“Benedictio Dei Onnipotenti, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, descendat super vos et maneat semper”. La voce tremula del vecchio Pontefice Cattolico Apostolico Romano che impartisce la solenne benedizione Urbi et Orbi si diffonde in Piazza San Pietro, si rifrange fra le colonne del porticato del Bernini, raggiunge i fedeli e i pellegrini, i primi Romei dell’ultimo Anno Santo del Millennio. Dai quali, dopo un attimino di silenzio, si alza l’applauso. Come ormai dovunque di fronte ai Personaggi, funerali e tragedie compresi. D’altra parte la star è di prima grandezza, lo spettacolo di alta classe, e loro hanno appena vinto un’indulgenza plenaria al nuovo gioco della stagione televisiva. E anche noi, in fondo, noi che assistiamo, il mattino del 25 dicembre verso le 12, mentre stappiamo le bottiglie e apparecchiamo la tavola per il pranzo di Natale, siamo parte dello show. Che la sera prima, in occasione dell’inaugurazione formale del Giubileo e dell’apertura della Porta Santa, ha ottenuto il 62 % di share, come ci informa subito con grande compiacimento, e in testa al servizio, il Tg della Rai.

Immagine articolo Fucine Mute

Poi, quando i giornali usciranno dopo due giorni di astinenza natalizia, un altro modello di servizio prende il sopravvento, quello delle sfilate di moda, e si discute soprattutto del piviale del Papa. Se sia giusto o no che la Chiesa esibisca tanto sfarzo? Macché, questioni superate, si discute da competenti, e con interviste ai monsignori giusti, sui colori, sui tessuti (“Lurex” misto seta, sembra roba da sciatori), sugli sponsor (un pool di tessili di Prato, chissà dove hanno messo la griffe). La famosa sequenza di Roma di Fellini è diventata “realtà”.

E’ solo l’inizio, e forse è già troppo tardi per scandalizzarsi. La sacralità che si invoca, da laici, è forse un lusso che l’umanità non si può più permettere. E il Giubileo, e più in generale il pellegrinaggio a Roma, come ha autorevolmente ricordato Jacques Le Goff in un recente articolo per Il Corriere della sera, fin dal medioevo sono sempre stati anche degli eventi mondani, delle occasioni per visite antiquariali, e poi turistiche, alla città santa, per le quali venivano compilate guide e si praticava, nelle forme dell’epoca, la comunicazione “di massa”.

Ma Le Goff ci offre un altro spunto che ci consente di spiegare il fascino che il Giubileo esercita anche sui laici, e perché non lo si vorrebbe vedere troppo banalizzato e desacralizzato: il Giubileo nasce come alternativa alla Crociata, è il rito-spettacolo che sostituisce la guerra proclamando che il Luogo Sacro bisogna cercarlo e meritarlo — con il viaggio, la fatica, il rischio — ma non è più necessario andare a conquistarlo e portarlo via agli altri. La Crociata oggi si chiama guerra umanitaria. E anche oggi, oggi più di ieri, il Giubileo cattolico può essere per tutti un esempio o un modello — oh, quanto criticabile! — di anti-crociata. Un andare altrove senza le armi. E se c’è la televisione, pazienza.

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