LA CITTA’ DEGLI ANGELI

Ogni desiderio ha un posto
in questa notte ardente
non tenera ma viva
e nelle ossa preme
la voglia della pelle
ambrata e forse inutile
pagata per tre ore.
Ormai ho già ballato
seguendo tempo e mandorle
aperte — oscure ghiandole
accanto a un fiume lento
opaco e steso lungo il corpo
di cento prostitute.
Ma nera è questa notte
di lucidi capelli asiatici
alghe intorno ai polsi morbidi
e in preghiera
quando anche il mare riposa
e sogna una donna di Bankok.

L’ANGELO DI COCTEAU

Usciva da una bottiglia
ancora addormentato
veloce stava seduto
le ali aperte come un foglio
bianco e gl’occhi
due piatti di genziane
serviti a sentire tutto
il nostro male.
Giovane eterno vagito
universale sul legno
inchiodato
di un palco travestito
la sera della commedia.
Le assi levigate
di mille e mille versi
i passi di note tragiche
e indiavolate a stendersi
lenzuola d’inchiostro blu
messe ad asciugare al sole
e laggiù Montmartre
invisibile adolescente
terribile animale di razza
ho anch’io il mio tesoro
nascosto nella neve lontana
e la finestra illuminata
oltre la tenda che l’angelo trapassa
sorride e affonda le dita
nel petto al poeta oppiomane
e muta melodia mortale
Irradiata dal centro
cometa in una bara sigillata
e non di vetro
Usciva dal cimitero di lune
e manicomi
attento a non far rumore –
colore acceso dalla pioggia
su campi e corpi di guerrieri
le ali dure come lame.

STATI SOCIALI

Sono la Sposa vestita di verde
dalle lunghe unghie
intinte d’inchiostro

Sono la Figlia dalle infinite chiome
sottratte all’oro di Plutone
coperto di veleni
nel buio del giorno

La sinistra al Dolore
la destra alla Vendetta
femmina implacabile
per piaceri futuri
fatta al mondo e meretrice santa

Sono la Madre di carta
schiacciata e risorta
pietosa Medea
dove ormai illanguidisce Dio
devota per verità perduta.

Lisa Deiuri