria di massa.
CP: Come definireste il progetto Wu Ming?
Riccardo Pedrini (RP): Wu Ming è un’impresa letteraria e politica autonoma, un progetto tendenzialmente inclusivo e non è detto che altri entrino nel collettivo. Al momento Wu Ming si compone di cinque autori, in pratica i quattro membri del Luther Blissett Project a cui mi sono aggiunto io. Quello che scriviamo non ha copyright perché per noi la patrimonialità intellettuale va combattuta: almeno in letteratura siamo gli unici ad agire così.
CP: Havana Glam è un romanzo che risente di generi diversi. C’è la vostra consueta attenzione maniacale al contesto storico come in Q, abbondano le suggestioni fantascientifiche… è una spy stor y che insegue il gusto pop?
RB: Diciamo che c’è un forte input fantascientifico ma è un romanzo di spionaggio come tutti i nostri precedenti lavori. Havana Glam, in particolare, ha in Riccardo (Wu Ming 5) il suo autore principale ma gli altri quattro hanno naturalmente collaborato in maniera essenziale. A chi definisce questo libro un romanzo storico rispondiamo che il romanzo storico fornisce l’ambientazione ma è la trama a determinare il genere: quindi si tratta di una storia di spionaggio, molto vicina allo Spaghetti Western. Basti pensare che la vicenda ruota sullo sfondo della scena, poco nota, dei gruppi rock anni ’60 a Cuba… e la morale potrebbe essere che l’etica socialista ai Caraibi non attecchisce come nella fredda Russia!
CP: Voi fate partecipare i lettori al dietro le quinte dei vostri libri, qualcosa che gli altri non fanno. Quali riscontri avete dal pubblico? Una maggiore attenzione?
RP: Il nostro è un rapporto atipico coi lettori che finalmente hanno voce in capitolo, sul sito Internet www.wumingfoundation.com rispondiamo alle critiche e ai giudizi senza nascondere né censurare nulla. Questo per noi è un valore etico. In più stiamo lavorando a un ulteriore romanzo collettivo via Internet, qualcosa che vuole coinvolgere autori vari, ognuno dei quali scrive un capitolo.
CP: Per quanto originali e fuori dal coro, voi pubblicate i vostri libri con Einaudi. Vorreste creare una casa di produzione propria?
RB: Wu Ming è già una casa editrice ombra, un marchio di fabbrica. Ma dopo esperienze editoriali con case editrici più piccole (il romanzo precedente, “Asce di guerra”, fu pubblicato da Tropea, n.d.r.) abbiamo riscontrato come sia più economico sfruttare ciò che già esiste. Preferiamo utilizzare strutture solide anche se non mancano i contrasti con Einaudi.
CP: Quali progetti avete in cantiere dopo Havana Glam?
RP: In primavera uscirà 54, un romanzo che ci è stato ispirato da Trieste e dalla sua precaria situazione nel 1954. La storia parla della questione irrisolta della città (Trieste, alla fine della Seconda Guerra Mondiale fu divisa in zona A italiana e zona B iugoslava, e dal ’45 al ’54 fu presidiata dal Governo Militare Alleato anglo-americano, n.d.r.), di spie dai toni quasi hollywodiani, di scontri ideologici: è un’opera corale. Poi lavoriamo su un’altra storia ambientata in Brasile nell’Ottocento dove Garibaldi si muove come un pirata tra orde di esuli italiani, massoni e carbonari, che combattono in America Latina e poi si spostano nella Repubblica romana.
CP: Avete anche progetti cinematografici?
RB: Dopo alcuni contatti infruttuosi con De Laurentiis che voleva comprare i diritti di Q, abbiamo pronti alcuni soggetti originali a cui la casa di produzione Fandango sembra interessata. L’argomento delle sceneggiature ruota attorno all’Ottocento italiano, un’altra nostra passione. C’interessano la Scapigliatura lombarda, la letteratura demenziale dell’epoca, senza dimenticare la nascita della fantascienza italiana e i libri di Salgari.
CP: Nel corso degli anni avete cambiato nome: quali sono le differenze tra Luther Blissett e Wu Ming?
RB: Il Luther Blissett Project, pseudonimo di guerriglia massmediatica nonché nome di un hacker, ha operato dal ’94 al ’99 con un quinquennale piano di lavoro di gruppo che è terminato con Q. Il Wu Ming Project parte nel 2000 e anch’esso si occupa dei miti: al collettivo si è aggiunto Riccardo.
CP: I vostri libri stanno riscuotendo un enorme successo non solo in Italia, sono numerose le traduzioni e in Cile Q è al secondo posto nelle vendite. Qual è il vostro scopo adesso avete raggiunto l’interesse e la stima dei lettori?
RP: Vogliamo continuare ad affermare che il copyright è nato come protezione dell’autore ma ora ha finito per stritolarlo. è nostra intenzione proporre ancora prodotti precari infiltrandoci sempre nella cultura di massa e scavando in profondità fino alle basi del capitalismo!