Riempite le Chiese di pensieri immondi
Introducete l’onesto nella Casa Bianca
Scrivete lettere in lingue morte
A persone che non avete mai conosciuto!
Dipingete parole sconce sulle fronti dei bimbi!
Bruciate le vostre carte di credito, e
Indossate scarpe con i tacchi a spillo!
Le porte del manicomio si aprano!
(Joker, in Arkham Asylum, di Morrison-McKean)

Le Fucine s’avviano a diventare quello che ho sempre
sognato e che solo qualche tempo fa non speravo. Un manicomio aperto al mondo.

Così, all’oscura, balorda schiera dei fucinieri (per questo numero arricchita dal mio sorriso) s’unisce anche un inquietante sciamano urbano, primo speriamo d’una lista, d’una play-list, anzi. Lorenzo parla e ci fa partecipi dei suoi sommersi happening musicali. Ci fa ascoltare la “sua” musica, col magnetico aplomb da sciupafemmine qui magari un po’ costretto – ma certo non sminuito – dalle ridotte dimensioni della finestrella “Realplayer”. Visitate l’Occhiospia, e rendetevi conto di cosa possa l’amore per la musica, la tecnologia streaming, e una videocamera. Non dico che non si possa far ancora meglio: certo è che il medium pone dei limiti tecnici alla resa qualitativa – ma è solo questione di tempo – e che le Fucine inaugurano con l’Occhiospia la loro stagione più compiutamente plurimediale, dopo solo un anno di vita. Danno anima, voce, volto ai loro fantasmi audiovisivi.

Le mie non sono disquisizioni artatamente costruite; tanto meno, un elogio del proprio lavoro, che sarebbe cosa sterile. Non vendiamo niente, offriamo dei servizi, facciamo ciò che ci piace, e non dobbiamo fregare nessuno.

Certo è che le Fucine Mute possono garantire, da oggi, una primissima forma di diretta “televisiva” su rete (che ci vuole? Nient’altro che un portatile e un allacciamento telefonico…). Possono costruire un loro piccolo network televisivo che sia tematico e generalista allo stesso tempo, magari controculturale (se vuol dire ancora qualcosa…) e per forza di cose diverso, perché diverso è il medium di supporto, come il possibile bacino d’utenza e il target. Il servizio è praticamente gratuito, anche se rimangono, certo, le spese di connessione per i fruitori. Il nostro sarebbe un network da navigare a piacere, solo se vi pare, qualora vi interessi e vi torni veramente utile: insomma, non intrusivo o rompiballe. Evitando del tutto l’etere e le sue frequenze, le Fucine possono garantire la messa in rete, a disposizione pubblica, delle lezioni universitarie d’un qualsivoglia docente che abbia il coraggio di farlo (io ci proverei). Dispongono già d’una radio, questi muscolari lavoratori d’altoforno, che è pienamente tutelata – non preoccupatevi! -. Possono a loro volta fornire connettività ad altre radio, per trasmettere anche su internet.

Potrete leggere, cari affezionati, e scrivere, ascoltare, vedere, tutto nello stesso momento, mentre lavorate (dotatevi, però, di modem veloci e provider seri). Potrete fare brutti incontri, con qualche amico mio, magari.

Attendendo le vostre rubriche riguardanti la cucina araba o africana, i sermoni del Rev. William Cooper, il cartone animato giapponese, il cinema muto, il drum’n’bass, la poesia recitata in latino, il teatro della crudeltà, gli scacchi o l’immondizia, dichiariamo la guerra dei poveri (che Zavattini diceva essere matti) ai vari, inamidati, mostriciattoli catodici che fanno giornalmente irruzione nelle nostre case. Servitevi di noi, e collaborate. Realizzate fattivamente il vostro contenitore. Aspettiamo le vostre idee (purché siano buone…), i sogni, i video, da trasformare in bit. (Spedite le vostre videocassette a REDAZIONE FUCINE MUTE WEBMAGAZINE, via del Crocifisso 7/a, 34121 Trieste).

Per il momento vi lascio ad Albanese, Grillo, Poli: voci dissidenti, ereticali, di quelle che piacciono a me.

Ancora due cose:

  1. a parlare dovete essere voi, perché avete meno voce d’altri (ma certamente sangue migliore);

  2. dagli al Batman! (anche se senza di lui non posso stare)

Un saluto carissimo dal sottoscritto (che per questo numero, almeno, ha fatto fuori quel bamboccione del direttore editoriale). Vostro,

JOKER