Sul confine dell’abbandono
O mio avversario
per il tuo volto stavo per inventare un nome diverso
[da quello che ti diedi
poesia o ghigliottina simile ad una rossa notte
ti sei appropriato del suo colore e con l’attesa mi
[disorienti
così senza testimoni
così senza confessione (del corpo)
è il tormento del dolore
il corpo giace in un’estasi infinita
diversa dall’inganno dell’Oriente
e della sabbia simile alle promesse degli uomini
tratto la tua agonia
e con il singhiozzo del peccato prego
poiché ogni addio se non viene da un corpo represso
non può essere colpa meritevole di profezia
ogni innamorato se non è porta per l’inferno
non può essere follia
sarà via lattea in uno spazio sradicato
trono che abbraccia un tiranno
vittoria raggiunta da eroi sconfitti.
O mio avversario
unico carnefice del mio cuore
sul confine dell’abbandono
cerco di trascinarti verso il gregge dei giorni segnati
[dai rimpianti,
promesse che la memoria imbalsama col desiderio
[dell’oblio
e distratta… distratta
inganno le stagioni
come un sultano coronato dall’umiliazione e dalla
[nostalgia.
Sul confine dell’abbandono
amai e trovai l’amarezza del mondo nella gola
quando lì afferrai — menzogna — una patria segreta
che mi assediò, poi se ne andò …
come un bacio che il triste vento del Nord ha disperso
come melodie di un Sud che affonda nella morte e nei
[lutti di Karbalà.
Sul confine dell’abbandono
la gioia si paralizza, offuscata
ed io elevo a te le mie preghiere.
L’abbandono non è sconfitta,
la sconfitta è il non lasciarci,
rimanere a giocare nella strada del tempo
illudiamo la nostra impotenza
di essere ancora innamorati
dai tempi della follia di Adamo… fino agli ultimi aridi
[baci.
Poiché mi affliggo per l’erranza del mondo,
per la morte dei paesi
faccio che i giorni ti voltino le spalle
restituiscimi a me stessa, dopo aver divorato la mia
[ambizione,
e come mela condannata dagli dei, fammi sbocciare.
Sul confine dell’abbandono
il cielo è spoglio delle stellari vele
e le amichevoli elegie azzoppano la terra
O mio avversario
nitrito della vita nel corpo
o corpo mio,
dove sei?
Sei ancora colmo di ricordi e preoccupazioni?
Sul confine del dolore
feci cenno
al pane delle gole colpite da libertà e promesse
non sei tornato a me
non sono tornata a te.
Da tempo lontano
avrei dovuto abbandonarti
per gettare tutto ciò che avevo
nel tuo stupido inferno,
i tuoi deserti paradisi.
Baghdad 1995
Traduzioni: Laboratorio di traduzioni di Casa della poesia