La prima attività amatoriale in Puglia risale alla fine degli anni Sessanta. Ovviamente potrebbero essermi sfuggite altre iniziative locali, ma credo di non sbagliare se affermo che il grosso delle iniziative pugliesi nel campo della fantascienza — e del fantastico — sia emerso, in quel periodo, a Taranto e contemporaneamente a Bari, per svilupparsi poi soprattutto in questa seconda città.

Nel 1969, determinante fu per me (assiduo lettore di fantascienza fin dai primi “Urania”)l’incontro con Eugenio Ragone, un appassionato tarantino da poco trapiantato a Bari. Insieme escogitammo sistemi più o meno empirici per reperire altri fan: dai bigliettini propagandistici inseriti in libri sulle bancarelle dell’usato, ad annunci tramite radio locali. I risultati non si fecero attendere, e si formò un primo nucleo di una quindicina di persone: Antonio Campese, i due fratelli Guaragna, Auro Spinuzza Basilicò, Luigi Pirro, Pino Cioce, Silvio Cantarelli, Guido Bottone, Lorenzo Iacobellis, Paolo Todesco, Mario Misino, Marino De Pascalis, Silvio Simboli, Franz Salvatore… Avevamo riunioni periodiche, letture di gruppo, etc., e il passo successivo fu la fondazione di un club (iniziativa di Roberto de Marinis, titolare dell’emittente barese Radio 5). Questa attività culminò, anni dopo, nella organizzazione di una vera e propria convention locale, sia pure “mini” (la LittleCon-1, 1981), cui parteciparono una trentina di iscritti giunti da varie città della regione. I fan più attivi (e più costanti negli anni) si sarebbero rivelati Ragone, de Marinis, Antonio Scacco, e il sottoscritto (per quanto mi riguarda, nel ’62 avevo pubblicato un primo raccontino su “Galaxy”, nella rubrica Accademia; altri… “accademici” locali furono Basilicò e Iacobellis). Ma molti si avvicendarono e coinvolsero a più titoli, nel corso degli anni.

Il nostro lavoro evidenziò fin dagli esordi tre caratteristiche essenziali. Anzitutto la commistione fra amatorialità e professionalità: d’altronde questo è un punto che ha accomunato sempre molta attività fantascientifica, in Italia e altrove. In secondo luogo molti di noi, pur partecipando ad attività di gruppo, non avrebbero trascurato iniziative personali nel settore. Infine, avremmo — quasi programmaticamente — rivolto buona parte dei nostri sforzi all’attenzione di un pubblico non specializzato, convinti (e anzi mossi dal… tipico sacro fuoco dei neofiti fantascientifici Doc) che la narrativa a noi cara subisse preconcetti da sfatare con dimostrazioni dirette.

Le realizzazioni furono in realtà numerose, e di varia natura. Dai cicli di trasmissioni radiofoniche (“Quarta Dimensione”, 1976; “Zona Zero”, 1978) alla compilazione di un saggio critico in volume (“Il gioco dei mondi”, di Catani-Ragone-Scacco, ed. Dedalo, 1985), a un’antologia scolastica di racconti italiani di fantascienza (“Cronache dal futuro”, di Catani-Giancane-Ragone, ed. Milella, 1995). E poi l’audiocassetta “Voci dal domani” (1984) contenente sette fanta-sceneggiati radiofonici e della quale curammo tutto, dall’adattamento dei testi alla recitazione agli effetti speciali (vi furono poi altre nostre audiocassette); e un paio di spettacoli teatrali di fantascienza (“Briciole di futuro”, 1982, regia di E. Ragone; “Scorciatoie per il futuro”, 1987, regia di Pino Cacace); per approdare infine alla realizzazione — su iniziativa di Ragone — di un film d’una ventina di minuti, “Le rive del tempo” (1994, regia di Vito Amodio) tratto dal racconto di Jack Finney “Lettere d’amore”. A ciò si aggiungevano le riunioni periodiche, conferenze in vari ambienti culturali, interventi presso radio e tv locali, collaborazioni a quotidiani quali la “Gazzetta del Mezzogiorno”(sulle pagine della “Gazzetta” curai, fra l’altro, due serie di racconti fantascientifici italiani, nelle estati 1991 e ‘92). E poi mostre mercato di libri, rassegne cinematografiche, laboratori nelle scuole, partecipazioni a seminari universitari, coinvolgimento di facoltà e dipartimenti dell’Ateneo barese (ma vi furono anche realizzazioni provenienti da un gruppo di docenti, tra i quali Massimo Del Pizzo, Bruno Brunetti, Bruno Pompili, Rita d’Amelio). Una attività che oggi mi appare quasi frenetica, portata avanti con un’immancabile dose di ingenuità, ma capace di regalare anche qualche soddisfazione.

Un discorso a parte meritano le riviste amatoriali. In apertura ho nominato Taranto: in quella città nacque nei primi anni ’70 “Adventure Flash”(di Francesco Paolo Porcelli, Michele Alemanno e altri), poi mutata in “Saturnia Adventure”. Su di essa scrissero autori noti a livello nazionale, o che presto lo sarebbero divenuti (Cremaschi, Mongini, Pagan, Gasparini). L’esperienza si chiuse nel 1975.

Nel 1980, a Bari, il già citato de Marinis fondò la fanzine “Sindrome Futura”, che però durò solo due fascicoli. Cinque anni dopo, su iniziativa di Antonio Scacco, nacque “THX 1138″(titolo ripreso dal romanzo di Ben Bova), fanzine cui collaborarono praticamente tutti gli esponenti del nostro gruppo, così come era strutturato in quel periodo (fra gli altri: Donato Altomare, Enzo Cucinella, Cosimo Trisolini, Massimo Conese). Credo che l’esperienza di “THX 1138” abbia avuto per noi un suo significato: la rivista si era data una impronta professionale che consentì l’apporto di firme molto note (non soltanto dell’ambiente fantascientifico), l’assegnazione di tre Premi Italia, nonché apprezzamenti in vari ambiti. Purtroppo — come è quasi regola nel fandom… ma accade anche a livelli più elevati! — “THX 1138” non fu longeva: dopo 6 numeri, direi nel suo momento migliore, sorsero contrasti interni che ne decretarono la fine. Si affacciarono questioni di “prelazione morale” sulla testata; e c’era chi partecipava con molta minor fatica di altri; e infine non mancava chi — come il sottoscritto — doveva fare i conti con un’attività personale troppo impegnativa per poter a lungo seguire i mille rivoli di una simile impresa. Cosa dire? Finché durò, fu coinvolgente…

Antonio Scacco proseguì con una sua fanzine, “Future Shock”, che esce tuttora. Così come tuttora continua, a livello professionale, l’attività di alcuni di noi. Negli anni, il gruppo barese (o meglio pugliese) si è arricchito di nuove entrate, fra cui Enzo Verrengia e Roberto Fuiano. Quest’ultimo partecipa al gruppo barese di poeti “La Vallisa”, il cui maggiore esponente è Daniele Giancane e che spesso ha, a sua volta, interessanti contatti col mondo della fantascienza, del fantasy e del fantastico.