Scrivo l’editoriale di fine Millennio, quello più importante. Vorrei, prima di tutto, tranquillizzare un nostro valente redattore del fumetto, Fabio Bonetti, riguardo le questioni che ultimamente l’assillavano, quelle conclusive della sua recensione a Violent Cases (pubblicata in questo numero), per le quali s’interrogava senza requie – mai soddisfatto appieno, nemmeno dopo la lettura della graphic novel di Gaiman e McKean – e che riguardavano i motivi della mancata, pur se annunciata, uscita in ritardo dell’ultima fatica di Alan Moore: From Hell

Il primo capitolo dei cinque è finalmente in vendita, l’ho acquistato – anche Bonetti, che ho incontrato, ed è felice per questo – e si tratta certamente d’un capolavoro epocale del fumetto. Opera dottissima, From Hell ha risolto i problemi che ai traduttori ha certamente creato un testo intricatissimo (soprattutto per forme di parlato slang risalenti allo scorso secolo, per linguaggi e tradizioni che ricostruiscono mitologie e rituali arcaici ed occulti, ecc.). L’agilità del testo è sorprendente, così come lo è stato certamente l’acume storico-filologico della ricostruzione dei fatti riguardanti gli assassinii a firma Jack the Ripper. Una ricostruzione che appare implacabile come l’esecutore di quei terribili fatti di sangue, per la precisione e l’equilibrio del racconto. 

Non temo, sul giudizio complessivo dell’opera, smentita di sorta.

Detto questo, sarei chiamato a dire qualcosa del millennio che si chiude, e di quello che si apre tra qualche giorno, come da un po’ di tempo fanno tutti.

Del vecchio, sappiamo. Inutile aggiungere una sola parola.

Sul nuovo millennio azzarderei un: 

non ho proprio un bel niente da dire.

Niente di niente. Nulla, che non sia già in un uovo. Bianco e fragile, semplice e infinitamente complesso.

Saluti carissimi, auguri e buona lettura a tutti gli amici fucinieri, ai collaboratori, ai navigatori e cacciatori di balene bianche (che siano pure depositari di segreti inconfessabili).