Riccardo Visintin (RV): Siamo in compagnia di Carola Stagnaro, un’attrice che con Trieste ha una certa consuetudine, e che è tornata in questa città con Rumors, uno spettacolo di Neil Simon, che sta ottenendo un grande successo, con un ruolo molto divertente, molto frizzante, molto spumeggiante. Le chiediamo intanto come vive questo ruolo e come le sembra l’impatto con il pubblico, non solo triestino?

Carola Stagnaro (CS): Diciamo che ho fatto più che altro teatro drammatico, quindi il brillante era un pianeta sconosciuto. E invece devo dire che mi ha affascinato molto perché pensavo fosse facile e invece è molto difficile, far ridere, intendo, è più difficile far ridere che far piangere.

E quindi è stata una bella esperienza. Ovviamente, ogni città ha un pubblico diverso, quindi la ricezione è differente, ma mi sembra che a Trieste siano molto preparati, mi sembra che siano abituati ad andare a teatro, e che si divertano molto, anche perché è uno spettacolo abbastanza comico, ma anche con una comicità un po’ surreale, un po’, diciamo, non banale, ma sofisticata.

RV: Io ho visto lo spettacolo martedì sera e una delle cose che ho notato subito è questo ritmo frenetico, vorticoso… il pubblico non ha quasi modo di riprendersi da una risata che già viene trascinato in un’altra, e c’è anche un gioco collettivo vostro da interpreti molto affiatati. Io però ho scoperto, a proposito di questo affiatamento, che lei e Stefano Santospago siete in qualche modo le “new-entry” della Compagnia Attori e Tecnici.

Dunque, in qualche modo, ci sono stati degli scalini da superare? Oppure è stata una fusione immediata come vediamo in scena in queste sere?

CS: Devo dire che non essendo abituata a fare teatro brillante, ma anche altri tipi di teatro, all’inizio è stato un attimo difficile. Devo però dire che Attilio Corsini, il regista, è stato talmente bravo da creare una situazione talmente perfetta, in modo tale che l’attore non possa agire molto… diciamo che è un po’ “imprigionato” dalla situazione registica, e quindi può dire quella battuta solo ed esclusivamente in quella maniera, e quella maniera è quella giusta. È stato geniale in questo senso.

Il ritmo frenetico della regia è anche dovuto al fatto che forse il testo è, secondo me, il meno geniale, il meno riuscito di Neil Simon, anche perché deve muovere nove personaggi in scena. Quindi il testo è abbastanza fragile, mentre allo stesso tempo è pieno di battute comiche e divertenti, e bisognava dunque creare un ritmo abbastanza frenetico per fare in modo che il pubblico non si rendesse conto della fragilità del testo, ma si divertisse anche solo per le battute, e devo dire che Attilio Corsini è un maestro di questo tipo di teatro, vi ricorderete sicuramente Rumori fuori scena, che è stato un successo clamoroso, e il suo stile di regia è proprio su questi ritmi, sulle situazioni: ha cambiato addirittura la punteggiatura del testo, per renderlo più divertente, per renderlo meno fragile.

RV: Questa è una domanda che non ho mai fatto, ma mi ritrovo assieme ad un’attrice giovane e quindi…

Carola Stagnaro è un’attrice che ha accumulato un numero notevole di esperienze al teatro e al cinema — ricordo, da grande appassionato di cinema horror, Tenebre e Opera di Dario Argento. Ma so che lei ha debuttato a vent’anni con Ecce Bombo di Nanni Moretti, e poi c’è della Fiction…

Anche se lei è molto giovane, e ha fatto una serie di esperienze, c’è qualcosa che non ha ancora fatto? Io lo chiamo il sassolino nella scarpa, nel senso di qualcosa che avrebbe voluto fare e che non Le hanno lasciato fare, che magari potrà succedere di qui a breve…

CS: No, sinceramente non ce l’ho, perché devo dire che sono stata fortunata, perché mi hanno dato appunto la possibilità di interpretare ruoli diversi, in situazioni diverse, non ho proprio questo desiderio di interpretare un personaggio che non mi hanno ancora fatto fare.

Sì, ho dei testi che mi piacerebbe fare e che spero di fare, magari anche più avanti con gli anni: per esempio, mi piacerebbe tantissimo fare Buonanotte mamma, che è un testo che vidi con la Lina Volonghi e con la Lazzarini, che mi fece letteralmente impazzire, però ancora sono troppo giovane per farlo, quindi aspetto serenamente…

RV: Io La ringrazio sinceramente, e Le auguro di continuare questa presenza che sta finendo, qui a Trieste, con il successo che ho visto personalmente martedì sera, e Le faccio un’ultimissima domanda, che non ho mai fatto: sinceramente, Le è stato di aiuto nella sua carriera essere obbiettivamente così affascinante?

CS: Assolutamente sì, anche se diciamo che spesso mi capita di arrabbiarmi quando leggo una critica dove il lato esteriore della mia persona viene messo più in risalto di un’interpretazione, un interesse di una bellezza più interiore.