Fabio Bonetti (FB): Come vi siete proposti di intraprendere un’iniziativa editoriale? Ovvero, al di là della passione, quali erano (e sono) i rischi e quali le prospettive che avete considerato?

Mezzoterraneo (MT): Al di là della passione che muove tutte le iniziative delle edizioni? Pensiamo che rimanga ben poco da dire, crediamo che il fumetto (come la narrativa) sia nato come forma d’intrattenimento. Il rischio maggiore che si corre pubblicando fumetti è che questi possano non piacere al pubblico, il che comporta (come nella maggior parte dei casi) la cessione o il rinnovamento delle iniziative; a meno che non subentrino problemi esterni, equamente gravi, come la mancanza di fondi o l’indisponibilità delle persone che collaborano (spesso gratuitamente) a queste iniziative.

FB: Difficoltà nel trovare gli autori? In linea di massima, c’è disponibilità da parte loro?

MT: Fino ad ora abbiamo trovato molta disponibilità da parte di autori esordienti e non, anche se a volte nascono piccole discordie, per lo più su problemi tecnici. La difficoltà maggiore è riuscire a scovarli e coinvolgerli in un’iniziativa editoriale, intendo dire: siamo convinti che in Italia ci sono diversi autori capaci e meritevoli di essere presentati al pubblico, autori che lavorano solo per se stessi per mancanza di punti di riferimento. I “vecchi” autori che abbiamo promosso in questi anni hanno sempre dimostrato partecipazione e attenzione al nostro lavoro, trovando una piccola occasione di poter farsi conoscere nell’ambiente e la possibilità di presentare i propri lavori a un (seppur piccolo) pubblico.  
Cogliamo l’occasione per dire a tutti i “fumettari” di non sottovalutare le proprie potenzialità e di rivolgersi a persone che possano aiutarli nella propria crescita.
Il Centro Fumetto di Cremona in passato ha sempre offerto a tutti coloro che hanno mandato il proprio materiale un solido aiuto indirizzandoli verso le strutture più adeguate alle loro esigenze.

FB: Chi vi sostiene?

MT: In principio l’iniziativa partì autofinanziandosi, ma è grazie all’apporto  dello staff del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona che siamo riusciti a continuare il nostro lavoro che pian piano crebbe e ci portò a quello che siamo ora; vorremmo infatti ringraziare tutti loro per la fiducia e per l’aiuto che ci hanno sempre dato, speriamo di poter continuare a lavorare insieme. Per noi il Centro Fumetto è sempre stato un punto di riferimento e un validissimo appoggio su cui poter contare.  
Il Centro Fumetto è una struttura che nasce circa quindici anni or sono grazie al lavoro di un gruppo di giovani che si accorse della mancanza di un punto di riferimento per i lettori di fumetti in Italia; questo gruppo ora può vantare una biblioteca con più di venticinquemila pezzi tra libri e riviste, ed è diventata un punto di riferimento in tutto il territorio italiano per lettori, disegnatori, operatori del settore e tesisti che sempre più spesso si rivolgono al Centro Fumetto per ricerche nel campo.

FB: Parlatemi del vostro primo contatto con Misesti.

MT: Abbiamo conosciuto Stefano proprio grazie al Centro Fumetto “Andrea Pazienza” e siamo stati immediatamente colpiti dalle sue storie; il suo curriculum parlava di un illustratore per la pubblicità e l’editoria con parecchia esperienza, lo contattammo subito per un’eventuale pubblicazione anche se, vista la sua esperienza, non  sperammo troppo nella sua disponibilità.
Ci incontrammo personalmente ad una mostra-mercato a Milano, dove Stefano lavora; il primo incontro fu eccitante, Misesti ci portò a far vedere le sue illustrazioni e le sue tavole, che trovammo semplicemente strepitose.  
La cosa fantastica fu che trovammo Stefano esattamente come lo immaginavamo, fisicamente sembra uscire da una sua storia, simpatico ed eccezionalmente disponibile.
Infatti, oltre al suo lavoro che da solo gli ruba parecchio tempo, collabora anche con la compagnia Teatro Città Murata di Como per la quale ha realizzato un’intera serie di pupazzi e scenografie per lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate”.
Dopo qualche tempo Stefano ci confessò di essere stato colpito dalla nostra giovane età.

FB: Affrontate per scelta il genere umoristico. Proseguirete o avete in mente anche altro?

MT: Sicuramente continueremo in questo genere che secondo noi è la miglior forma d’intrattenimento fumettistico, come si dice “una risata vi seppellirà”, o nel nostro caso vi intratterrà, anche se non disdegniamo stili più narrativi. Dobbiamo confessare che ci è stato proposto materiale estremamente interessante in forma più classica e più illustrativa rispetto allo stile minimale di Stefano; speriamo che in futuro anche queste storie possano trovare spazio sulle nostre produzioni.

FB: Al fumetto “informatizzato” credete, visto che avete prodotto Le Rane. Il discorso fumetto on-line vi interessa, e secondo voi ha prospettive, almeno  dal punto di vista promozionale? E come vera e propria realtà editoriale?

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SIMONE: Sinceramente spero che l’informatizzazione possa dare più spazio al fumetto, anche se personalmente sono più legato al libro stampato: penso che la stampa trasmetta ancora emozioni.
Forse sono un nostalgico ma trovo (nei confronti di opere nate dal pugno di un uomo) che la rete sia ancora troppo fredda, impersonale, astratta mentre il libro si lascia toccare, sfogliare e leggere senza farti calare le diottrie. La scelta di fare “Le Rane” su floppy disk in formato html era, ed è rimasta, la necessità di portare ad una fascia più ampia  di pubblico le nostre produzioni incuriosendola con un formato diverso dal classico.

LUCA: Lo sviluppo dell’informatica di internet hanno portato solo vantaggi al fumetto. Si stanno muovendo diversi passi nella direzione del fumetto on-line, “Lo Sciacallo Elettronico” già dal 1995 pubblica fumetti in questo modo.
Penso che l’utilizzo dell’informatica debba essere utilizzato come materiale nuovo, al di fuori della carta stampata, un formato diverso ma senza abbandonare la forma più appropriata del fumetto cioè la stampa su carta.

FB: Ve l’ho chiesto perché pochi fumettisti utilizzano la rete in Italia. Il timore di effetti negativi della rete sul fumetto mi pare che esista, sebbene secondo me sia solo questione di adattarsi ad altre soluzioni per assorbire l’eventuale (e comunque non imminente) contraccolpo. Cosa ne pensate?

SIMONE: Sono perfettamente d’accordo anche se ho notato che pian piano si stanno sviluppando sempre più siti che presentano nuovi autori, seguendo l’esempio de “Lo sciacallo elettronico“, pietra miliare del fumetto on-line. Credo che la rete sia il migliore tra i media esistenti, un ottimo ed economico ripiego per coloro che non hanno l’opportunità di pubblicare le proprie storie.

LUCA: Effetti negativi non penso ce ne saranno mai, sta succedendo ciò che successe ai tempi con la televisione: dicevano che avrebbe ucciso i libri e il cinema, in parte il colpo è stato dato ma non certamente così grave.
Internet non ucciderà i media del fumetto ma al massimo creerà una nuova via di sviluppo, si produrranno fumetti solo per la rete.
Per ora è il contrario: i fumetti già esistenti vanno in rete, in futuro le parti saranno eguali e distinte.

FB: A volte l’impressione è quella che l’editoria italiana sia abbastanza vivace, nel senso che autori di qualità non mancano, ma che spesso le case editrici minori siano costrette a rifare i conti troppo spesso. L’equivoco proviene anche dalle fiere (es. Padova, ne avevamo parlato, dove autori già affermati — anche se non tutti conosciuti dal grande pubblico — ricadono sotto la definizione “Segni di domani”), ma forse anche dall’assenza di una spinta che dovrebbe provenire in parte dalla critica, che non c’è o non si fa vedere. Si può accettare questa interpretazione, pur semplificata? Come vivete voi questa situazione?

MT: In Italia esiste un florido mercato del fumetto e molte case editrici propongono prodotti sempre più curati a prezzi bassissimi; la critica, anche se poca, esiste, ma solo per coloro a cui interessa.
Il fumetto ha trovato un mercato ancora più florido da quando hanno cominciato ad apparire i primi negozi specializzati. Questi permettono, a differenza di qualche anno fa, anche alle case editrici più piccole, che non si possono permettere una distribuzione nelle edicole, di poter sopravvivere offrendo ai lettori prodotti sempre diversi che trattano i più svariati generi.
L’equivoco nasce quando le case editrici non riescono ad imporre il proprio prodotto sul mercato ormai saturo di “produzioni da grande magazzino”; vogliamo dire che in Italia la fetta più grossa del mercato viene gestita dalle produzioni “manga” e affini, che sempre più spesso ci propongono prodotti di bassa qualità, lanciati sul mercato unicamente a scopo lucrativo.
Speriamo che in un futuro non troppo lontano anche altri prodotti possano trovare un pubblico più ampio e che il lettore possa trovare anche in altri generi il piacere della lettura.

FB: Avete un punto di riferimento, una rivista o un fenomeno culturale nell’editoria del fumetto cui vi siete ispirati? Autori famosi nell’ambito del fumetto umoristico che apprezzate particolarmente?

MT: Pensiamo che tutto ciò che ci circonda sia direttamente o indirettamente fonte di ispirazione, la particolarità del nostro lavoro sta nel continuo confronto con prodotti, presenti sul mercato, sempre più qualitativamente evoluti, e proprio da questo confronto nasce la continua esigenza di rinnovamento.